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Da Alcide De Gasperi a Beppe Grillo

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

7
GIU
2013
Domenica 2 giugno, complice il tempo incerto e il clima freddo che sta caratterizzando questa disastrosa e declinante primavera, insieme a mio figlio Michel ho rinnovato l’appuntamento televisivo con le celebrazioni per la festa della Repubblica dai Fori Imperiali romani. Mentre emozionalmente mi riconciliavo con l’immagine migliore che il nostro Paese offre al mondo, le facce belle e pulite delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi che sfilavano orgogliosi della loro appartenenza, un pensiero fastidioso, per non dire sgradevole, ha cominciato a mulinare tra le residue celluline grigie ancora attive rimaste nella mia scatola cranica: abbiamo attraversato sessantasette anni della Repubblica (e io personalmente ne ho vissuti ben sessanta) partendo da Alcide De Gasperi per approdare a Beppe Grillo! È come dire che nell’evoluzione della specie umana sul pianeta Terra siamo partiti dall’Homo Sapiens per approdare all’Australopithecus Afarensis. Ammetterete che l’immagine è abbastanza inquietante. Ma al di là delle metafore immaginifiche e paleontologiche, vorrei provare a sviluppare un ragionamento serio seppure causticamente amaro. Da questa finestra privilegiata, grazie alla benevolenza della nostra Direttrice, posso esprimere le libere opinioni di un comune cittadino che non essendo un giornalista, né un politologo, né tantomeno un politico non ha altro padrone se non la sua onestà intellettuale a cui asservire il “pensiero”. Così vorrei fotografare la cruda realtà dello Sky Line politico nazionale. Tralasciando per carità di patria alcune formazioni residuali (e mi riferisco alla vendoliana SEL ed alla montiana Scelta Civica), i rapporti di forze nel Paese sono rappresentati per il 25% dal Partito Democratico, per un altro 25% dal Popolo della Libertà e per il 50% (forse anche la maggioranza assoluta) dal Partito della Non Scelta. In quest’ultima formazione “magmatica” esistono due componenti di pari peso specifico che si sostanziano nei calcificati Duri e Puri dell’astensione e nei vacanzieri del voto saliti a bordo della nave da crociera a 5 Stelle, attratti più che altro dai programmi di “avanspettacolo” (di quarta segata direbbero i milanesi)  di un ormai bolso ex comico genovese (inorridisco al pensiero dei tormenti nei quali si rivolta nella tomba il grande Gilberto Govi!). Che la scelta del non voto abbia piena legittimazione democratica va da sè, ma le due espressioni hanno peso specifico incomparabile. Gli astensionisti, per quanto personalmente non condivida il vago sapore qualunquista del disimpegno, esprimono il totale rigetto dell’offerta politica rinunciando contestualmente al diritto di critica nei confronti di qualsiasi compagine governativa per non averla scientemente né supportata né osteggiata con il rifiuto dell’esercizio del diritto di voto. I movimentisti penta stellati, sebbene animati dallo stesso grado di disprezzo per il medesimo diritto, pretendono di rappresentare la maggioritaria esigenza di cambiamento nella gestione della cosa pubblica mediante una arrogante, rozza e vandalica umiliazione di quelle Istituzioni fecondate in quel lontano 2 giugno di sessantasette anni fa. La miscela prodotta dal M5S, populismo, demagogia e crescente violenza verbale esercitata dal suo mentore ligure associata alla inconsistenza intellettuale e rozzezza ideologica del gregge di mufloni che bivacca in Parlamento, non solo non rappresenta le istanze di rivitalizzazione del Sistema Paese ma, al contrario, accentua il degrado morale civile e sociale nel quale siamo sprofondati. Predicare il cambiamento facendo l’elenco della spesa di ciò che non va, proponendo cervellotiche soluzioni che non hanno la minima possibilità di tradursi in fatti concreti, urlare forsennatamente il proprio odio per tutto ciò che non è conforme alla propria visione delle cose, imbrattare di letame donne e uomini che fino a pochi giorni prima erano stati santificati, non può essere spacciato per una rivoluzione culturale. Il signor Grillo è un millantatore, uno spacciatore di programmi “stupefacenti”, un borioso venditore del proprio ego smisurato, preda ormai di un delirio di onnipotenza che finirà per perderlo, consegnandoci un cumulo di macerie nelle coscienze di chi, in perfetta buona fede, ha creduto nel suo falso potere taumaturgico. Ma, come sempre, chi pagherà le scelleratezze politiche di questo moderno shamano  sarà il Paese reale perché le “tasche” dell’imbonitore traboccheranno dei proventi del quotidiano spettacolo mediatico. Prendo qui l’impegno con voi di non scrivere più una sola parola sul signor Grillo e sul suo Movimento e per disintossicarmi dal bagno di letame che ho voluto fare ritorno col pensiero a quelle belle facce che sfilavano domenica, facce pulite e orgogliose che danno speranza a questo Paese.    
       
 


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