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MY TWO CENTS/NON È SUCCESSO NIENTE

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

21
NOV
2018

Sono stato almeno un'ora e mezza in piedi vicino alla porta per parlare con te al telefono. Quello che ci siamo detti lo sappiamo solo noi però sono sicuro che tra i pochi passeggeri ancora svegli qualcuno deve avermi preso per pazzo. D'altra parte uno che di notte parla da solo su un treno e magari ogni tanto gesticola rischia di non sembrare tanto normale. Poi tu ti sei addormentata. O almeno così mi hai detto perché secondo me invece non hai chiuso occhio neanche tu. Nel frattempo io ho fumato decine di sigarette di nascosto. Metodico, ogni volta ho controllato che non arrivasse nessuno, ho aperto il finestrino e mi sono goduto la mia sigaretta proibita. Qualche volta ho dovuto anche chiudermi in bagno, come i ragazzini o quelli che non hanno il biglietto e chissà da cosa e verso cosa scappano. Io invece il biglietto ce l'ho e non scappo da niente. Mi serve per venire da te. Ho solo bisogno di fumare e, con il tabacco, mandare in fumo anche le ore che ci separano. E i chilometri e le incomprensioni che ci tengono svegli. Torino è sempre più vicina. Ad ogni fermata mi affaccio alla porta per fumare e l'aria gelida mi schiaffeggia, come se non fossi già abbastanza sveglio con i miei pensieri. Il treno si ferma e sono il primo a scendere, ne sono sicuro. Sono nell'ultimo vagone ma ti vedo già. Il tempo e la distanza che ci separano non esistono più e a ogni passo che faccio verso di te se ne vanno via anche le incomprensioni. Ti abbraccio, forte. Tu piangi. Piangi così tanto che hai la fronte tutta rossa e sento la tua faccia premere sulla mia spalla. Non succederà più. Non è successo niente.



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