MENU

LA ZETA DI ZES

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

20
LUG
2017

Non sappiamo se il tentativo di soffiare l'istituzione della Zona a Economia Speciale a Taranto andrà effettivamente “in porto” ma la metodologia rimane sempre la stessa: Taranto è la cenerentola di Puglia, quella che, se si lamenta  o batte i pugni sul tavolo, non se la fila nessuno

Michelone Emiliano colpisce ancora: di giorno è Don Diego de la Vega che in campagna elettorale promette di interessarsi  alla questione tarantina mentre poi di notte, in sella al suo veloce cavallo, incide una enorme lettera zeta sulle braghe degli stessi  cittadini che ha promesso di tutelare. Il tutto alla presenza del Sindaco Melucci che come Bernardo - il servo muto di Don Diego – assiste in silenzio a tutto ciò.
Solo che la Zeta in questione non è la zeta di Zorro ma la Zeta di ZES, acronimo di Zona ad Economia Speciale.
 Ma andiamo con ordine: nel decreto “Resto al Sud“, che dovrebbe trovarsi in discussione al Senato, viene disciplinato l’iter di istituzione delle zone economiche speciali”. Nella sua ultima versione disponibile, si legge che spetterà “alla Regione presentare la proposta di istituzione della ZES, corredata da un piano di sviluppo strategico”.
La qual cosa, dovrebbe fare scopa se messa a sistema con quanto dispone la “Legge per Taranto” prodotta dalla Regione Puglia con l’intento di favorire l’istituzione di uno sportello di Puglia Sviluppo per “accompagnare” le imprese, di dare l’avvio ad un programma di valorizzazione del patrimonio culturale del capoluogo ionico (a cominciare dal Marta), di agevolare la presenza più incisiva di Arti (Agenzia regionale per la Tecnologia e l’Innovazione), di dare impulso all’attivazione di un polo per la nautica e la marineria, di promuovere l’integrazione della formazione universitaria con quella specialistica e, udite udite, di  introdurre la Zes (Zona economica speciale), un’area delimitata a burocrazia zero con incentivi fiscali per attrarre investimenti.
Più nello specifico, la delibera di giunta regionale numero 899 del 7 giugno 2017, proponeva di dar vita ad un gruppo di lavoro : “...al fine di individuare i più adeguati strumenti conoscitivi e valutativi degli effetti della Zona Economica Speciale per l’area di Taranto, coerenti con gli obiettivi legati agli interventi per la diversificazione del tessuto economico imprenditoriale, e contenuti in apposita sezione dell’atto normativo”.
Quindi, il Governo vuole istituire le ZES ed attende dalle Regioni l’indicazione dei porti da assoggettare a tale regime speciale: per la Regione Puglia sembrava scontata l’indicazione del porto ionico.
E cosa ti combina zitto zitto e cacchio cacchio il sistema “Bari-Centrico” pugliese? Per bocca del Dott. Ugo Patroni Griffi, Presidente dell’Autorità portuale del Basso Adriatico che comprende i porti di Bari, Brindisi, Monopoli, Barletta e Manfredonia, comincia a serpeggiare la proposta di smontare il progetto che si proponeva di attribuire la ZES a Taranto, trasformando quello che doveva essere uno specifico provvedimento destinato al capoluogo Ionico in una rete di porti ad economia speciale in cui Taranto sarebbe solo una parte del tutto.
Il che equivale a dire che le risorse economiche destinate al solo porto di Taranto da adesso – e se dovesse passare questa linea – dovrebbero essere divise da bravi fratelli.
Che poi della fratellanza con Taranto a Bari si ricordano solo quando si tratta di depredare e mai quando si parla di Arlotta - l’unico aeroporto del sistema pugliese che non è in funzione per non dar fastidio a Bari e Brindisi -  o quando si parla di Università – Taranto è l’unica che ha richiesto un polo universitario dovendosi accontentare di sedi decentrate – o quando si parla di vertenze industriali ed ambientali, tema sul quale si sono dimostrati tutti sensibili ma solo a parole. Dell’interporto che sarebbe dovuto nascere a Taranto negli anni novanta e del conseguente scippo preferiamo invece tacere per carità di Patria.
Premettiamo che il furto ci sembra come al solito trasversale dal punto di vista degli schieramenti politici e  che la trama ordita ai danni della città appare in stato a tal punto avanzato da farci sorgere il legittimo dubbio che la sortita di Patroni Griffi non sia altro se non un salto in avanti per venire allo scoperto e vedere l’effetto che fa un annuncio del genere.
Zorro Emiliano per ora tace, abituato com’è a compiere le sue gesta nottetempo, e l’autodichiaratosi uomo di Michelone, il servo muto Bernardo divenuto Sindaco di Taranto, per ora non proferisce verbo, atteggiandosi ad uomo delle Istituzioni che risolve le problematiche nel riserbo più totale (per inciso: nella composizione della Giunta, nonostante voglia far credere di essere diverso, sta usando il manuale Cencelli come tutti i suoi predecessori).
Non sappiamo se il tentativo di soffiare la ZES a Taranto andrà effettivamente “in porto” (battutona non voluta) ma la metodologia rimane sempre la stessa: Taranto è la cenerentola di Puglia, quella che, se si lamenta  o batte i pugni sul tavolo, non se la fila nessuno perché tanto ha una classe politica senza alcun potere di interdizione sul piano locale o di ritorsione su quello nazionale.
Poi alla fine le cose potrebbero mettersi per il verso giusto ma tant’è, il tentativo è stato compiuto, il grave atto politico è stato prodotto e le promesse fatte in campagna elettorale stridono con gli atti concludenti consumatisi in questi giorni sulla vicenda portuale.
E non basta dire che si tratta della sortita di un singolo perché, se l’attento Presidente Patroni Griffi ha pensato bene di gettare le carte sul tavolo ricevendo subito parole di consenso da più parti, è evidente che non si tratti di una esternazione estemporanea ma di un lavorio i cui frutti si cominciano a vedere solo adesso.
Taranto non s smentisce mai: è quel bacino buono da visitare a ridosso delle elezioni, al quale dai in pasto qualche promessa ricevendo sempre grosse soddisfazioni. E puntualmente, ad urne socchiuse, è arrivata la prima fregatura.
Con chi si lamenteranno adesso i tarantini? Con il sindaco, sottopanza del governatore, quello esperto  di porti che sui porti ha la consegna del silenzio?



Lascia un commento

Nome: (obbligatorio)


Email: (obbligatoria - non sarà pubblica)


Sito:
Commento: (obbligatorio)

Invia commento


ATTENZIONE: il tuo commento verrà prima moderato e se ritenuto idoneo sarà pubblicato

Sponsor