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23 MAGGIO/19 LUGLIO 1992 I 57 GIORNI CHE HANNO SEPOLTO LA NOSTRA CIVILTA´

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

25
MAG
2012

 

La strada che da Capaci porta a via D’Amelio dovrebbe essere posta sotto la tutela dei Beni Culturali perché, al pari di moltissimi altri siti simbolo del cammino evolutivo dell’Uomo sul pianeta, rappresenta per il Paese il tempo e il luogo nel quale abbiamo sepolto la nostra millenaria civiltà.
Vent’anni fa Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, due uomini prima ancora che due magistrati, sono diventati le pietre miliari all’inizio e alla fine di quella strada mentre inseguivano il sogno di riportare la loro Sicilia, tanto amata e mai abbandonata, all’antica nobiltà che ne aveva fatto per secoli un faro di luce per il mondo intero. Quella strada è puntellata nel suo percorso da altre pietre miliari, quelle della moglie di Giovanni, Francesca Morvillo, e di otto uomini che inermi dovevano proteggere le loro vite. Giovanni e Paolo avevano vestito il camice da chirurgo e, con il bisturi della Legge, avevano iniziato ad estirpare una neoplasia maligna denominata Mafia che devastava il corpo della loro terra e che aveva già infiltrato le proprie metastasi nel corpo della Nazione. Il cancro purtroppo ha avuto il sopravvento sui medici, ma la morte di Giovanni e Paolo non si può spiegare solo con la virulenza della patologia. La Mafia è stato lo strumento, la mano armata che ha materialmente eliminato i nostri Uomini, ma molte altre paternità sono da ascrivere alla tragedia. Sono stati lasciati soli da quello stesso Stato che stavano servendo con raro senso di appartenenza, sono stati osteggiati da una parte consistente della mala politica imperversante già in quegli anni, sono stati delegittimati dagli stessi loro colleghi all’interno di quell’Associazione Nazionale Magistrati che così tanti danni ha prodotto all’amministrazione della Giustizia nel nostro Paese. Magistratura Democratica, la più potente delle correnti interne dell’Associazione, con documenti ufficiali e con interventi autorevoli aveva chiesto la rimozione dei due scomodi colleghi. Perché?
Semplicemente perché avevano dimostrato nei fatti che per combattere il crimine, ed ogni altra forma di attentato alla nostra libertà, non è necessario essere schierati politicamente e, in particolare, essere schierati politicamente a sinistra ma che era ed è possibile farlo in assoluta autonomia di pensiero, fuori dal pensiero unico imposto.
Mi piacerebbe che il Ministero della Scuola istituisse un percorso didattico, per gli studenti di ogni ordine e grado, che prevedesse la visita di quella strada da Capaci a Via D’Amelio. Così come visitiamo Pompei, intatta lì a testimoniarci come la crudeltà della natura possa distruggere le bellezze frutto dell’ingegno dell’Uomo, così quella strada è lì a testimoniarci come la spietatezza degli uomini può distruggere la bellezza morale dell’Uomo.
Ciao Giovanni, ciao Paolo.


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