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La centralità geopolitica del Mediterraneo è fondamentale per lo sviluppo strategico della Blue Economy

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

28
FEB
2019

Attraverso la storia dell’umanità il “Mare Nostrum” come gli antichi romani chiamavano il Mar Mediterraneo, ha conosciuto diverse denominazioni, dal latino “Mediterraneus” ovvero “in mezzo alle terre” all’arabo “Mar Bianco di mezzo” sino alla dizione giapponese “mare in mezzo alle terre”. Se si fa riferimento alla sua geografia fisica, è situato tra Europa, Nord Africa e Asia occidentale.  Ha una superficie di 2,51 milioni di chilometri quadrati. Il destino di un’area riposa nella sua geografia: il Mediterraneo è un’autostrada in cui transitano derrate alimentare, risorse energetiche, beni e servizi. Al centro di questo vasto e attivo bacino geopolitico, l’Italia congiunge l’area mediterranea a quella medio-orientale.

   Confina con oltre venti Paesi e la maggior parte delle città marinare e delle Isole in Europa, con le loro realtà industriali, commerciali e professionali caratterizzano anche la realtà economica e sociale del continente e non solo, rendendo necessario il collegamento e la cooperazione con altre comunità marittime.

    Per l’Italia il mare ha un ruolo chiave, anzi è una priorità: il cluster marittimo è uno dei settori più produttivi e dinamici dell’economia italiana, creando un imponente forza lavoro per produrre beni e servizi. L’Italia dipende dal mare per l’approvvigionamento delle risorse energetiche e per lo scambio sia di prodotti finiti e di materie prime in ragione della sua posizione geografica.

    Dalla situazione geopolitica del Mediterraneo dipendono anche le reali possibilità del nostro Paese di intraprendere un decisivo percorso verso la Blue Economy.

L’Unione Europea ha come obiettivo strategico la Blue Growth (Crescita Blu): è lo sviluppo delle attività eco-compatibili che permettono una crescita economica e sociale che poggia sul mare. La cooperazione tra i vari Paesi è essenziale per gestire le attività marittime, proteggere l’ambiente e il patrimonio marittimo, prevenire e combattere l’inquinamento, migliorare la sicurezza in mare, promuovere la “crescita blu” e la creazione di posti di lavoro. La politica marittima integrata che nel Mediterraneo promuove la cooperazione e la governance incoraggiando la crescita sostenibile, definendo un approccio coerente alle questioni marittime, rafforzando il coordinamento tra i diversi settori interessati, comprende tra le politiche trasversali la pianificazione dello spazio marittimo, la sorveglianza marittima integrata, le strategie per i bacini marini e la Crescita Blu.

   La strategia a lungo termine per sostenere una crescita sostenibile nei settori marino e marittimo altro non è che la crescita blu. Riconosce inoltre che i mari e gli oceani sono un motore per l’economia europea, con potenzialità per l’innovazione e la crescita contribuendo alla politica marittima integrata per il conseguimento degli obiettivi della strategia Europa 2020. La strategia necessita delle misure specifiche di politica marittima integrata (conoscenze oceanografiche, pianificazione spazio marittimo, sorveglianza marittima integrata), di un approccio mirato alle attività specifiche (turismo costiero, energia degli oceani, estrazione mineraria degli oceani, acquacoltura) ed infine di strategie relative ai bacini marittimi per garantire la migliore combinazione possibile di misure volte a promuovere una crescita sostenibile, tenendo conto dei fattori climatici, oceanografici, economici, culturali e sociali (Mar Mediterraneo, Mar Artico, Mare del Nord, Mar Nero, Mar Baltico, Oceano Artico, Mar Adriatico e Mar Jonio).

    La blue economy, l’economia legata al mare sembra avere dunque, maggiori potenzialità anche su altri settori e bisogna evidenziare come dopo la crisi nel periodo tra il 2009 ed il 2013 ha dato segni importanti di tenuta sotto il profilo occupazionale e quello imprenditoriale. L’economia del mare come risorsa genera ricchezza, occupazione ed innovazione. Il mare unisce settori e tradizioni diverse e per l’Italia può essere un’occasione di rilancio in quanto il Mediterraneo rappresenta l’1% della superficie degli oceani ed il 19% del traffico marittimo mondiale, e la maggior parte del traffico tra Italia e Mediterraneo si sposta via mare. La centralità del Mediterraneo è fondamentale nel settore del traffico marittimo mondiale: attraverso uno dei passaggi principali da e verso il mare nostrum, il Canale di Suez, transitano navi portacontainer imponenti nelle dimensioni. Suez è un ponte naturale tra l’Europa e l’Oriente. Con l’estremo Oriente il Mediterraneo svolge un ruolo sempre più centrale proprio attraverso Suez che direziona il traffico da e verso l’Asia. La Cina ha negli ultimi anni, aumentato il commercio nell’area del Mediterraneo, effettuando importanti investimenti nella logistica marittima per lo sviluppo sempre crescente della via della seta. L’Italia è un vero hub strategico per tutti i Paesi europei con i porti principali di Trieste, Genova, Venezia. È il primo Paese in Europa per la quantità di merci importate via mare e per il fabbisogno energetico interno del continente, importa sempre via mare il petrolio. I passaggi obbligati sono purtroppo soggetti a minacce come la pirateria, il terrorismo marittimo ed instabilità politica degli Stati rivieraschi. La chiusura di questi passaggi cambierebbe le dinamiche del commercio mondiale con sostanziali danni economici e non solo anche per il nostro Paese. La difesa e la sicurezza nel Mar Mediterraneo è affidata alle navi “da guerra” che sono dislocate nei tratti di mare prospicienti le aree di interesse e di crisi, fuori le acque territoriali ma sempre pronte ad un intervento diretto. Tutte le unità navali hanno anche capacità duali per essere impiegate sia in Italia che all’estero, in caso di emergenza per calamità naturali etc., per trasportare materiale di prima necessità. Il nostro Paese ha una flotta di bandiera tra le più grandi al mondo e detiene anche il primato europeo nel traffico crocieristico ed in quello mondiale nella costruzione di navi passeggeri.

(Un'unità navale della MM impiegata in attività di antipirateria)

 Il ruolo del Mediterraneo nel complesso sistema dei flussi a traffico a scala mondiale è ancora in continua evoluzione, non si deve confinare l’area di interesse anche nazionale nel Mediterraneo centrale. Il mare è una risorsa necessaria soprattutto per l’Italia e per questo occorre proteggere il sistema produttivo, il trasporto marittimo come le linee di comunicazione marittima (gasdotti ed oleodotti sottomarini), piattaforme petrolifere, porti e investire nel settore della marittimità.



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