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Almanacco/Ricominciamo, con giudizio

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

15
GIU
2017

Con il ricorso al ballottaggio per stabilire chi sarà il prossimo sindaco del capoluogo ionico si entra nella fase più importante e definitiva della tornata amministrativa a Taranto

Abbiamo pensato di rendere l’atmosfera che regna nella politica locale meno tesa affidando le nostre riflessioni sparse al ritornello di una nota canzone che diceva: “Ricominciamo”.
Sì, è proprio così, ricominciamo nei pochi giorni che ci separano dal secondo e ultimo appuntamento con le urne di capire perché è necessario “ricominciare” senza mandare a carte quarantotto quanto di buono fino ad oggi è stato fatto.
Per fare ciò, pertanto, è necessario partire da ciò che è accaduto la settimana scorsa perché è da questo e con questo dato che si dovranno fare i conti finali.
Cominciamo dall’affluenza alle urne nella città dei Due Mari.
Nel capoluogo ionico gli aventi diritto al voto erano e restano 168.695. Ebbene, di questi, domenica 11 giugno, anche se la mattinata dal punto di vista climatico non invitava affatto ad andare a mare, fino alle 23 dello stesso giorno si sono recati alle urne in 98.720, pari al 58,50%, un dato addirittura inferiore a quello di 5 anni fa che si fermò intorno al 62% e che fu battezzato come il minimo storico mai raggiunto nell’astensionismo dei tarantini per le votazioni amministrative. In altre parole sono stati circa 70 mila gli elettori che non si  sono recati alle urne. Tra questi certamente ci sono stati gli anziani con gravi patologie e problemi di spostamento da casa e i ricoverati nel nosocomio Moscati di Taranto nel quale non è stato possibile allestire il seggio “volante” perché lo stesso Ospedale ricade nel comune di Statte.
Ma noi pensiamo che tra coloro che hanno disertato le urne ci siano altre categorie sociali cittadine come chi ha deciso di non recarsi al seggio per motivazioni che partono dalla sfiducia verso la gestione “fallimentare” della città degli ultimi dieci anni, ma anche chi continua a vivere sulla propria pelle e su quella dei propri cari i danni incalcolabili dell’inquinamento e i disoccupati e i giovani che stanno per seguire le orme dei loro coetanei lasciando per sempre la loro città natale.
E non si sono voluti nemmeno affidare a questa o a quella lista che rappresentava il voto di protesta, come quella degli ambientalisti, del Movimento 5 Stelle e di At6. Insomma, sfiducia in tutto e in tutti.
Ai circa 70 mila che non si sono recati alle urne si devono aggiungere altri dati che sono venuti fuori dalle urne, ci riferiamo alle 723 schede bianche, ai 4.167 voti nulli e ai 111 contestati per un totale di 5 mila voti bruciati.
In questi voti bruciati avranno influito certamente la mancata adeguata informazione sul voto disgiunto e su quello “di genere”.
Tornando al fenomeno dell’astensionismo non si può non osservare che il dato storico ci indica che gli astensionisti generalmente sono più numerosi tra gli elettori di Destra che non tra quelli di Sinistra. Si tratta di uno zoccolo duro sul quale sarà difficile lavorare, ma si tratta certamente di un buon serbatoio di voti.
Il secondo elemento da tenere in considerazione è il risultato che ha decretato che andrà al ballottaggio lo schieramento che fa capo a Stefania Baldassarri con il 22,27% e quello che fa capo a Rinaldo Melucci con il 17,92%, entrambi espressioni, per sintetizzare, del centro-sinistra e del centro-destra, anche se sia la Baldassari che Melucci ci tengono a precisare che nel loro schieramento ci sono espressioni significative del cinismo tarantino.
Il compito dei due schieramenti sarà quello di convincere l’elettore ad andare a votare, a spiegare bene le motivazioni per cui potranno andare a votare per l’una o per l’altro.
Questa è la situazione nella forma, adesso bisognerà vedere quanti di coloro che hanno perso la speranza di sedere sulla poltrona di sindaco accetteranno di fare propria la proposta programmatica. Intanto Melucci si rivolge agli elettori di centro-sinistra, cerca di ricompattarli e di riportare nello stesso alveo del centro-sinistra quel Bitetti che qualche mese fa se ne uscì.
Dal canto suo la Baldassari nella conferenza stampa di martedì ha chiesto apertamente a Fornaro e a Sebastio di essere disponibile a dialogare fra loro.
Molto difficile appare l’ipotesi ventilata di un accordo del Movimento 5 Stelle con lo schieramento di centro-sinistra dopo i noti scontri a livello nazionale sulla legge elettorale.
Resta l’enigma di At6, un grande contenitore di voti che, comunque, non andrà mai ad appoggiare lo schieramento di sinistra.
Intanto chi ha perso attribuisce la colpa all’elettore in maniera del tutto gratuita, piuttosto dovrebbero essere loro ad interrogarsi e chiedersi perché l’elettore non ha voluto ascoltarli.
Chi ha inseguito invano questo sogno si ricorderà che deve farne tesoro. Così, se fino a ieri incontrava qualche conoscente e ben volentieri si fermava a colloquiare, da oggi in poi tutto tornerà come prima, un semplice saluto formale bene espresso nel detto dialettale tarantino: “salute e camine”.
E’ proprio vero che “i sogni son desideri nascosti in fondo al cuore”, ma chi è stato sconfitto se ne vorrà fare una ragione e come prima cosa penserà al conto personale che si è assottigliato e, anche se fuori tempo, penserà che forse sarebbe stato meglio investire quel denaro per la campagna elettorale in una bella crociera.
Insomma, il 25 giugno si giocherà la seconda parte di questa importante partita.
Che vinca il migliore e, soprattutto, che vinca la Città!



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