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"Il futuro è anche mio": il corteo per l'ambiente raccontato da chi c'era

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

18
MAR
2019

Quest’anno le idi di marzo sono coincise con la giornata mondiale per il rispetto dell’ambiente”. Il movimento green “Friday is for future” partito dalla Norvegia con le proteste organizzate dalla studentessa Greta Thunberg, ha raggiunto anche l’Italia, coinvolgendo -  nella sola capitale - più di 6.000 studenti, in un grande corteo che, partito dal Colosseo, è giunto sino a piazza Venezia nei pressi dell’altare della Patria. Molti sono stati gli interventi e i discorsi, tra cui anche quello del geologo Mario Tozzi.

È stata la loro voce, quella dei giovani, la più importante durante il corteo: migliaia di ragazzi che non ci stanno a ereditare un mondo compromesso, in cui l’ambiente è l’ultima priorità per i potenti.

L’iniziativa è partita da un gruppo di studenti dell’Università della Sapienza, che hanno deciso di percorrere l’intera capitale in bicicletta. Anche in questo caso, il successo dell’iniziativa è dovuto all’utilizzo dei social network, il modo naturale e spontaneo dei giovani di condividere, discutere, crescere e, in un certo modo, unico sistema per sentirsi parte attiva della società. Discussi molto negli ultimi tempi per via di scandali sulla privacy e per l’abuso che se ne può fare, i social invece possono essere utilissimi per buone cause come questa. 

Le iniziative dei giovani sono anche colori, suoni e emozioni. E nei cortei, tra flashmob, striscioni e scritte variopinte, si sono alzati cori che recitavano: “Riprendiamoci il nostro futuro”, un invito a tutti i giovani a mobilitarsi e a richiedere, senza alcuna strumentalizzazione, politiche sostenibili e più rispettose delle Terra.

È come se i millennial si fossero svegliati dal torpore diffuso di una generazione nata in piena rivoluzione digitale e quindi con una identità tutta da costruire; è come se avessero  preso in mano le redini della propria vita, cercando di fare quello che le generazioni precedenti non hanno provato né voluto fare.

Tuttavia le buone intenzioni non sono sufficienti. Sono necessari i fatti, anche quelli piccoli e quotidiani. Dopo la manifestazione, piazza Venezia è diventata una distesa di cartacce e rifiuti di plastica, cartelloni sono stati attaccati alle statue nei fori e il paesaggio era tutto fuorché immagine di rispetto per l’ambiente.

Ragazzi, facciamoci sentire ma iniziamo a essere concretamente “green”: alle parole facciamo seguire le azioni. Buona Terra a tutti!



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