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MIRELLA CASIELLO/LA VOCE DELL´AVVOCATURA

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

12
APR
2017

L’appassionato intervento della ex Presidente nazionale dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura italiana al convegno labdem che traccia le linee guida per una nuova riforma della giustizia meno politicizzata e più condivisa tra gli operatori del settore

Quarantacinquenne, mamma e del sud. È Mirella Casiello: una delle donne più influenti della giustizia italiana. Un carattere sensibile, come quello di ogni donna, ma che di certo non le manda a dire e non disdegna - da affermato avvocato - di alzare la voce quando c’è da farlo.
Economia, diritti, giustizia. Di questo, per l’appunto, si è anche parlato lo scorso 8 aprile presso il Salone di rappresentanza della Provincia durante il think thank organizzato dai giovani del laboratorio democratico di Taranto, anche alla presenza istituzionale dell’europarlamentare Gianni Pittella. Ed è proprio in questa sede che in qualità di relatore esterno, proveniente dalla cosiddetta “società civile”, l’avvocato Casiello non ha certamente risparmiato alcune critiche a certa politica e a certa magistratura politicizzata.
Secondo la stessa, infatti, in tutti questi anni di Seconda Repubblica: ‹‹a prescindere da chi ha governato, dal valore o meno di questo o quel premier o ministro, sulla Giustizia e sulle riforme che l’hanno interessata è venuta meno proprio la politica››, e questo perché - spiega: ‹‹marginalizzata prima a causa delle sterili contrapposizioni dovute al post tangentopoli; poi dagli esecutivi cosiddetti “tecnici”, con il consenso di editorialisti ed economisti che teorizzavano una giustizia di serie A per le imprese e di serie B per i cittadini››. Inoltre: ‹‹in questo contesto, anche gli avvocati sono stati marginalizzati e usati come capri espiatori di tutti i problemi della giurisdizione: forse perchè troppi, cavillosi, talvolta una presenza superflua›› - continua quasi ironicamente - ‹‹e se ciò è avvenuto è anche a causa dell’assenza di un’azione comune con la stessa magistratura che invece ha seguito la logica del divide et impera: ognuno ha coltivato il proprio orticello, mentre si trasformava la Giustizia italiana a livello strutturale, organizzativo e procedurale, e la stessa avvocatura era incapace di parlare con una voce sola››.
Senz’altro la giustizia è molto cambiata negli ultimi anni, per certi aspetti in senso peggiorativo. Abbiamo assistito ad aumenti costanti ed esponenziali del contributo unificato, mediazione obbligatoria, taglio dei tribunali, introduzione di filtri, tribunale delle imprese, non ultimo il taglio del periodo feriale: tutti provvedimenti controversi nel merito o per modalità di attuazione. Si sono varati anche strumenti nuovi o rinnovati come la negoziazione assistita e gli arbitrati, il divorzio “breve” e quello “facile”.
Ma la Casiello fa presente che ‹‹in ogni caso continua a mancare una visione di insieme, una prospettiva organica e complessiva di riforma del settore››. Ancora ‹‹magistrati, avvocati e politica continuano a dialogare poco e in modo discontinuo e persino in occasione del Congresso nazionale forense, dinanzi a ben 2.000 avvocati e diretta streaming, il Ministro Orlando ha parlato proprio di “lotteria del Tar” riferendosi a certi provvedimenti del Tar Lazio che avevano bocciato alcuni suoi regolamenti attuativi della Legge professionale dell’Avvocatura››.
C’è molto da fare, non nasconde agli occhi dell’on. Pittella e della platea gremita di suoi sostenitori. Perciò prosegue elencando una serie di punti da seguire per gettare le basi di un nuovo percorso della giustizia italiana, tra cui: aumento del personale e di togati e gestione “manageriale” dei Tribunali, attuazione della riforma della magistratura onoraria, più condivisione per le riforme del processo civile e penale, nonché una legge che garantisca il legittimo impedimento e le pari opportunità evitando contrapposizioni discriminatorie con alcuni giudici nelle aule dei tribunali.
Ed ancora, secondo l’avvocato Casiello, urgono provvedimenti condivisi sui reati minori e sulle pene alternative al carcere, ripensandone il ruolo dello stesso, ma soprattutto occorre lavorare per il potenziamento del patrocinio a spese dello Stato e della difesa d’ufficio.
Per fare tutto questo, però è necessaria un’inversione di rotta: ‹‹invece di far scrivere le riforme nelle chiuse stanze del ministero in Via Arenula da alcuni magistrati senza ruolo - la stessa sbotta - forse è giunto il momento di riportare il dibattito in luoghi pubblici, in modo trasparente, coinvolgendo tutti gli operatori del settore››.
Di sicuro un intervento tecnico ma non di meno appassionato. Ed anche largamente condivisibile. A condividerlo nei suoi punti più essenziali, infatti, è stato anche l’onorevole Pittella, che dal suo canto si è rivelato alquanto perplesso da una giustizia squilibrata e politicizzata, perciò è necessaria una politica che faccia da punto di equilibrio tra i vari poteri dello Stato. Prima di concludere, dunque, lo stesso ha poi strappato l’impegno di raccogliere e difendere anche in Europa tutte le istanze di cui Mirella Casiello si farà portatrice.



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