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Controcorrente/ Disinformazione di regime

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

7
SET
2017

Di cervello e di pancia: l'italico dibattito - dagli scranni fino ai bar - sembra essere governato da queste categorie di pensiero inconciliabili
Difficile discernere se desti più preoccupazione la situazione incontrollata dell’immigrazione piuttosto che l’oltranzismo ortodosso di chi in Italia non si rassegna a riporre la toga da sacerdote dell’accoglienza che dispensa lezioncine d’etica e di cultura alle rozze destre antimigranti.
In entrambi i casi, ciò che indispettisce maggiormente è la “prepotenza democratica” con cui certe scelte mondialiste vengono imposte al popolo italiano nonostante esso sia in gran parte preoccupato da questa transumanza epocale. Se lo dici sei un barbaro e la qual cosa ti costerà inevitabilmente un lunga predica di Roberto Saviano che snocciolerà una serie confusa di dati per dimostrare che tu sei un ignorante, un razzista e un provinciale zeppo di pregiudizi mentre i migranti ti stanno salvando il culo e tu manco te ne accorgi.
Il sistema utilizzato è il collaudato “metodo Travaglio”, ossia l’enunciazione di una serie di dati a capocchia atti a dimostrare che il progressista illuminato studia i fenomeni e non li teme mentre lo xenofobo razzista sostituisce il cervello con la pancia. E per dimostrare le sue tesi può succedere che Saviano dica con invidiabile faccia tosta che i migranti costano al contribuente italiano solo lo 0,2 per cento del Prodotto interno lordo (circa 3,3 miliardi di euro) mentre arricchiscano le casse dello Stato per circa 8 miliardi di euro (in pratica ci pagano le pensioni).
Siccome sono buoni tutti a snocciolare due cifre a casaccio, il vate Roberto dovrebbe anche precisare che i migranti che impattano sul Pil per lo 0,2 per cento sono i rifugiati e più in generale coloro che non sono respingibili in base alla legge e alle convenzioni internazionali sottoscritte e non già l’intera platea di disgraziati che piovono quotidianamente sul nostro territorio al ritmo di 180mila all’anno. Quanto ai migranti che arricchirebbero il Pil per 8 miliardi di euro, Saviano omette di aggiungere che si tratta di regolari, i quali non si vede come possano essere correlati a coloro che bivaccano illegittimamente per le strade del Belpaese. Ma questo non si può dire perché altrimenti ti fanno passare per uno del Ku Klux Klan come se tu ce l’avessi con i 5,6 milioni di stranieri in Italia e non con i circa 435mila irregolari, buona parte dei quali riempiono quotidianamente le patrie cronache.

Disinformazione di regime, insomma, come nel caso di tal Christian Raimo - già discepolo di Saviano, filosofo, scrittore, attivista pro migranti e un sacco di altre belle cose - il quale ha avuto il suo quarto d’ora di notorietà per essersi comportato da buzzurro alla trasmissione di Maurizio Belpietro “Dalla vostra parte”. Il suo merito sarebbe quello di aver scritto su un cartello, prima di abbandonare la trasmissione, “Non c'avete un altro servizio sui negri cattivi?”, piazzata volta a irridere il conduttore reo di essere un pericoloso razzista perché avrebbe organizzato un brutto programma completamente contro i migranti, cosa che di questi tempi non è gradita al regime che vorrebbe si minimizzasse sul tema. Perché gli uomini di punta del progressismo sono così: aspetto triste d’ordinanza (questi orpelli estetici sono da materialisti), prosopopea gigantesca come se la cultura fosse una loro prerogativa, intolleranza verso qualsiasi pensiero che si discosti dalla loro tesi precostituita e possibilità di evocare il pericolo fascista nel caso non si avessero altri argomenti da spendere con annessa solidarietà di Moni Ovadia inclusa nel pacchetto. Il tutto con una violenza quasi brutale: insulti Mara Carfagna? È satira. Insulti Laura Boldrini? Ti manda la polizia a casa perché il pericolo fascista e sessista non deve essere trascurato. Lo stabile di Piazza Indipendenza a Roma è occupato abusivamente e per giunta è il crocevia di traffici strani? Il problema non è la legalità ma è la polizia violenta. Lo stupro di Rimini è stato compiuto da quattro nordafricani? Il problema è lo stupro non la nazionalità delle bestie. Peccato che mentre scriviamo ci scorrano sotto al naso (come del resto quotidianamente) dei lanci d’agenzia relativi ad altri tentativi di violenza sessuale (a Rimini e Bologna) che vedono coinvolti un marocchino e un pakistano, gli atti di violenza ad opera di un nordafricano a Padova con annessa evocazione del Profeta o l’aggressione all’autista di Parma che vede coinvolti sempre gli immigrati. Già ci pare di udire Stefano Fassina obiettare che “nella stragrande maggioranza dei casi, i protagonisti di stupri e violenze sono vermi italiani”. Fassina, che è uomo di numeri, dovrebbe sapere che in Italia siamo 60 milioni per cui è ovvio che la stragrande maggioranza dei farabutti sia nostrana; ciò non toglie che i circa 450mila irregolari balzino agli onori delle cronache nere con una frequenza talmente inaudita da provocare perfino il silenzio di Laura Boldrini.
La “Presidenta” si sarà arresa di fronte alle dichiarazioni di Abid Jee, il mediatore culturale secondo il quale lo stupro per una donna è brutto ma solo all’inizio. Si ricorda tardi la signora Boldrini di assumere un comportamento neutrale visto che passerà alla storia per aver cianciato continuamente e a reti unificate di “risorse” migranti omettendo di chiarire che i 180mila disperati i quali si catapultano ogni anno nel nostro Paese - più per ambizioni economiche che per scappare dalle guerre - nel migliore dei casi vivono di stenti a spese della fiscalità generale perché altrimenti vanno ad ingrossare il nero se non addirittura le file della criminalità declinata in ogni sua forma.
Poi scoppiano disordini come al quartiere Tiburtino III di Roma, ma i terzomondisti non si arrendono perché anche in questo caso la colpa è dell’intolleranza, delle periferie degradate, di Matteo Salvini, della sindaca Virginia Raggi e giammai di un fenomeno insostenibile. Ma si sa, da Piazza Montecitorio sono tutti bravi a fare i mondialisti con i quartieri degli altri.

(www.opinione.it)



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