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Orribile usare i bambini per fermare i genitori

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

28
GIU
2018

La situazione nei centri sul confine Usa-Messico è caotica. Dopo le polemiche il presidente americano ha dovuto fare marcia indietro e firmare un decreto secondo cui in futuro nessuna famiglia verrà più separata. Ma i 2.300 bambini già strappati via ai familiari che fine faranno dopo che scadranno i 20 giorni di detenzione dall’arresto dei genitori?

Nel periodo delle vacanze scolastiche, fra un corso di studi e il successivo, sono frequentemente organizzati campi estivi per i bambini e i ragazzi che frequentano le classi della scuola primaria e secondaria di primo grado. Sono dislocati in molte località del territorio nazionale ed estero e hanno diverse finalità che spaziano dall’approfondimento dello studio delle lingue straniere a quello della robotica, dalla specializzazione delle discipline sportive alla conoscenza della natura attraverso il rapporto diretto. Sono esperienze che, indipendentemente dall’opinione individuale circa la loro maggiore o minore utilità, vertono a incrementare l’autonomia dei ragazzi, ad aumentare la loro capacità di vivere in comunità e accrescere le loro conoscenze. Nonostante si tratti di situazioni in cui prevalga l’attività ludica in località amene, capita che alcuni bambini, specie quelli alla prima esperienza, risentano del distacco dalla famiglia e della difficoltà di adattamento sicché una condizione gradevole si trasforma in una vera tragedia per i piccoli che, fra pianti e digiuni, soffrono tanto da indurre i genitori a prelevarli per riportarli a casa. Evidentemente non è un trauma così grande da dover generare serie preoccupazioni e che necessità solo del giusto momento e della sufficiente acquisizione di autonomia dei bambini. Guardando dalla loro ottica, però, è una vera sofferenza ritrovarsi lontani dagli affetti e fra persone e luoghi sconosciuti. Adesso proviamo a traslare questa sensazione amplificandola iperbolicamente in situazioni, luoghi e personaggi differenti ed enormemente traumatizzanti. Il presidente degli Stati Uniti d’America, Donald Trump, ha firmato un documento che mira a contenere il flusso migratorio dal Messico, in attesa di poter ottenere i consensi necessari a realizzare l’enorme muraglia che divida questo paese dagli States. In esso ha richiesto la presenza e l’intervento al confine della Guardia Nazionale e dei militari del Dipartimento della pubblica sicurezza che hanno l’ordine di arrestare tutti gli immigrati privi di documentazione atta a dimostrare il diritto a varcare il confine. Oltre a questo, il cambiamento voluto da Trump definito “tolleranza zero” indica questi soggetti come penalmente perseguibili e, pertanto, ne prevede l’arresto fino a definizione della loro condizione per un periodo indefinito. Per avvalorare la sua tesi, smentita dai dati che attestano come dopo un breve decremento, i flussi sono ritornati a essere anche maggiori dal varo della legge anti immigrazione, Trump ha dichiarato, durante un discorso a White Sulpur Springs, nel West Virginia, che gli immigrati clandestini messicani sono "assassini" e "stupratori". Come se con le modalità di detenzione particolarmente severe non fossero già ampiamente violate le norme internazionali sui diritti dell’uomo, la “tolleranza zero” prevede che le famiglie d’immigrati siano separate al confine, recludendo uomini, donne e bambini separatamente e in luoghi differenti. Circa i bambini, già dall’età di 18 mesi, entro 72 ore dall’arresto, sono affidati all’Office of Refugee Resettlement (ORR), l’ufficio per il ricollocamento dei rifugiati, che si occupa di tradurli in centri di detenzione che, senza incorrere in esagerazioni, sono stati definiti “gabbie” perché tali sono. Ritornando ai bambini che frequentano i campi scuola e si disperano per non volerci restare, anche avendoli scelti e trovandosi in un ambiente eccellente, immaginiamo cosa possano provare i bambini, specie i più piccoli, che sono materialmente strappati dai loro genitori e reclusi in condizioni essenziali, senza conoscerne il motivo e ignorando il loro destino e quello dei loro cari. È inevitabile pensare a situazioni simili, anche se con finalità differenti, perpetrate durante la politica razziale nella Germania nazista. Melania Trump, moglie del presidente, proseguendo la sua campagna “Be Best” che mira alla salute e la felicità dei bambini nel mondo di oggi spesso inquietante, ha apertamente dichiarato il suo dissenso alle decisioni del Tycoon decidendo, inoltre, di voler conoscere tutto l’iter cui sono soggetti i piccoli reclusi e visitando il confine fra Messico e Stati Uniti. La First Lady ha dichiarato che “odia vedere bambini separati dalle loro famiglie” e che “spera che le due parti del Congresso possano raggiungere alla fine un accordo per varare una riuscita riforma dell’immigrazione”. Melania Trump “pensa che il paese debba rispettare la legge ma che debba anche essere governato con il cuore”. Trump incolpa delle sue decisioni i democratici, scrivendo “che stanno provocando la separazione delle famiglie al confine con la loro orribile e crudele agenda legislativa”. In sostanza se il Congresso non acconsente a finanziare la realizzazione del muro di confine e altre assurdità simili, lui continuerà a usare i bambini immigrati dall’America Latina come ostaggi. È ancora più irragionevole la posizione giuridica attribuita ai piccoli immigrati che sono stati classificati come “minori stranieri non accompagnati” come se fossero arrivati al confine soli anche a 18 mesi. Evidentemente, nei paesi di provenienza degli immigrati c’è un problema reale perché, diversamente, questi non si sposterebbero se non ne sentissero la necessità, infatti, l’osservatorio sulla violenza Cattrachas ha rilevato nell’America Latina un elevatissimo numero di morti violente causate dal clima di odio istigato gli atteggiamenti progressisti, specie contro le comunità LGBT (Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender) e di terrore istaurato dai narcotrafficanti. Chi ostacola l’immigrazione asserisce che gli States non ne sono responsabili e la “tolleranza zero” prevede solo l’ospitalità per i rifugiati in pericolo di vita che però sono ritenuti tali dopo una lunga e discrezionale istruttoria mentre sono ospiti dei campi-carceri americani. Ovviamente si sottace che i maggiori consumatori di stupefacenti provenienti dall’America Latina sono gli States e che l’odio contro la comunità LGBT parte proprio dagli stati a confine con il Messico, grandi promotori di Trump. La domanda che ci si pone a fronte di questa situazione aberrante riguarda proprio i 2200 bambini reclusi. Quale responsabilità o crimine hanno commesso per subire un simile trattamento definito da Colleen Kraft, presidente dell’American Academy of Pediatrics, come qualcosa che “va contro tutto ciò per cui lottiamo come pediatri”? Il sistema voluto da Trump non prevede una precisa modalità di ricongiungimento delle famiglie sia se debbano essere rimpatriate sia se siano considerate rifugiate sicché c’è il rischio concreto che i genitori siano riportati oltre la frontiera e i figli restino reclusi in America. Intanto, in quei campi di concentramento si possono ascoltare tutto il giorno i pianti strazianti e le urla di bambini che chiamano il loro “Papà” e la loro “Mami”. Viviamo nel XXI secolo e qualcuno, alla fine, dovrà spiegare a quei bambini che è giusto quello che sta loro accadendo perché noi siamo civili ed evoluti mentre loro sono “assassini” e “stupratori”. In Italia queste cose non accadono perché noi siamo differenti. Noi siamo migliori.



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