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Orizzonte perduto

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

14
GIU
2018

Dagli esiti delle ultime elezioni amministrative tenutesi la scorsa domenica, emerge la volontà del popolo italiano di sostenere Matteo Salvini apprezzando il suo operato, specie se è finalizzato al respingimento dei profughi e alla diffusione di xenofobia, omofobia e repressione nei confronti degli oppositori

Lost Horizon (Orizzonte Perduto in italiano) è il titolo di un romanzo dello scrittore inglese James Hilton che tratta l’argomento del mondo ideale introducendo il concetto di paradiso terrestre rappresentato dallo Shangri-La, un luogo dove regna la pace buddista reinterpretata in chiave cristiana e dove gli abitanti hanno scelto uno stile di vita privo di umane debolezze come interesse, odio, invidia, avidità, insolenza, avarizia, ira, adulazione. L’orizzonte è quella linea apparente, e come tale irraggiungibile, che divide la terra dal cielo e che, in mare aperto, è molto più definita. Dista circa 5 chilometri dall’osservatore ed è un riferimento fondamentale per la navigazione e il volo. In virtù della curvatura terrestre, l’orizzonte si sposta allo spostarsi del punto di osservazione, salvo che non si stabilisca un punto fisso posto sull’orizzonte che, quindi, è possibile raggiungere. Sotto il profilo figurativo, l’orizzonte è assimilabile agli obiettivi che l’uomo si prefigge che, spesso, sono estremamente soggettivi: per qualcuno mirano al raggiungimento dello Shangri-La, per altri sono molto più ristretti e coprono distanze spazio-temporali come quelle comprese fra il pranzo e la cena. Se si appartiene a una società, però, la discrezionalità non è illimitata ma è funzione di leggi terrene. In democrazia la maggioranza degli elettori demanda ai propri rappresentanti, secondo le norme elettorali vigenti, il compito di formulare leggi che governino e limitino la discrezionalità. Se qualcuno ritiene che siano compromessi i propri obiettivi, può vedere soddisfatte le proprie ragioni lasciando il paese di appartenenza, o attendendo che la maggioranza degli elettori che li ostacola cambi le proprie opinioni o può tentare di modificarle. Questo sarebbe il senso della democrazia se venissero rispettate le indicazioni espresse nella Costituzione e fossero corrette, funzionali e rispettose della volontà comune, tutte le componenti del sistema sociale. Proprio partendo dagli elettori, cardine della sovranità popolare, le certezze e gli obiettivi sono incredibilmente eterogenei perché mentre c’è chi sogna una società libera da convenzioni simile allo Shangri-La, c’è chi si accontenta di delegare qualcuno, uno qualsiasi, cui demandare le proprie responsabilità evitando di partecipare attivamente alla crescita sociale. Ciò che ostacola seriamente il regolare esercizio delle scelte finalizzate al successo della comunità, sono la vulnerabilità e la condizionabilità dell’elettorato. Composto di cittadini che cambiano opinione con incredibile rapidità passando, in meno di una gestazione, da potenziali pacifisti reduci da Woodstock a membri della milizia al soldo di un aspirante dittatore, l’elettorato lascia emergere la totale assenza di un orizzonte comune e tantomeno di obiettivi. Mentre un bravo navigante non abbandona mai completamente la vista dell’orizzonte, così come Ulisse che non cedette alle lusinghe delle Sirene occludendo le orecchie dei suoi compagni e facendosi legare da Perimede ed Euriloco, gli elettori si lasciano abbacinare dagli innumerevoli specchietti disseminati sul loro tragitto, per poi finire come le allodole. E’ all’incirca dall’ultimo conflitto mondiale e dal periodo postbellico, che gli italiani non condividono gli stessi obiettivi. Allora miravano alla libertà e alla sopravvivenza, al bisogno di salvare l’Italia dalla deriva e alla ricostruzione del Paese, adesso a bisogni individuali indotti strumentalmente da pochi emergenti. Gli elettori scelgono di seguire i pifferai di Hamelin eleggendo quello che suona più forte degli altri, anche se la loro sorte è stata e sarà la stessa dei bimbi nel calvario del Koppen. Anche questa potrebbe essere una scelta di maggioranza se davvero fosse frutto di un pensiero ragionato, conscio, e responsabile. Il problema è che l’elettorato che commette errori oggi è lo stesso che lo fatto qualche anno o decennio fa, fatte salve le mutazioni demografiche. In breve, chi ha