MENU

Francesco Cosa: «Il lavoro? Bisogna anche ingegnarsi»

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

6
APR
2012

 

Già perché non è detto che la città debba vivere solo d’industria, specialmente se è ricca d’attrazioni e se è sede universitaria: ce lo spiega il giovane esponente della lista SDS 
Dopo il taglio del nastro, la prima cosa che ha fatto è stato il ringraziamento rivolto alla propria famiglia, che l’ha sostenuto quando era Consigliere Circoscrizionale, ma soprattutto prima che fosse eletto Consigliere Comunale e continua a farlo con sentimento per le sue idee e la sua persona. Francesco Cosa ha dato così il via alla sua campagna elettorale, in vista delle prossime elezioni amministrative; il suo Comitato elettorale è stato definito dal candidato un punto nevralgico per lo staff e per tutti i sostenitori che  seguiranno le vicende politiche di qui alle prossime settimane. Sarà base operativa dei numerosi incontri di ascolto, appuntamenti tematici ed eventi in programma nella sua agenda, a conferma del desiderio del Consigliere di confrontarsi con il proprio elettorato facendo vera e propria “politica di prossimità”. Il suo programma politico “risponde sicuramente alle esigenze e ai bisogni dei cittadini” , come lui sostiene: dal rinnovamento politico della classe dirigente, a un fondo di emergenza utile a chi è senza lavoro e vive in condizioni indigenti. E ancora, la costituzione di laboratori urbani, da lui definiti “Laboratori di Sogni”, e cioè centri culturali in cui si può socializzare, confrontarsi e perché no, esprimere il proprio estro artistico attraverso mostre d’arte, teatro e concerti.
Quali sono gli obiettivi della tua candidatura e del tuo programma politico?
«Personalmente punto soprattutto su un rinnovamento politico e culturale della classe dirigente di Taranto, questo è stato un obiettivo anche del sindaco in questi cinque anni, portando in Consiglio Comunale volti nuovi; la lista SDS di cui sono capogruppo consiliare è costituita come è evidente da giovani. Quando parlo di rinnovamento però, non mi riferisco solo alla classe politica, ma a tutto lo scenario istituzionale e non, che rappresenta la città di Taranto, perché è noto che anche tra le associazioni di categoria, nel mondo dell’associazionismo, ci sono sempre gli stessi individui. Chiaramente tutto ciò si può realizzare, attraverso l’unione e gli stimoli di tutti gli attori importanti della città, non solo della classe politica quindi.»
E sull’ambiente?
«Sull’ambiente dobbiamo continuare per il solco che abbiamo tracciato in questi cinque anni, abbiamo dimostrato che una sorta di ecocompatibilità ci può essere: il primo segnale è stata la legge antidiossina dove abbiamo contribuito con un ordine del giorno, dando un indirizzo alla regione, che poi di fatto ha prodotto la legge antidiossina, provocando così un abbattimento notevole degli inquinanti, così come l’Arpa sostiene; miriamo anche a un campionamento continuo, ritengo che sia possibile l’ecocompatibilità di tutto il polo siderurgico - ovviamente la riapertura dell’AIA va in questa direzione, perché porremo altri freni alla grande industria. Ritengo anche che sia giusto che questa collabori con la riqualificazione della città, facendo degli interventi sul territorio; ma questi sono temi che poi andranno discussi con l’intera giunta, l’intera maggioranza e il sindaco stesso.»
E il lavoro?
«A tutto ciò segue naturalmente la difesa del lavoro; considerare di chiudere l’Ilva dall’oggi al domani è impossibile, certo non possiamo continuare a subire il ricatto occupazionale, sappiamo che l’indotto del siderurgico contiene innumerevoli posti di lavoro, quindi bisogna avere la capacità di creare l’ecocompatibilità da una parte e la salvaguardia dei posti di lavoro dall’altra, ovviamente dobbiamo puntare su altri indotti che non sono solo quello industriale: la cultura, perché si può vivere di cultura, produrre economia e creare posti di lavoro, a livello anche turistico. Vorrei ricordare che il castello Aragonese è stato il più visitato della Puglia, quindi rendere questo indotto turistico e museale come indotto lavorativo: la gente tutta si deve ingegnare per creare lavoro intorno a questi cardini.»
Ci sono dei progetti in merito?
