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ROMA, I ROMANI E LA PAZIENZA

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

18
OTT
2013
Se è vero che la pazienza è la virtù più praticata dai Santi, allora Roma si merita l’appellativo di Città Santa, oltre che di Città Eterna, e quasi tutti i romani sono in odore di santità! Da poco più di un mese, da quando cioè ho il privilegio di viverci (qualcuno potrebbe ritenerla una sventura, ma tant’è), ho accumulato prove quotidiane per istruire un processo di canonizzazione. Per cominciare vi è solo l’imbarazzo della scelta, ma ho deciso di iniziare dalla Roma politica, quella dei palazzi del potere. Per prima cosa la percezione acustica costante è il suono lacerante delle sirene che accompagna come una colonna sonora le giornate romane. Certo ci sono anche quelle delle autoambulanze, ma in massima parte sono le sirene delle auto delle forze dell’ordine e delle scorte delle auto blu che percorrono incessantemente le arterie della capitale. 
C’è poi la Roma sindacale e dei movimenti contro qualcosa. E anche lì ogni giorno, per 365 giorni l’anno, sono cortei, manifestazioni e sit in che bloccano strade, traffico e tutta la gente che cerca di vivere come accade in ogni altra città, grande o piccola, del nostro Paese. A seguire vi è la Roma cattolica. Tra le varie Roma è forse la meno fastidiosa, sia dal punto di vista acustico che “urbanistico”, la sola forse ben tollerata dalla popolazione. Ma tra l’Udienza Generale del mercoledì e l’Angelus domenicale sono sempre centinaia di migliaia di pellegrini in “transumanza” per le vie della città. Infine l’esaltazione massima, l’apoteosi, del disordine e della confusione più caciarona ed incontrollabile, neanche dalle forze dell’ordine: la Roma turistica! Per quanto la storia quasi trimillenaria dell’Urbe sia permeata di drammatiche invasioni barbariche, nulla può essere paragonabile all’invasione quotidiana dei nuovi barbari che calano da ogni angolo del Mondo. Ad esempio voglio portare la personale esperienza dei più barbari tra i barbari: i turisti nordamericani e australiani. Simboli di due continenti privi di radici storiche e culturali forgiate da tradizioni millenarie, come per noi europei o per gli asiatici o per gli africani, si aggirano in questo scrigno ricolmo di arte, di bellezze architettoniche incomparabili, di storia e di civiltà che si respira a ogni angolo di via, strada e piazza, con lo sguardo perso nel vuoto di chi non sa perchè si trova in questa città e cosa ci sia venuto a fare. Il loro entusiasmo si manifesta unicamente per le tonnellate di pizza al trancio che ingurgitano in continuazione ed i fiumi di birra che tracannano sin dalle prime ore del giorno. Si aggirano per ogni angolo della città senza mostrare alcun rispetto per chi li ospita, si sentono i padroni del mondo, sporcando ed imbrattando come se si trovassero nel porcile della loro farm. E questa è la vita di Roma e dei romani per 365 giorni l’anno. Capirete allora perché mi viene l’orticaria ogni qualvolta qualcuno, ed in particolari molti sprovveduti padani, ha il pessimo vezzo di sparlare di Roma e dei suoi abitanti. Se chiedete ad un romano cosa vorrebbe per essere felice, vi risponderebbe di ciò che non vorrebbe: non vorrebbe la Capitale, non vorrebbe i Palazzi del potere, non vorrebbe convivere quotidianamente con le manifestazioni, non vorrebbe avere ospiti così poco rispettosi. Forse si terrebbe solo il Papa. Come dargli torto.
 


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