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QUI E ORA/CHI SONO I BUONI E CHI I CATTIVI

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

1
FEB
2019

Attenzione: questo articolo contiene messaggi provocatori sull'ondata di intolleranza cresciuta negli ultimi anni in Italia. Si prega di maneggiare con cura

“Siamo gente per bene, e stiamo creando una norma che inibisca l'ingresso delle Ong per ordine pubblico”, “Io sono convinto che sia un traffico di esseri umani organizzato: dall'Africa non arrivano poveretti, ma altre persone”, “Aprire i porti vuol dire fare un favore ai criminali che gestiscono i traffici”, “Meno sbarchi, meno morti, meno soldi alla mafia, più diritti e più sicurezza. Ci vuole tanto a capirlo???”, “Tutta l’Africa in Italia non ci sta!”. Queste sono alcune delle esternazioni profuse dagli esponenti del Governo in carica in questo periodo nel nostro Paese. Sono frasi inequivocabili che esprimono le opinioni dei membri del Governo in carica e di coloro che danno loro sostegno approvando le politiche messe in atto contro l’accoglienza di migranti e rifugiati che giungono in Italia. L’unica loro eccezione riguarda gli immigrati regolari, solo se abbiamo un lavoro stabile e rispettino il ruolo di ospiti. In queste espressioni è contenuto il pensiero istituzionale di chi vuole “mettere ordine” alla Nazione. Oltre agli immigrati, l’attenzione dei nostri governanti è rivolta anche nei confronti di altre realtà che sono sotto i loro riflettori. Non le contesteremo ma cercheremo soltanto di seguire il percorso tracciato dal governo Conte per comprendere gli obiettivi che intende raggiungere. Renderemo palese il pensiero di chi si sente rappresentato da questi politici affinché, senza remore e attraverso le motivazioni filogovernative, si possa avere un’immagine precisa di come l’attuale Governo e i suoi sostenitori, vogliano che diventi l’Italia. Anche potendolo fare con incredibile semplicità, non confuteremo nessuna opinione e, anzi, cercheremo di dare voce a chi ritiene corretto il percorso politico intrapreso, a quella parte d’italiani che, in questo momento politico, si sente degnamente rappresentata. Partiamo dal principio che c’è un’enorme riscoperta dei confini entro i quali si vogliono imporre regole avulse dall’Europa e dal resto del mondo dove la prima norma sia la soddisfazione dei bisogni degli italiani prima di ogni altro. In breve, “Prima gli italiani”, così come recita il motto sempre presente nei discorsi dei nostri vertici di governo. In sostanza s’intende instaurare il nazionalismo xenofobo giustificato da ragioni di stato. Per avere un’idea del pensiero filogovernativo, è necessario ascoltare la voce degli elettori che, ormai titolati a farlo, danno sfogo ai loro pensieri che ritengono siano stati per troppo tempo repressi. Ora, infatti, chiunque esprime le proprie opinioni anche non avendo un’idea precisa del suo contenuto, assecondando soltanto il proprio istinto e lasciandosi trasportare dalle sensazioni che esso suscita. In merito ai migranti che cercano di raggiungere l’Italia, provenienti principalmente dall’Africa, dal Medio Oriente e dall’Asia, sono considerati alieni, sconosciuti e, pertanto, invasori a causa dell’aspetto, degli usi, costumi e religioni differenti. Sempre ascoltando la “pancia” degli elettori, comprendiamo che di loro sanno poco e non hanno nessuna volontà di sapere altro. Loro si accontentano del retaggio atavico influenzato dalle colonizzazioni del passato e di qualche principio astratto. Pertanto, come in un mantra, ripetono luoghi comuni privi di concreti raffronti spazio-temporali, dedicando appellativi e improperi verso le etnie differenti. “I negri sono sporchi, portano malattie, violentano le donne, spacciano e rubano, non sono evoluti come noi”, ”Sono arretrati, sfruttano donne e bambini, sono musulmani e come tali interferiscono con la nostra religione”, “Gli immigrati sono potenziali terroristi”, “Vengono in Italia a rubare il lavoro, non pagano le tasse e hanno invaso città intere”. Secondo la regola che una falsità ripetuta diviene una convinzione, i nuovi sostenitori di patria e valori cercano anche le soluzioni, radicali e lapidarie, a quella che ritengono un’invasione. Così, è facile ascoltare anche nelle sfere istituzionali, espressioni del tipo “Mandiamoli tutti a casa!”, “Bombardiamo i barconi che si avvicinano all’Italia”, “Se muoiono in mare, non è colpa nostra. Potevano restare a casa loro”, detto in totale disprezzo per la vita umana di chi pensa di trovare una condizione migliore