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Ambiente: stiamo abbattendo l'albero su cui siamo seduti / di Paolo Scarpino

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

7
GIU
2019

Oggi serve un’impresa per cambiare rotta. Non bastano i gridi di allarme, le manifestazioni ambientaliste, gli incontri Istituzionali con i corresponsabili del disastro ecologico. Occorre una grande azione per salvare il pianeta, per cambiare faccia alla terra e la vita delle generazioni future. Il rapporto uomo – natura è completamente scomparso dalle nostre vite e dalle nostre coscienze eppure gli uomini potrebbero essere altrettanto efficaci come nella distruzione, occupandosi di ambiente con più attenzione e meno egoismo. E’ necessario sviluppare qualcosa che muova la speranza e le coscienze, suggerire azioni, coltivare approcci ed elogi ecologici che conducano a rivalutare le nostre risorse fisiche e morali. La perdita di natura corre a ritmi svelti e le azioni dell’uomo hanno alterato i tre quarti dell’ambiente e della superficie terrestre, il 66% del mondo marino e il 75% delle risorse naturali. Abbiamo un solo pianeta dove vivere ma ci comportiamo come se ne avessimo altri 99 di riserva, prevalgono gli interessi e le mal azioni, le finte coscienze, le ragioni presuntuose di ignoranti e ipocriti: situazione che non dispone alla virtù.

Il messaggio più duro e più realistico è che non c’è via di ritorno, ormai è tardi per recuperare situazioni degenerate. La natura sta cercando altre risposte all’imminente cambiamento non solo climatico/endemico, ma esistenziale. Tra pochi mesi il fuoco di paglia mediatico su clima e ambiente sarà nuovamente spento e il pianeta con l’umanità intera, saranno lasciati al loro destino. Prevarranno gli interessi particolari e corporativi sul bene comune come avviene da tempo soprattutto sui problemi che riguardano l’ambiente, la terra, gli animali. Offrire risposte a problemi specifici e personali, senza lungimiranza, rappresenta l’intervento più praticato. Il bene comune interessa una minoranza, non fa vincere le elezioni, non garantisce il potere, non arricchisce. Un susseguirsi di relazioni, report, direttive europee sullo stato di salute del pianeta, sullo stato di salute degli impollinatori, sullo stato di salute della biodiversità non sono bastati a far prendere provvedimenti verso direzioni di sostegno e recupero del nostro intorno. Il declino della vita sulla Terra accelera: fino a un milione di specie animali e vegetali saranno estinte nei prossimi decenni. Anni di censimenti, ricerche, analisi di dati, diverse centinaia di esperti e studiosi tra cui Efsa (Autorità Europea per la sicurezza alimentare), IPBES (Piattaforma intergovernativa scientifico – politica su ecosistemi e biodiversità), WWF, Greenpeace e non ultimo il rapporto dell’ONU sulla biodiversità. L’incontro di Parigi (aprile 2019) di 130 Paesi ha constatato che la perdita di sicurezza alimentare, di salute e qualità della vita, di biodiversità e habitat naturali sono pilastri in via di erosione permanente e senza precedenti. Un’offensiva praticata dall’uomo nel corso dei decenni che sta portando al collasso ambientale: la scomparsa di milioni di specie che popolano il pianeta insieme ad importanti cambiamenti climatici di cui siamo tutti attori. L’allerta lanciata dall’ONU è senza precedenti, dati shock da conoscere e condividere per cercare strategie comuni a livello mondiale. La pressione delle attività umane sull’ecosistema, intensificata negli ultimi anni, sta portando continui (inascoltati) gridi di allarme. Stiamo segando l’albero su cui siamo seduti mettendo a rischio il futuro e la nostra stessa esistenza, è necessario e urgente l’attuazione di politiche ed economie che rimettano al centro l’ambiente e l’agricoltura sostenibile per scongiurare la scomparsa della vita sulla terra.   

 



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