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Gucci e le modelle emaciate

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

22
FEB
2020

Si rinnova l’appuntamento milanese con uno degli eventi più significativi nel settore moda, la Milano Fashion Week autunno inverno 2020 2021. A partire dal 18 fino al 24 febbraio si alterneranno sulle passerelle milanesi della Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale e di diversi luoghi d’arte e cultura i nomi più prestigiosi della moda.

56 sfilate, 96 presentazioni, 2 presentazioni su appuntamento e 34 eventi tra arte, moda e cultura. Spicca il ritorno dei grandi marchi come Prada, Fendi, Max Mara, Moschino, Etro, Salvatore Ferragamo, Moncler, Gucci, Alberta Ferretti, Jil Sander. L’evento, che si sta evolvendo in tutta la sua magnificenza, marcando quelle che saranno le tendenze che influenzeranno moda e costume dei prossimi mesi, dopo una partenza psichedelica, è stato turbato dalla passerella del primo espositore, Gucci. Proprio Gucci, che aveva vestito Achille Lauro a Sanremo con i costumi creati da Alessandro Michele, direttore creativo della maison, dopo aver lanciato dal palco del Festival della Canzone un messaggio molto forte in difesa della donna, ha rievocato il fenomeno aberrante delle modelle anoressiche. Questo, nonostante Lvmh e Kering, i due maggiori colossi mondiali del fashion, che fra il loro marchi annoverano Christian Dior, Fendi, Loro Piana, Louis Vuitton, Saint Laurent, Bottega Veneta e, proprio Gucci, avessero diffuso un documento ufficiale mirato a tutelare la salute di modelle e modelli, in cui vietavano l’impiego in passerella delle taglie under 38 e dei minori di 16 anni.

Lo stilista Alessandro Michele non si è solo limitato a impiegare ragazze la cui struttura fisica è appena sufficiente a sostenerle, ma le ha anche atteggiate sottolineandone i  disagi. Se il suo è un messaggio, comunque criptico, avrebbe dovuto trasmetterlo con altri mezzi piuttosto che con il corpo scarno delle donne, specie sapendo il grave rischio di emulazione che, nel passato, ha creato gravi disagi proprio alle coetanee di quelle bambole esposte nella sua giostra di vetro. Indipendentemente dalle incontestabili scelte stilistiche, che hanno stravolto un marchio simbolo dello stile italiano trasformandolo in un giovane brand internazionale, il direttore creativo ha vanificato le sinergie messe in campo, proprio per scongiurare lo sfruttamento e il condizionamento di giovani modelle e modelli, indotti a ritmi di lavoro estenuanti, alimentazione errata e perfino uso di stupefacenti, al solo fine di assecondare il gusto degli stilisti.

In Italia il personaggio simbolo della  battaglia contro l’anoressia e i canoni estetici imposti dalla moda, è Elisa D’Ospina, modella, personaggio televisivo e scrittrice che, in questa occasione, attraverso le sue pagine social, ha espresso tutto il suo disappunto dichiarando “Sono andata a cercare le misure delle ragazze in passerella da Gucci e come immaginavo la loro fisicità è in evidente sottopeso. La cosa che più mi lascia basita è che stamane nessun giornale, giornalista, opinionista parla di ciò che è davanti agli occhi di tutti. Quando si tocca il potere, in questo caso il fashion system, stanno tutti zitti.”

Evidentemente l’impiego di modelle sottopeso nelle sfilate di moda non deve ripetersi, facendo ricorso a regole scritte fuori dal sistema della moda, giacché l’estro artistico in funzione del profitto riesce a contraddire i propri accordi etici,  nascondendosi dietro la profusione di liberatorie. Come in ogni ambito, ogni libertà espressiva è lecita fino a quando non nuoce gli altri.   



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