oltre il Mediterraneo. Alcuni pareri, però, sono più reconditi e condivisi in un mondo sommerso di pensieri, perché oggettivamente impensabili per una società civile. Per riportarne i contenuti, è necessario comprendere come alcuni italiani ritengano il Paese, la culla di ogni forma evolutiva rispetto al resto del mondo tant’è, si parla degli “altri” come se fossero inferiori. È così che i “negri” divengono utili per i lavori logoranti perché economici e infaticabili, i maschi sono tutti superdotati e le donne sono predisposte al sesso, mentre i “cinesi”, ossia chiunque provenga dall’Asia, siano capaci di copiare qualunque cosa e i “marocchini”, indicando come tali tutti gli abitanti dell’Africa settentrionale e del Medio Oriente, non vogliono lavorare, non usano indumenti intimi e, per accoppiarsi, non fanno distinzione fra sessi. Il fatto che l’Italia sia estesa quanto una provincia dell’Africa o dell’Asia e che i milioni di abitanti che popolano questi continenti siano singole entità dotate di caratteristiche personali e di pensiero autonomo, non sconvolge la logica che la vita di un italiano valga molto di più di quella di chiunque altro. Da queste convinzioni si origina una graduatoria di priorità contro i potenziali nemici della Nazione contro le regole di chi, in totale autonomia, ha stabilito quali siano le norme per essere un buon italiano. Dopo il disprezzo verso gli Africani e gli Asiatici, segue quello destinato agli Zingari, considerando tali tutte le etnie romanì anche molto differenti fra loro per usi e cultura. Chiunque rientri fra loro è considerato avvezzo a delinquere, al furto e al rapimento dei bambini. Infine, il sottile limite fra chi è gradito o sgradito all’italiano puro, coinvolge anche alcune categorie d’italiani. Fra essi sono compresi gli omosessuali perché il loro comportamento sconvolge i canoni della famiglia vera composta di uomini e donne, annoverando fra questi anche gli individui violenti e pericolosi. Chi si accoppia con finalità differenti dalla procreazione e usando apparati diversi da quello riproduttivo, infatti, non ha diritto di amare. Fra le categorie di italiani “border line” sono inclusi I meridionali, specie se campani e siciliani, particolarmente chiassosi, sfaticati, sporchi e disonesti che, però, possono essere tollerati solo a fini elettorali. Infine ci sono le donne che, secondo la nuova disciplina governativa, sono più adatte alle mansioni domestiche, a soddisfare i bisogni degli uomini, a procreare e a occuparsi della prole. I tossicodipendenti, definiti abitualmente “tossici” o “drogati” sono un’imbarazzante presenza sociale che sconvolge la normalità per la quale si confida nell’estinzione. Supponendo che l’eliminazione di questi che sono considerati ostacoli per la crescita dell’Italia e per la pacifica convivenza dei suoi abitanti, costatiamo che, però, fra i nemici della Nazione non sono state incluse altre categorie ugualmente scomode alla “new age” della Nazione. Per coerenza, infatti, oltre agli immigrati, specie se africani, agli zingari, agli omosessuali, ai tossicodipendenti, bisognerebbe aggiungere gli anziani, i malati cronici, i poveri e i disabili, perché inutili, costosi e improduttivi. Secondo lo stesso principio degli immigrati, gli anziani richiedono assistenza, percepiscono denaro senza lavorare, si ammalano frequentemente, i malati cronici soffrono e hanno bisogno di continue cure, pertanto sono un onere per la società, i poveri si lamentano ma non fanno nulla per cambiare la loro condizione e se sono tali, é solo colpa loro, i disabili, per definizione, sono in concreto incapaci, non sono autonomi e pretendono continuamente privilegi. Chi è sano, può forse sentirsi in colpa per i disabili? È una colpa essere ricchi? Gli anziani dovrebbero cedere i loro beni e ritirarsi dalla società senza disturbare parenti e amici. Risolvendo questi ulteriori problemi, l’Italia dovrebbe crescere senza sosta specie con la guida di persone forti che amano ordine e disciplina. A rifletterci, il nazionalismo, il razzismo, la xenofobia, l’omofobia, l’esclusione sociale sono misure davvero utili a cambiare il Paese e non importa come. Perché preoccuparsi di poter diventare migranti, d’invecchiare, di ammalarsi gravemente o diventare disabili, avere figli omosessuali o che possano sposare zingari e negri? Questo, nella nuova Italia non può accadere e in questo momento meno che mai. Molto presto saremo solo italiani, ricchi e sani. Viva l’Italia, viva gli italiani!

 



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