votato per uno schieramento alle scorse elezioni è lo stesso che oggi vota per quello opposto. L’elettorato non ha orizzonti o, almeno, così è divenuto seguendo governanti tanto avidi quanto inconcludenti. Il popolo italiano è capace di mutare idea sul futuro del Paese come se decidesse sull’acquisto di un paio di scarpe. Questo non significa che gli elettori siano degli incoscienti senza discernimento ma, probabilmente, sono il risultato di una repubblica mai iniziata che produce governi da cui sottrarsi il più rapidamente possibile per sfuggire a una cattiva condizione sociale salvo, poi, preferirne una qualsiasi, la più rumorosa, clamorosa e probabilmente peggiore, purché differente. Il risultato si traduce nella distruzione sistematica del preesistente, anche quando è valido, nell’incremento di divisione sociale e nell’esternazione dell’odio sempre contro i più deboli. Al contrario, aumenta la tolleranza per i soprusi spacciati per sacrifici necessari e per i faccendieri capaci di speculare su qualunque disgrazia. A tal proposito, è necessario citare una condizione che accumuna i deboli e gli orizzonti. Come ormai accade da alcuni anni, molti cittadini stranieri, preda di trafficanti senza scrupoli, lasciano i loro paesi alla ricerca di una nuova patria che li ospiti, per il bisogno di sfuggire alle guerre o alla fame, oppure solo per lasciare la società di appartenenza e sceglierne una più confacente al proprio ideale. Esattamente come i nostri connazionali che lo hanno fatto e lo fanno alla volta delle altre località del mondo. Nel loro viaggio scelgono l’Italia per restarci o per raggiungere il nord dell’Europa. Fra i tanti battelli che attraccano sulle nostre coste, la nave Aquarius si apprestava a farlo ignorando che, intanto, l’Italia era oggetto di un profondo cambiamento che partiva proprio dall’accoglienza degli immigrati. La nave reca un equipaggio di 629 esseri umani fra uomini, donne e bambini in precarie condizioni e con la scarsezza di acqua e viveri. Proprio in virtù della nuova era politica, però, l’Italia gli ha respinti imponendo la chiusura di tutti i porti italiani.  Solo dopo molte ore passate al largo delle coste italiane, l’Aquarius è ripartita alla volta di Valencia dove, il premier socialista spagnolo, Pedro Sanchez, ha disposto l’accoglienza. Quanto avviene in queste ore, è la diretta conseguenza della volontà solidale del neo governo italiano che tramite le decisioni dei vicepresidenti Matteo Salvini e Luigi Di Maio ha stabilito di respingere qualsiasi richiedente asilo e cessare il sostegno umanitario per quelli già presenti sul territorio nazionale. In totale disprezzo delle convenzioni internazionali e quelle sulla navigazione, l’Italia ha deciso così. A poco sono serviti gli appelli di chi nutre ancora rispetto per l’umanità perché, in Italia, la maggioranza degli elettori ha scelto i loro capi proprio per le loro scelte e chi ritiene che siano compromessi i più elementari diritti umani, può vedere soddisfatte le proprie ragioni lasciando il paese di appartenenza o attendendo che la maggioranza degli elettori cambi le opinioni oppure tentando di convincerli a cambiarle. Dagli esiti delle ultime elezioni amministrative tenutesi la scorsa domenica, emerge la volontà del popolo italiano di sostenere Matteo Salvini apprezzando il suo operato, specie se è finalizzato al respingimento dei profughi e alla diffusione di xenofobia, omofobia e repressione nei confronti degli oppositori. L’Italia ha scelto e l’ha fatto nello stesso modo in cui ha generato i governi precedenti e nello stesso modo accadrà che gli elettori, a breve, si lamenteranno di subirne le conseguenze. Gli italiani hanno deciso di rendere compatibili la logica, la religione e le parole dei suoi governanti anche se non lo sono, esattamente con la stessa tranquillità con cui, il 4 marzo scorso sono usciti dalla messa domenicale per entrare nei seggi a compiere il proprio dovere, decretando che i migranti sono una presenza ingombrante da cui liberarsi a condizione, però, che sia fatto salvo il diritto di percorrere i viali delle città in cerca della prostituta nigeriana che più aggrada. Questa volta gli italiani hanno davvero deciso d’ignorare il loro orizzonte e si lasciano trascinare dalle onde verso la deriva perché, quella che ci sta avviluppando, è una nebbia densa che offusca la ragione e oscura il nostro futuro.

 



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