MENU

OBIETTIVO SENSIBILE/SENTI CHI PARLA

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

15
NOV
2018

La premessa è d’obbligo: giungano i nostri migliori auguri a Virginia Raggi per l’assoluzione che pone (per ora) la parola fine a un procedimento giudiziario impegnativo dal punto di vista personale e politico. Detto questo, non ci sono certo sfuggite le invettive scomposte di qualche suo compagno di partito che forse farebbe bene a decidere se da grande vuole fare il turista o sporcarsi le mani con la politica.
Ci riferiamo ovviamente a Di Battista, secondo il quale la Raggi è stata “trattata come una mafiosa“: “Anzi peggio, perché i mafiosi, quelli veri, quelli che per anni hanno intrattenuto rapporti e frequentazioni con alcuni dei loro editori, non li hanno mai trattati così. L’hanno descritta come una ladra, l’hanno accusata di corruzione non si sa poi davvero perché”. Quindi ha concluso parlando di quegli attacchi che secondo lui le sono stati fatti in quanto donna: “Soprattutto hanno provato a colpirla come donna trattandola persino come una ragazza dissoluta, come una cortigiana moderna, come una sgualdrina. Le hanno appioppato una relazione sessuale dopo l’altra provando a colpirla nei suoi affetti, nella sua famiglia. Nei suoi confronti hanno avuto, proprio loro che fanno i political correct e che sono i primi a scandalizzarsi per i molestatori delle star di Hollywood, vomitevoli atteggiamenti maschilisti. E le false femministe nostrane, quelle a targhe alterne per intenderci, quelle che senza nemmeno rendersene conto sono le migliori amiche del più becero maschilismo, non hanno aperto bocca. Perché infangare un grillino per costoro in fondo non è mai reato! Oggi la verità giudiziaria ha dimostrato solo una cosa: che le uniche puttane qui sono proprio loro, questi pennivendoli che non si prostituiscono neppure per necessità, ma solo per viltà”.
Quindi secondo il pasionario pentastar in vacanza perenne in Guatemala, la disonestà intellettuale imperverserebbe tra gli scribi, unica casta affetta prepotentemente da questo insopportabile morbo.
La tesi non ci convince non tanto perché riteniamo i giornalisti degli inguaribili idealisti (tutt’altro) quanto perché teorizziamo da sempre l’equa distribuzione delle meretrici in maniera gaussianna.
La disonestà è ovunque, anche tra i politici e perfino tra i cittadini pentastellati.
Dibba dovrebbe declinare bene l’accezione di puttana perché, se ci riferiamo alla disonestà intellettuale (anche quando non accompagnata da responsabilità di tipo penale o da dolo), allora dalla vicenda Quarto fino ai condoni (o colpi di spugna) infilati e poi espunti dai provvedimenti governativi c’è molto di peripatetico anche nell’azione politica pentastellata.
Prostituzione intellettuale è anche l’incoscienza di reputarsi capaci di sostituirsi alla vecchia politica non essendo nemmeno in grado di leggere e capire un provvedimento (figuriamoci di concepirlo) scaricando in maniera codarda e puerile la colpa sulle manine, sui poteri forti o su quelli che c’erano prima.
Prostituzione intellettuale è anche crocefiggere Ignazio Marino e Gianni Alemanno con dei metodi del tutto simili a quelli utilizzati contro Virginia Raggi onde poi gridare alla marchetta da marciapiede quando gli schizzi di fango lambiscono i tuoi esponenti.
Prostituzione intellettuale è anche il doppio registro comunicazionale di uno come Rocco Casalino, istituzionale in pubblico e triviale nei fuorionda fino a rasentare il cinismo a guisa di belva.
Non si dimentichi nemmeno l’atteggiamento ambiguo di chi, nato da un vaffa, si era posto come alternativo a qualsiasi forza politica tradizionale finendo invece col flirtare per ottanta giorni ora con il PD e ora con la Lega onde poi fare un governo con quest’ultima.
E non sfugga parimenti il comportamento da puttana di bassofondo dei numerosi esponenti pentastar che tempo per tempo hanno dichiarato titoli inesistenti sui propri curriculum o la disinvoltura di chi ha demonizzato Silvio Berlusconi per una vita finendo poi scritturato dalla sua casa editrice.
Prostituzione è anche quella di mettere il preservativo dello streaming quando ti conviene per ridicolizzare i tuoi avversari onde poi toglierlo quando ad essere ridicolizzato potresti essere tu.
Forse a Dibba, a parte i congiuntivi, sfugge un concetto molto importante: le puttane sono ovunque.
Ci sono puttane di alto bordo che esercitano con classe o per compensi ragguardevoli e poi ci sono quelle da marciapiede che lo fanno in maniera sgraziata e a buon mercato.
In quale delle due si riconosce il nostro Che Guevara di Roma Nord? Noi una mezza idea ce l’abbiamo.



Lascia un commento

Nome: (obbligatorio)


Email: (obbligatoria - non sarà pubblica)


Sito:
Commento: (obbligatorio)

Invia commento


ATTENZIONE: il tuo commento verrà prima moderato e se ritenuto idoneo sarà pubblicato

Sponsor