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Bullismo/"Io, dopo l'inferno, ce l'ho fatta"

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

19
APR
2018

Ciao, io sono Francesco e ho 20 anni.
Non so se avete avuto la fortuna di avere una vita tranquilla, con tanti amici, se vi siete sempre trovati bene con tutti, se siete sempre stati forti,o almeno avete dato agli altri l'impressione di esserlo.
Sappiate però che non tutti hanno questa forza, non tutti riescono ad attraversare il mare in tempesta.
C'è sempre chi rimane indietro e combatte ogni giorno contro le persone che gli fanno del male... ma la cosa peggiore è che combattono contro se stessi.
Arrivare a odiarsi, a odiare le proprie caratteristiche, le cose che ci rendono diversi dagli altri, che però ci rendono vulnerabili.
Siamo pieni di debolezze, di insicurezze che ci hanno reso ancora più timidi e che ci hanno fatto comportare in maniera innaturale.
Eh certo, dovevamo sembrare "tosti", dei veri uomini, come loro, le altre persone che ci rovinavano la vita, ma che guardavamo con ammirazione, in qualche modo. Sindrome di Stoccolma? Bah, può essere.
Si cambia per gli altri, per essere accettati, si cambia perchè ci si fa schifo nel modo in cui siamo, ci dobbiamo adeguare per forza a quello che la SOCIETA' ci impone. Certo... La società. Tante seghe mentali, ogni giorno.
La scuola diventa un inferno, non ci si vuole più andare, non si studia più: "se LORO vedono che studio sempre cosa penseranno di me? Che sono uno sfigato, mi pare ovvio".
Non si vuole uscire di casa e affrontare la vita, quella vita del cazzo, che ti pesa sempre di più, e ti chiedi "perchè?", "Perchè devo viverla?", "Io non l'ho mica chiesta, non ho chiesto di essere nato", "Perchè devo vivere così? Ma si può chiamare vita questa?"
Vi fermo subito, voi che direte che ci sono altri problemi ben più gravi da vivere. Ma finchè non si vive una situazione non la si può capire. Io stesso, che ho avuto la fortuna di scampare a quell'inferno, faccio fatica a ricordarmi come ci si sente ad essere in quella posizione. Mi pare strano anche ricordami come una persona insicura, preda delle sue paure e dei suoi difetti. Chi mi conosce ora potrebbe anche far fatica ad immaginarmi come vittima di bullismo, ma fidatevi che sono cambiato. Certo, perchè il rifiuto e la paura fanno crescere una persona, anche nella maniera più sbagliata che ci sia, con una violenza che ti lascia senza forze.
E' quando si sentono storie di suicidi in televisone, su internet, che ci scandalizziamo. "Ragazzino di 13 anni omosessuale che si butta dal terrazzo di casa sua", "ragazzina di 14 anni vittima del bullismo si toglie la vita", la più recente storia di Michele, il 17enne che si è suicidato il mese scorso per lo stesso motivo di merda, "ragazzo insultato su Instagram dai cyber-bulli si suicida a soli 15 anni", "ragazzino finisce in ospedale, picchiato dai suoi compagni di classe", "ragazza invalida si uccide perchè...".
Devo andare avanti?
Tutte queste storie ci sembrano così lontane, SONO così lontane dalla nostra vita tranquilla, eeeh che ci devo fare io, purtroppo è capitato! Pace all'anima sua.
Esiste una cura? Credo di sì. Ed è la comunicazione. Parlarne il più possibile con i genitori, i professori, gli amici (eh, sempre che si abbiano dei veri amici che non ti giudicano, a 14 anni)... E' facile sentenziare, ma quando l'orgoglio ti impedisce di parlarne, di aprirti anche con i tuoi stessi genitori, (sempre che questi ultimi siano pronti al dialogo) diventa tutto più difficile: ti ripeti in continuazione "ma io non sono così... nah io non sono bullizzato, sono solo... ecco... un po' stronzi, quelli lì che mi prendono in giro... forse... molto stronzi. Che bisogno c'è di insultarmi per come parlo?"
Non vuoi ammettere di essere l'ultimo anello della catena alimentare, e quando ti ritrovi costretto ad ammetterlo a te stesso, di certo non vai in giro a dirlo a tutti con fierezza.
Eh cari miei... Secondo me invece servirebbe davvero cercare di sensibilizzare queste persone qua, questi "bulli", che non sanno neanche quanto dolore causano agli altri per una parola di troppo, uno sgambetto o uno schiaffo sul collo.
Non avrò detto niente che non abbiano già detto altre persone prima di me, in questa domenica pomeriggio piovosa, nella mia camera, in preda ai miei pensieri... Ma spero che queste parole possano raggiungere qualcuno e farlo ragionare, giusto un minutino, così la prossima volta che si troverà ad insultare un suo compagno di classe, ci penserà due volte, magari.
Giusto due parole a chi si trova dall'altra parte: tenete duro, miglioratevi se volete, non c'è niente di male a farlo. Però finirà tutto, molto presto, è tutto solo
una brutta, brutta fase della vita... e non serve accorciare i tempi, in alcun modo.

 



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