MENU

Franco Alfeo: Diamo fiducia a questi ragazzi

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

1
GIU
2012

 

Parla il presidente de L’Ancora Service, che da anni si occupa del recupero di persone svantaggiate, ma in particolare di ex-detenuti, al fine di reinserirli nel mondo del lavoro e nella società: tra mille difficoltà il recupero avviene
 La storia parte da molto lontano, quando un gruppo di volontari, occupandosi del recupero dei minori a rischio, i cosiddetti “ragazzi di strada”, hanno in primo luogo costituito un’associazione di volontariato penitenziario, per assistere i ragazzi e le loro famiglie; successivamente, aumentando le esigenze, hanno dato vita alla Cooperativa finalizzata al reinserimento lavorativo e sociale dei detenuti e minori a rischio in particolare, ma anche degli svantaggiati, organizzando così varie attività. Cominciarono i primi lavori di pulizia nei condomini, saltuari e quasi mai retribuiti, sino all’inserimento di 80 persone come giardinieri, presso la Fondazione “La Cittadella della Carità” e nel cimitero cittadino. L’Ancora Service, ha cominciato così ad acquisire una connotazione ben definita di inserimento lavorativo, dimostrando al territorio la validità dell’iniziativa e la concreta possibilità, che esiste un reale recupero del detenuto, che non per forza è recidivo. I rapporti con l’Istituto carcerario di Taranto son diventati sempre più stretti, a tal punto da accorpare all’interno della cooperativa, un buon numero di ex detenuti che ancora oggi lavorano con l’Ancora Service. Allo stato attuale, l’attività dell’Ancora Service spazia nell’ambito dell’organizzazione e gestione dei servizi con riferimento ai settori delle pulizie, vigilanza, custodia e portierato, attività cimiteriali, giardinaggio, trasporto per conto terzi e realizzazioni/riparazioni di materiale in vetroresina. A descriverci l’attività quotidiana di un dipendente della Cooperativa, nonché le difficoltà che hanno incontrato e che tutt’ora affrontano, per la realizzazione della stessa, abbiamo intervistato un detenuto e il Presidente Franco Alfeo; li abbiamo ascoltati durante l’incontro avvenuto tra il Vescovo di Taranto, Mons. Filippo Santoro, con i 200 dipendenti dell’Ancora, attraverso una messa a loro dedicata, presso il cimitero di Taranto. 
Il primo è Antonio Vapore.
Da quanto tempo lavori per l’Ancora service?
«Un anno a luglio. Siamo stati tutti assunti per pulire delle spiagge, con un contratto dall’1 luglio fino a fine settembre dello scorso anno, poi ci hanno riassunto dal 10 ottobre 2011 fino al 30 giugno 2012 per raccogliere rifiuti nei quartieri della città. Io sono un detenuto domiciliare, esco solo per andare a lavorare, dalle 8 alle 11 la mattina e sono grato all’Ancora e al suo Presidente, che recluta me e quelli come me, con lo scopo di non farci più sbagliare.»
Come si svolge la tua giornata?
«Dalle 8 alle 11 nel quartiere Tramontone a Lama, la mia attività è quella di pulire le aiuole e raccogliere i rifiuti gettati nelle villette, poi mi reco a casa dalla famiglia; solo il mercoledì pomeriggio esco per pulire i mercati rionali, mentre il giovedì e la domenica non lavoro e resto in casa. La mia speranza è quella che possano aggiungersi altre 2 ore di lavoro al giorno, oltre a  un contratto a tempo indeterminato, in quanto c’è la possibilità che pur scontando la detenzione, possiamo rimanere dipendenti dell’Ancora dal 30 giugno. Sicuramente saranno selezionate delle persone che meritano di essere confermate, spero sarò tra queste.»
Presidente Franco Alfeo, può spiegarci come la cooperativa si occupa di queste persone?
«Innanzitutto bisogna anticipare che le cooperative sociali di tipo B come la nostra, hanno il compito di recuperare le persone svantaggiate che non obbligatoriamente abbiano la fedina penale sporca; c’è da dire però che abbiamo una particolare attenzione per questi tipi di soggetti, che  sappiamo bene essere rifiutati un po’ da tutti, e quindi diamo loro la possibilità di inserirsi nella società. L’inserimento avviene su richiesta di loro stessi, così li valutiamo e in seguito,  in funzione degli appalti e contratti che  riusciamo a concludere, li facciamo lavorare. E’ bene ricordare  che non si tratta solo di persone detenute, ma vi è un connubio tra persone che hanno attraversato queste disavventure e persone semplicemente svantaggiate, perché questo