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Sfera Ebbasta, il trionfo del pessimo. I figli del rampantismo che si stanno prendendo tutto quello che era stato loro promesso (e che non gli è mai stato dato)

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

25
FEB
2019

A scanso di equivoci vorremmo puntualizzare una cosa: a nostro modestissimo avviso, Sfera Ebbasta scrive dei testi imbecilli (anche musicalmente è una mezza sega) così come molti di quegli scappati di casa che si sono messi a fare Trap e che non si separano dal loro autotune manco fosse il pappagallo in un reparto di geriatria.

Anche i testi trap sono stucchevolmente ripetitivi: parlano sempre di un’infanzia fatta di privazioni manco fossero bambini dello Zimbawe (non avere le scarpe pitonate da mille euro non è una grave mancanza) messa in relazione con la celebrazione dell’essere arrivati che consiste nel maneggiare barcate soldi, bombarsi di roba fino a scoppiare e trombarsi una gran quantità di donne considerandole degli accessori, dei complementi d’arredo.

Come se venire dalla periferia o da una situazione di ristrettezze economiche ti autorizzasse a non vivere con dignità e onore ma ti desse il lasciapassare per fare il balordo giustificandoti con il classico “perché prima non avevamo niente“.

Il costrutto giustificazionista su cui si basa il trap non sta quindi in piedi perché prova a nobilitare, reinterpretandola in chiave poetica, una logica da complessati affetti dalla “poraccitudine” tipica di chi prova a sopperire con quintali di apparenza ad una grave mancanza di sostanza e si mette a fare lo sborone.

Se l’essersi fatti dal nulla si riduce all’essere strafatti o poco altro, siamo alla dittatura culturale dei lobotomizzati, all’egemonia del vuoto cosmico, al trionfo de “lo famo strano”.

Tutto ciò premesso, appare però quantomeno surreale che la Rai Tv escluda Sfera Ebbasta dalla giuria del programma musicale The Voice sia perché il trapper in questione non avrebbe manifestato sufficientemente il suo cordoglio in occasione della tragedia di Corinaldo (durante un suo concerto ci furono dei morti) sia perché i suoi testi sarebbero inadatti a un programma di servizio pubblico.

In pratica dalla televisione di Stato avrebbero voluto un atteggiamento più contrito per la tragedia, foss’anche qualche ipocrita lacrimuccia pur di poter mettere a posto la pratica burocratica del cordoglio che deve seguire un suo preciso rituale. Purtroppo invece il genio in questione, qualche giorno dopo, era in rete a scrivere ai suoi fan post del tipo “raga ci vediamo prossimamente ai miei concerti” più per superficialità tipica di una zucca vuota che per cattiveria. 

Quanto ai suoi testi, fa sorridere che la tv di Stato li censuri nascondendo la polvere sotto il tappeto piuttosto che affrontare il tema domandandosi perché stia crescendo una generazione di scoppiati e incazzati col mondo i quali reputano che essere arrivati coincida solo con il potere di spesa e con la possibilità di riuscire disporre del prossimo a guisa di belva.

Probabilmente la società (e la classe dirigente) non ha alcuna voglia di capire da cosa derivi certa rabbia mista a materialismo arrogante perché, qualora se ne indagassero le cause, probabilmente si scoprirebbe che questi ragazzi sono il frutto di un sistema che li ha presi in giro per poi lasciarli in braghe di tela senza una prospettiva.

Per anni ci hanno fatto credere che l’ascensore sociale fosse in funzione, che il successo fosse alla portata di tutti (indipendentemente dalla provenienza), che le nuove generazioni fossero al centro dell’agire politico, che tutto venisse fatto per “lasciare ai nostri figli un futuro migliore, un avvenire solido” e che il rampantismo fosse il modello vincente. Ma era solo un diversivo per tenere buoni i ragazzi mentre nel frattempo gli si fracassava il futuro, gli si derubavano le risorse per far funzionare il sistema. Erano indebitati a loro insaputa e stavano pagando il conto dello champagne con cui gozzovigliavano i loro vecchi.

(La cover di Rolling Stone dedicata a Sfera)

E allora il risultato è stato il grillismo ossia “vi veniamo a stanare e vi sfasciamo le terga” e questa nuova corrente di pensiero simil bullista ossia “ci avete promesso il lusso e noi ce lo veniamo a prendere con gli interessi, non ci rassegniamo alla mediocrità in cui ci avete cacciato”. Ma allora questi ragazzi sono vittime o carnefici? Sono gli artefici o il prodotto di una società sbagliata? Prima di reprimere e censurare sarebbe opportuno ascoltare e capire.



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