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Puglia addio

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

26
APR
2018

Prosegue la raccolte delle firme, iniziata lo scorso 10 febbraio, per l’attuazione del referendum consultivo finalizzato all’annessione della città di Taranto alla regione Basilicata. Servono 15mila firme, ecco qualche buona ragione per votare

Non credo che molti conoscano  l'erronea ubicazione di Taranto in Puglia. Erronea, perché, di fatto, storicamente discendiamo dalla Magna Grecia che nulla ha a che fare con le popolazioni Pugliesi che nel tempo hanno abitato il territorio. Nel 706 a.c. la città si colloca in una regione micenea circondata da popolazioni autoctone come gli Apuli al nord, Iapigi e Peucezi al centro-est, Messapi al sud. Nel 235 a.c. la capitolazione a Roma e Cartagine, entrando definitivamente nell'orbita Romana. Nel 1071 i Bizantini capitolarono contro i Normanni e questi fondarono la contea di Lecce e il principato di Taranto annettendo anche Brindisi. Fu nel 1923 che Taranto venne scorporata dalla provincia di Lecce ed assunse una propria autonomia. Cenni storici necessari per poter riaffermare con certezza che Taranto anticamente, con la Puglia, non ha nulla con cui spartire avendo avuto molto più a che fare come appartenenza alla Calabria e alla Basilicata durante la dominazione Spagnola. Alla fine la Taranto Greca, con i suoi dei, i suoi filosofi, la sua potenza, viene annoverata in un territorio comprendete la Basilicata, il Cilento e la zona della Calabria, sino a Crotone. E' questo che vorremmo ricreare con il passaggio di Taranto alla Basilicata nella ricerca delle nostre radici più profonde, spezzando le "catene" che Bari, oramai, da svariati anni, ha messo intorno alla nostra bella città. Credo che non ci sia bisogno di far notare, anche ai meno attenti, come il capoluogo pugliese ci abbia schiacciato in ambito regionale, concedendoci le briciole che hanno offeso, non poco, tutti i cittadini tarantini, purtroppo poco consoni alla ribellione, inclini soltanto alle lamentazione (pianto greco) e alla indolenza. Porto, aeroporto, con relativo turismo, università, sanità, belle arti, sono i settori che più di altri hanno sofferto sotto la dominazione barese. Passando con la Basilicata, daremmo vita ad un meraviglioso territorio denominato "Parco del Mediterraneo". Il porto e l'Aeroporto diverrebbero snodi centrali per il traffico cargo e turistico essendo Taranto situata al centro del Mediterraneo, con rafforzamento di tutte le infrastrutture, stradali e ferroviarie. Si creerebbe un polo universitario vero, non farlocco come ora, insieme a Potenza, con tutte le facoltà complete, soprattutto con la facoltà di Medicina e relativo Policlinico e per ingegneria il Politecnico, azzerando, drasticamente, l'esodo di oltre dodicimila giovani costretti a lasciare genitori, amicizie e la città, per molti, forse per sempre. Taranto diverebbe Città Metropolitana comprendendo un territorio più vasto e con ritorni economici e di potere, non trascurabili. Questi benefici più importanti, senza trascurare però una tassa addizionale regionale più bassa come anche le tasse Comunali, una tessera di benzina agevolata, una bolletta dell'acqua più equa e non meno importante, una discesa vertiginosa dei premi assicurativi sull'RCA. Per tutto questo, che veramente non è poca cosa e per ridare slancio ad un'Italia fallita e a un'economia tarantina devastata, vi esorto ad andare a firmare e successivamente votare affermativamente per questo, importante referendum.



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