vuol dire reinserimento. A questo punto va detto che la nostra attività, va avanti grazie ad appalti pubblici, mancando quasi del tutto l’attenzione da parte delle autorità, della Prefettura, della Direzione Carceraria; l’unico che si è reso disponibile è stato l’Assessore agli Affari Generali, Francesco Bardoscia. Quando ho conosciuto l’attuale arcivescovo di Taranto, Mons. Filippo Santoro, ho subito avvertito che fosse una persona dalla spiccata sensibilità: gli ho scritto una lettera chiedendogli se avesse voluto passare una giornata con noi, e ci ha dedicato questa messa riempiendo di considerazione e importanza i ragazzi, ponendoli al centro dell’attenzione, e coccolandoli in un certo senso. Sicuramente l’amministrazione comunale ci aiuta come può, realizzando appalti.»
Come si svolge la giornata?
«Molta di questa gente lavora appena 3 ore al giorno, guadagnando pochissimo, ma riescono a impegnarsi e ad apprezzare l’intenzione che sta alla base della Cooperativa; il nome stesso lo dice, noi siamo un’Ancora momentanea, cioè riusciamo a dare il supporto iniziale, il resto dovrebbero compierlo le istituzioni e le imprese private. L’Ilva per esempio, potrebbe riservare a queste persone una fetta di posti di lavoro, in base a degli accordi, variabile almeno dal 3% al 5%, qualcosa che dia loro una dignità lavorativa, senza che diventi un atto di mera assistenza, altrimenti il recupero non avviene.»
 Ma il recupero dei detenuti avviene realmente?
«Al dodicesimo anno di attività, posso affermare con fierezza che il successo è enorme, sulla base di cifre come l’80% che non torna a delinquere, pur accontentandosi di poco e con famiglia a carico. Molti di loro hanno scontato la pena e sono rimasti con noi a lavorare;  pochi sono i ragazzi che stanno ai domiciliari e escono solo per svolgere le loro mansioni, la maggior parte sono tutti ex detenuti, che hanno già scontato la pena e vorrebbero inserirsi socialmente e nel lavoro. Incontriamo però molte difficoltà, perché la collettività si ostina a tenere un ex detenuto a lavorare all’interno del proprio ambiente, temendo sempre che possa esserci una recidiva, ma torno a dire che solo il 10% deve ancora scontare la pena, il 50% sono tutti ex detenuti che l’hanno già scontata. Spesso sento dire che l’Ancora è la cooperativa dei detenuti, a mio malgrado e dispiacere, perché al nostro interno ci sono tante persone che semplicemente vogliono dare una mano ai loro fratelli, e che non hanno mai commesso reato.»
Cosa ha da dire al resto della comunità che non li accoglie come dovrebbe?
«Si tratta di ragazzi che coinvolti nel lavoro, si impegnano, e i risultati si vedono in città, al cimitero, nei mercati e nelle spiagge.»
Ricevete finanziamenti?
«Assolutamente no; qualcuno dice che riceviamo sovvenzionamenti dalla Regione, ma  siamo una cooperativa normale, quindi paghiamo l’Inail, l’Inps, TFR, Irpef, esattamente come tutte le altre aziende.»
 Come avviene la selezione?
«Abbiamo fatto un protocollo d’intesa ultimamente, con Don Francesco Mitidieri dell’Associazione “Noi e Voi” situata presso la Corpus Domini a Paolo VI: normalmente i ragazzi si recano lì, si incontrano con lui che, dopo averli valutati, prepara una scheda per ognuno di loro. In un secondo momento siamo noi che lo interpelliamo quando avanzano dei posti, lui ci invia dei nominativi secondo un graduatoria stilata con dei criteri da lui conosciuti, e li inseriamo a lavorare.»
 



Commenti:

Luigi Cernò 1/DIC/2012

Sono convinto della bontà del servizio di Ancora Service,ma da padre di famiglia senza lavoro e con due figlie disoccupate a casa e serissime difficoltà di sopravvivenza,devo dire che il mio curriculum non è stato per nulla valutato dal sig. ALFEO,AL QUALE NUOVAMENTE RIVOLGO PREGHIERA di farmi lavorare xchè licenziato il 4 luglio 2011 da GLOBAL SERVICE di Lecce dopo quasi un anno e mezzo di lavoro con altri 39 colleghi,non ho più trovato altro ed ho 60 anni e sono lontano dalla pensione.Gli assistenti sociali di Pulsano da dove scrivo si disinteressano di me e della mia disgrazia e fra poco sarò sfrattato per seconda volta.Mio cell.3471838546.Aiutatemi,Vi prego!!!!!!!!!!

Lascia un commento

Nome: (obbligatorio)


Email: (obbligatoria - non sarà pubblica)


Sito:
Commento: (obbligatorio)

Invia commento


ATTENZIONE: il tuo commento verrà prima moderato e se ritenuto idoneo sarà pubblicato

Sponsor