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Coronavirus / Basta polemiche, solo proposte

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

17
MAR
2020

Il Coronavirus, oltre a essere una seria minaccia per la salute, ha sconvolto le abitudini degli italiani a seguito delle forti restrizioni necessarie al contenimento. L’interesse non riguarda la limitazione delle pubbliche relazioni con finalità di svago che, ovviamente, devono essere interrotte, ma le fasce di popolazione costrette al contatto con i propri simili per proseguire la propria attività lavorativa, anche in più località del Paese. Infatti, laddove non sia possibile servirsi del telelavoro, si è costretti all’impiego di metodi artificiosi che rallentano il flusso produttivo o, perfino, inducono alla sospensione. Questo stato di fatto, anche se temporaneo, ha evidenziato quelle che sono le mancanze del Paese nella gestione delle emergenze. Oltre alla già testata impreparazione nel prevenire e affrontare gli effetti delle calamità naturali, la Nazione ha mostrato affanno anche in quest’occasione. La progressiva soppressione della capillarizzazione sanitaria, l’incremento e il sostegno alle strutture sanitarie private, il taglio delle spese pubbliche per la sanità, la riduzione del personale sanitario, il taglio dei finanziamenti alla ricerca, si sono dimostrati fallimentari tant’è la soluzione all’attuale emergenza si basa esclusivamente sullo sforzo sovrumano del personale sanitario e dei ricercatori. La scarsezza di presidi sanitari di difesa dimostra come le scorte siano inadeguate alle emergenze. Riassumendo, la realizzazione di cattedrali nel deserto e la corrispondente soppressione degli ospedali di città, non sono idonee e funzionali alle necessità italiane. I tagli economici hanno determinato gravi ritardi d’intervento e l’insorgenza di priorità fra malati e patologie, condizioni paragonabili solo alle zone di guerra o ai paesi del Terzo Mondo. L’attuale assenza di un vaccino capace di sconfiggere il Coronavirus è normale perché nuovo e sconosciuto ma non è logico demandare solo ai cittadini la loro salvezza, specie se a fornire presidi di protezione, non sono le strutture pubbliche ma operatori commerciali senza scrupoli. Alla luce di quanto accade, è davvero logico incrementare i costi della Difesa contro voci di bilancio essenziali sapendo che gli aerei F35, dal costo unitario di circa 100milioni di euro, sono inutili in casi di contagio o calamità naturali? La tanto decantata razionalizzazione del sistema sanitario, giustificata dalla riduzione dello spreco, si è rivelata, se non in casi rari, un fallimento, tant’è le liste d’attesa per esami e visite di routine possono superare l’anno, sia per l’assenza di personale, sia per la mancanza di siti idonei, che per inefficienza e mancanza di strumentazione. Differente sarebbe stato impostare gestioni accurate e non esclusivamente politiche, selezionare personale sanitario competente, soddisfatto ed economicamente appagato, oppure vigilare sull’assenteismo, sull’uso illecito delle strutture pubbliche e sulla copiosa sottrazione di materiale sanitario e farmaci. Questo, però, non è più tempo di recriminazioni ma di progetti per la rinascita del Paese. Sarà, quindi, necessario rivalutare la destinazione dei proventi fiscali a favore dei reali bisogni, attraverso l’impegno della classe politica e della popolazione, così come si dovrà rendere la tassazione e la contribuzione eque, possibili e accettabili. È evidente che il nostro stile di vita è inadeguato giacché la competizione sociale e politica, incentrate solo sull’ambizione smodata, si siano rivelate puntualmente errate e inefficaci. Questo è il momento di dedicarsi a ciò che meglio si sa fare e non a quello che si è costretti a fare, è il momento di dismettere le produzioni estensive a favore delle piccole e medie attività che producano beni e servizi di alto livello qualitativo. È, questa, l’opportunità di abbandonare il superfluo e rallentare i tempi; è il momento di scegliere l’onestà e la competenza tanto da emarginare il malaffare e la corruzione. In quest’ottica, contribuire fiscalmente a costi ragionati, seri, mirati, gestiti da amministratori onesti e capaci, diverrebbe un orgoglio così come sapere di aver partecipato a includere chiunque nel sistema sanitario, nella cultura, nel progresso sociale, netti da mancanze, errori, illeciti. È questo il momento per accorciare le distanze abissali della società, eliminando gli estremi. Solo così sarebbe possibile avere la certezza del futuro. Un futuro dove nessun virus potrebbe più mettere un’intera nazione in ginocchio.



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