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CRONACHE DI UN CONNESSO VIAGGIATORE/RESTIAMO DI SESSO

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

8
OTT
2018

“Vogliamo vedere, vogliamo sapere… dacci un po’ di sangue in TV” urlava Corrado Guzzanti, nell’esilarante satira di Gianni Minoli e del suo “Mixer”. Vennero poi i famosi plastici dell’immortale Bruno Vespa: sofisticate e dettagliate riproduzioni in scala di scene del crimine, con tanto di sublimazione della morte e del dolore. I nostri meccanismi di sopravvivenza necessitano di giocare col senso delle cose, anche quelle più drammatiche, per rimarcare la distanza dal male, invocando la salvezza, l’intangibilità  delle nostre carni.
Dolore e morte, ma anche sesso. Uno dei mentori della mia deformazione culturale, l’immenso e simpaticissimo Lino Banfi, giocava con il dialetto pugliese, facendo volutamente confusione tra pietre e lussuria. “Sesso” era dunque la parola che indicava un doppio significato, un po’ come quando, per dire che non sopportava il corpulento genero, in “Occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio”, gli rinfacciava che per lui era “questione di pelle, ma non in senso epidermico”.
Restiamo dunque di sesso dinanzi al dilagare degli scandali che hanno ad oggetto le camere da letto dei vips. La vicenda di Asia Argento e Jimmy Bennett ha fatto scalpore, con Massimo Giletti, novello Caronte, che traghettava il giovane e patinato venditore di sesso verso le pruriginose spiagge dell’Acheronte. “Guai a voi, anime prave”, urlava il nodoso nocchiero e anche qui, nella mia sdegnosa ripulsa verso il teatro delle finte violenze, ho potuto concentrarmi sul riecheggiare del suono aspro della voce maligna. Dolore e sesso, fango e incredulità, come in “Temptation Island”, dove ex mariti fedifraghi ed ex mogli, riemerse dalle cornificazioni a furia di botulino e bisturi, immergono le proprie coscienze dolenti nel coito della purificazione.
I riti orgiastici contemporanei farebbero invidia alle baccanti e di certo Dioniso non si annoierebbe, né penserebbe di aver inseminato invano, osservando le umide scie di bava lasciva che i moderni esemplari di homo nudus, povero in canna e debole di spirito, dedicano all’arte del guardare.
Innocenti o colpevoli, vittime e carnefici, si immergono in un grosso pentolone, ricolmo di pezzi di carne, seni, cosce, tatuaggi improponibili che deturpano membra ingigantite dalla palestra e dagli integratori. Tutto questo è il rimaner di sesso a cui siamo avvezzi, condannati a domandarci per sempre se effettivamente Asia abbia violentato il piccolo, tenero, squallido Jimmy, pur increduli di fronte all’erezione indotta del piccolo paraculo patinato. Alvaro Vitali avrebbe sdrammatizzato, con un’espressione delle sue, ingrifata e divertente, accettando di buon grado la violenza, ma allora erano altri tempi e non era stato ancora inventato “matrimonio a prima vista”. Eh sì, cari i miei piccoli lettori, qualche sera fa mi è capitato di soffermare il mio sadismo di impostazione nazista, che ogni tanto, giocosamente, vuole riemergere dagli abissi in cui lo confina la ragione, su questa strana trasmissione. Stavo appena smettendo di elevare irripetibili bestemmie verso qualche antica divinità aramaica, domandandomi imbufalito come ci si potesse prestare ad un simile scempio, quando una simpatica concorrente cominciava a narrare la soddisfazione provata nelle sue evoluzioni amorose con lo sconosciuto marito. E’ stato troppo, persino per un maniaco sociopatico come me. Sono crollato, ed una dopo l’altra mi sono sorbito ben tre storie simili, in cui strambi individui provavano a far nascere l’amore a partire dal sorteggio. Cosa dirvi? In cerca di solidi punti di riferimento mi sono rifugiato nelle certezze assolute dell’eroe ragazzo Arturo, maledicendo l’involuzione della specie, che davvero, davvero, davvero, a volte mi lascia di sesso. 



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