«C’è il piano coste in sospeso, perché dalla Regione la competenza  è passato al Comune e dobbiamo creare le giuste condizioni. Bisogna ricordare che è stato riaperto Nido Nettuno, giù a Lungomare a viale Virgilio ex lido Taranto, punti che sono stati riqualificati e riconsegnati alla città. Ora intorno a questi punti si deve creare un indotto turistico; ad esempio a Taranto mancano negozi di souvenir, il castello in miniatura, sono sicuramente piccolezze ma che fanno business, e poi immagino il borgo antico riqualificato del tutto, perché abbiamo la caserma Rossaroll che sta facendo da traino a questa intenzione; attorno stanno sorgendo le prime attività di ristorazione, i primi bed and breakfast… ora devono continuare a svilupparsi attività lavorativa che facciano da contorno all’università: fotocopiatrici, negozi di libri, cancelleria, piccoli ristorantini con menù convenzionati ed economici per gli universitari, incrementare i b&b, dato che la nostra università ospita ragazzi della Basilicata e della bassa Calabria, quindi c’è un nuovo futuro che si sta disegnando. L’iniziativa de “L’Isola che Vogliamo” ha dimostrato nell’ultimo anno che un turismo legato alle tradizioni può coesistere, addirittura abbiamo avuto dei picchi altissimi di visitatori da parte della provincia, iniziativa che quest’anno è stata sperimentale, ma che dalla prossima estate può essere un fiore all’occhiello della nostra città. Sta tutto alla capacità anche dei giovani e della loro voglia di rischiare e mettersi in gioco; io lamento infatti che i giovani sono pochi in politica, io sono forse un piccolo esempio. Spero che questi cinque anni che mi hanno visto protagonista del Consiglio Comunale di Taranto possano davvero essere uno spunto e uno stimolo per gli altri miei coetanei. Io infatti cinque anni fa ho voluto osare, avrei potuto rifare il consigliere circoscrizionale ma ho voluto rischiare: bisogna essere impulsivi a volte, caratteristica che appartiene alla giovane età appunto, perché è giusto che ci guadagniamo una rappresentanza in Consiglio Comunale, se non dovessero esserci mi propongo come attrattore delle loro iniziative.»
Come?
«Attraverso i laboratori urbani, che devono essere dei centri di aggregazione sociale dove ci si può esprimere, dei veri e propri laboratori di idee, quindi mi propongo come loro punto di riferimento, dei giovani, dell’università, di tutta questa parte che è necessaria e fondamentale per la rinascita di Taranto.»
E le donne? Cosa prevede il tuo programma ?
«Per quanto riguarda le donne, ritengo che sia il valore aggiunto della politica e di ogni posto in cui si affacciano nell’associazionismo; è stato creato lo sportello delle donne, a Palazzo Galeota, e devo dire che anche nella lista SDS c’è una forte presenza femminile che non può che apportare forze nuove e maggiori pari opportunità e non solo nella politica. Lo stiamo dimostrando con i fatti, e spero che almeno due donne nel consiglio comunale siano elette in quota SDS, rispetto ad altre liste prive di volti femminili. Nella nostra lista ci sono anche donne di spessore, lo stesso presidente del Consiglio Gina Lupo che ha lavorato bene in questi cinque anni, quindi penso che saremo ben rappresentati anche in consiglio.»
E la famiglia quanto è importante per te?
«Mi piacerebbe portare i valori della  mia famiglia, in quanto famiglia storica a Taranto, e mi piacerebbe trasmettere tutti i miei valori che vengono dalla famiglia e riportarli in politica. Si tratta di valori sani, trasparenza umiltà, perché la presunzione non fa bene a nessuno.»
Cosa ne pensi in merito alla decisione del Sindaco di allearsi all’UDC alle prossime comunali?
«Personalmente spero e mi auguro che l’UDC sia coinvolto in un processo di rinnovamento - lo hanno dimostrato alla Provincia - in quanto tutta quella parte dell’UDC che ha malgovernato insieme all’ex sindaco Di Bello non la vedo nella nuova UDC -, quindi non sono scettico. Attualmente nell’UDC tarantino c’è stata una rispolverata, poi ovviamente si tratta di un banco di prova sia per noi che per loro, alla provincia stanno lavorando bene e non dobbiamo precluderci a prescindere: lavoreremo insieme, mi auguro di ottenere dei risultati insieme, per cui condivido la scelta del Sindaco ma chiaramente è tutto da dimostrare. Staremo a vedere.»
 


Lascia un commento

Nome: (obbligatorio)


Email: (obbligatoria - non sarà pubblica)


Sito:
Commento: (obbligatorio)

Invia commento


ATTENZIONE: il tuo commento verrà prima moderato e se ritenuto idoneo sarà pubblicato

Sponsor