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La Polizia chiede aiuto

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

11
DIC
2013

 

I recenti fatti delittuosi che si sono verificata a catena a taranto e nell'intera provincia, hanno spinto Rocco Caliandro , segretario generale regionale del sindacato UGL Polizia di Stato, a emettere un comunicato stampa con il quale si chiariscono alcuni aspetti sul ruolo delle forze dell'ordine, molto spesso tirate in ballo in maniera impropria (soprattutto sui social network), chiedendo, allo stesso tempo, più poliziotti in forza e più collaborazione da parte dei cittadini. Intanto non si esclude la possibilità di condivisione di forme di protesta, come quella in atto da parte dei "Forconi".
 
"La grave situazione in cui versano le Forze dell’Ordine con gravi carenze di mezzi, risorse  e personale inesorabilmente si riflette anche sulla prevenzione e la repressione dei reati che in questo periodo hanno assunto in una cittadina come quella di Martina Franca, una sequenza delittuosa piuttosto cruenta. 
Furti all’ordine del giorno, case e campagne violate, rapine, spaccio di stupefacenti, danneggiamenti  di beni pubblici, aggressioni. 
Il potenziamento dei servizi anti-criminalità sul territorio deve essere garantito da una massiccia presenza delle Forze dell’Ordine, non è possibile garantire sicurezza in una cittadina di circa 50.000 abitanti con un agro così diffuso ed abitato, solo con una pattuglia a turno e se si è più fortunati sulla mattina e il pomeriggio.
La sera e la notte sono le ore più esposte al rischio criminalità. 
Si sono verificati episodi gravi da non sottovalutare. Nei giorni scorsi a Taranto l’incendio del portone della sede di Confindustria  ed il giorno dopo, la casa al mare del Presidente della CIA. 
Supermercati, farmacie, tabaccherie e sale slot, in occasione delle imminenti festività natalizie saranno bersaglio appetibile per i criminali, ma la verità che oltre alla criminalità vera c’è quella del bisogno, di chi non può mangiare o comprare le medicine al proprio figlio o al proprio genitore anziano e forse malato. 
Le operazioni di contrasto alla criminalità non si attuano solamente mettendo in campo più uomini o più volanti ma con la collaborazione dei cittadini, che devono segnalare persone sospette al 113, con gli Enti locali che hanno a disposizione fondi per l’istallazione di sistemi di videosorveglianza nei punti più strategici della città, nei crocevia di campagna, telecamere e allarmi radio collegati con le sale operative delle forze dell’ordine. Gli Enti spesso sottovalutano il problema fin quando non ci scappa “il morto”. I comuni devono dotare le proprie città di telecamere. Non c’è più tempo per le diatribe politiche né per i dispetti da Sale Consiliari. La sicurezza dei cittadini è una cosa seria. E’ un bene comune. Appartiene a tutta la collettività. 
La criminalità può colpire chiunque. Nessuno escluso. Nessuno è immune. Neppure gli stessi delinquenti. 
Le azioni per essere efficaci devono essere condivise da tutti gli attori del territorio. La crisi non conosce più stato sociale né culturale. La crisi è di tutti. Dove arriveremo in questo modo? 
La politica è sorda ma se continua a non voler sentire e a non voler vedere anche gli appartenenti alla Polizia di Stato e di tutte le Forze di Polizia condivideranno le proteste perché anche loro sono cittadini come tutti. E’ difficile poter lavorare e svolgere il proprio dovere quando si interviene in famiglie che hanno grossi disagi come la fame o la solitudine. O dinanzi a bimbi piccoli mal nutriti, infreddoliti e abbandonati alla propria sopravvivenza. Che può fare un poliziotto? Segnale ai servizi sociali? Ai tribunali? Non possiamo garantire sicurezza se non c’è un sistema che concorre con strutture e infrastrutture. Il nostro lavoro ci porta quotidianamente a contatto con difficili e dure realtà dove la parlo d’ordine è “tirare la cinghia” “resistere” o peggio “SOPRAVVIVERE”. 
Gli episodi accaduti sono un chiaro ed evidente segnale di allarme e di inquietante preoccupazione. Aumenta l’ apprensione per la tenuta dell’ordine pubblico e della legalità del paese ed in generale di tutta la provincia jonica. 
Siamo ben coscienti che problemi così gravi non si risolvono con la bacchetta magica ma bisogna rendersi conto che anche Martina Franca la c.d. “isola felice” non è immune ma anzi è seduta su una bomba ad orologeria pronta ad esplodere e che, una volta deflagrata, sarà troppo tardi per correre ai ripari." 
 


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