MENU

Libertà di parola, parole contro la libertà

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

21
MAR
2017

Può la libertà di pensiero essere sufficiente a giustificare manifestazioni neonaziste, neofasciste, razziste, omofobe, sessiste? Evidentemente no, soprattutto alla luce dei nuovi populismi

La libertà di parola è considerata, nelle società civili, un concetto alla base della democrazia. Questo diritto non è, ovviamente, illimitato. I governi possono, sotto l'aiuto delle Nazioni Unite, decidere di limitare particolari forme di espressione, come l'incitamento all'odio razziale, nazionale o religioso, oppure l'appello alla violenza contro un individuo o una comunità. Questa condizione si riflette anche sulle leggi dei singoli stati che distinguono la libertà di espressione dai reati.
Secondo il diritto internazionale, le limitazioni alla libertà di parola devono essere specificate dalla legge, devono perseguire uno scopo riconosciuto come legittimo ed essere proporzionalmente necessarie al raggiungimento di quello scopo. E’ evidente che sono escluse a priori le forme di repressione.
Anche la nostra Costituzione, nell’art. 21, definisce le forme di libertà di pensiero, parola e scritti.
Sostanzialmente, la libertà di parola è un diritto inalienabile sino a quando non leda la libertà e i principi fondamentali che hanno portato alla formazione di uno stato democratico, civile e libero.
Per meglio comprendere i limiti della libertà di parola, bisogna immaginare che questa sia contenuta in una curva di Gauss dove i due estremi opposti, definiti da leggi precise, siano considerati dannosi alla democrazia.
Chi si dimostra tollerante oltre questa convenzione, si pregia di citare, a sua giustificazione, gli scritti di François-Marie Arouet, meglio conosciuto come Voltaire, citando frequentemente una frase a lui attribuita: “Non sono d’accordo con quello che dici, ma darei la vita perché tu lo possa dire”. Con la buona pace di tutti, chiariamo che Voltaire non ha mai proferito questa frase che non appare in nessuno suo scritto. Al contrario gli è stata attribuita da Miss Evelyn Beatrice Hall che, per rendere più autorevoli le sue opere, pensò bene di virgolettare il pensiero facendolo apparire del filosofo.
Oltre a questo, il contenuto di quest’affermazione è così privo di concretezza che se anche l’avesse scritta Voltaire, potremmo tranquillamente ignorarla per quanto sia inconcludente, poiché appare come un’esplicita autorizzazione verso un oppositore a permettere la soppressione di chi non la pensa come lui. In breve: “Non condivido quello che dici, pertanto puoi anche sterminare quelli come me, che saremmo anche contenti che tu lo faccia in nome della libertà di pensiero”. Un pensiero che non avrebbe espresso neppure il più vocato martire cristiano. Perché al pensiero filosofico deve seguire la concretezza dei fatti che sono contenuti nel pensiero. Quando questa sequenza è mancante, ci s’imbatte nell’utopia.
La cosa ancor più sconcertante è che in nome di questo principio, si autorizzano, pur di dimostrare un senso di democrazia superiore, le peggiori esternazioni di esponenti della società che, pubblicamente, esprimono i loro concetti d’incitamento all'odio razziale, nazionale o religioso e alla violenza contro un individuo o una comunità. Può la libertà di pensiero essere sufficiente a giustificare manifestazioni neonaziste, neofasciste, razziste, omofobe, sessiste? La storia ci ha indicato con precisione quali siano le strade che non devono essere assolutamente ripercorse e l’unica possibile variante è il pensiero critico nei confronti del passato, analizzandone puntualmente gli eventi per comprendere come meglio affrontare quelli futuri.
Sembra assolutamente incoerente, infatti, che si permetta la libera espressione di principi contro i quali i popoli hanno lottato per autodeterminarsi. L’espressione di nuove idee deve essere sempre libera se non lambisce principi assolutamente contrari alla libertà.
Eppure, anche comprendendo la difficoltà di verificare il pensiero espresso sui nuovi sistemi di comunicazione come internet, appare sempre più frequente la disponibilità a permettere la diffusione di opinioni sicuramente in contrasto con i principi sanciti dalle carte costituzionali vigenti.
In Italia, ad esempio, è divenuta prassi concedere libere espressioni a esponenti palesi sostenitori del neo-fascismo sino al neo-nazismo che nulla hanno in comune con la libertà di parola nel nostro Paese. Oltre alle evidenti considerazioni che devono essere fatte in merito al dissuadere rigurgiti nazionalisti, si eludono, inoltre, elementari norme di pubblica sicurezza che mirano a evitare scontri fra cittadini dissenzienti. E’ davvero sensato concedere sfilate di neofascisti vestiti in tenuta paramilitare per le strade delle città d’Italia? Lo stesso si può dire per i raduni naziskin.
Seppure quelli citati siano esempi estremi, appare ugualmente illogico favorire visite e comizi come quelli dell’europarlamentare Matteo Salvini presso diverse località del Meridione d’Italia. E’ giusto specificare che questo deputato ha tutti i diritti di esprimere la sua opinione in tutte le piazze della nazione, ma sarebbe più corretto che non lo facesse dopo aver esternato profondo disprezzo per i popoli del Sud che, a suo parere, vanno dissociati dall’Italia. Non staremo qui a dibattere sulla concretezza o meno delle sue affermazioni prive di reale contenuto, ma sembra lapalissiano che un popolo offeso possa essere, quantomeno, risentito nei confronti di chi lo offende, rifiutando la sua presenza nella propria città. Evitare queste situazioni, che confluiscono puntualmente in dimostrazioni di dissenso e in scontri fra manifestanti e forze dell’ordine non sarebbe soltanto una corretta procedura atta a garantire l’ordine pubblico?
Alla luce di queste evidenze, appare molto più coerente il buonsenso della libertà di parola e il pensiero di Voltaire che, invece, si adoperano come stendardo per dimostrare progressismo e cultura profusi in pubblico con grande enfasi ma, spesso, scordati nel rapporto con il prossimo.
Ormai è prassi che agli elevati principi seguano azioni puntualmente opposte.



Lascia un commento

Nome: (obbligatorio)


Email: (obbligatoria - non sarà pubblica)


Sito:
Commento: (obbligatorio)

Invia commento


ATTENZIONE: il tuo commento verrà prima moderato e se ritenuto idoneo sarà pubblicato

Sponsor