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Chiudiamo il Museo delle Pianelle

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

13
FEB
2014

 

E' datata 16 gennaio 2014 la lettera che Silvio Laddomada, del "Gruppo Speleologico dell'Altro Salento",  ha inviato al sindaco Franco Ancona chiedendo che "le nostre più antiche testimonianze culturali e naturalistiche" trovino posto in quello che ora è il Museo delle Pianelle. 
 
Laddomada prima di scrivere al Sindaco, si lascia andare a uno sfogo tutto personale: "E’ conosciuta da tanti martinesi la mia passione per la speleologia che pratico da quasi 40 anni. In questo lungo periodo di attività ho recuperato migliaia di reperti archeologici del territorio di Martina Franca e della Valle d’Itria che sono ora custoditi in Soprintendenza o Musei di altri comuni, oltre a varie Università.
Ma è come semplice cittadino che pretendo il ritorno tra la nostra comunità del patrimonio culturale che ci appartiene e di valorizzare quello che conserva il nostro sottosuolo. In primis la grande “CITTA’ SEPOLTA DI BADESSA MONTE DEL FORNO”, messa in luce dai saggi della Soprintendenza Archeologica già nel lontano 1988 e 90, definito il più grande centro siderurgico dell’antichità magnogreca.
Si parla tanto di recupero dell’identità martinese ma nessuno sembra conoscere quella delle proprie origini più antiche.
Penso che valga la pena di aprire un dibattito anche su questo argomento se vogliamo mettere in gioco tutto il potenziale culturale che il nostro territorio ha ereditato dal passato."
 
Ed ecco il testo della lettera:
 
"Nella pagina culturale de "La Repubblica" di giovedì 16 gennaio 2014 un articolo dal titolo: SULLE TRACCE DELLA PREISTORIA ci informa della scoperta, in località Lama Balice nel barese, di numerose impronte di Dinosauri. Nello stesso articolo è citata con il n. 13 MARTINA FRANCA, unica località delle murge sud-orientali e del Salento per questi rinvenimenti paleontologici.
I reperti fossili nella località n. 13 (orme di dinosauro, vari ittioliti e rettili di 60 milioni di anni fa) furono scoperti dai componenti del Centro Grotte Martina ma non vennero presi in considerazione dall’allora Amministrazione Conserva per esporli e valorizzarli al “Museo delle Pianelle”. Stessa sorte è capitata a centinaia di reperti paleozoologici di Grotta Pilano, a quelli geologici (rudiste, ecc) e ai tantissimi reperti archeologici recuperati nelle grotte.
Questa importante EREDITA’ CULTURALE DELLE “ORIGINI ANTICHE” del territorio carsico della Valle d’Itria, che l’Amministrazione Semeraro aveva intelligentemente iniziato a valorizzare, affidandone il coordinamento al prof. Carmelo Giacovazzo, è oggi, purtroppo, IRRIMEDIABILMENTE PERDUTA.
Le nostre più antiche testimonianze culturali e naturalistiche hanno preso altre strade: Museo di Egnazia, Museo di Ceglie Messapica, Museo paleontologico di Lecce, Università di Bari, Siena, Milano, Roma, Museo di Civiltà Preclassiche di Ostuni, ecc., o giacciono nei depositi della Soprintendenza di Taranto.
Gli speleologi hanno finora salvato i reperti ma la comunità martinese ha perso la propria identità più antica e di questo, in futuro, qualcuno dovrà darne conto ai nostri figli e nipoti.
A noi in questi anni c’è rimasto solamente il vuoto e ridicolo “Museo delle Pianelle” che io ribattezzerei “MUSEO DELLA STUPIDITA’ MARTINESE”.
Mi auguro che l’attuale Amministrazione, impegnata in interventi culturali di eccellenza, ponga invece fine, al più presto, al “Museo delle Pianelle”.
I musei si fanno per raccogliere, esporre e valorizzare i reperti di ciò che esisteva una volta in un determinato territorio, le Pianelle, grazie a Dio esistono ancora e sono lì a 12 chilometri da Martina, non hanno bisogno di un museo.
Spero che questa proposta venga da Lei accolta favorevolmente."
 



Commenti:

Rosa montepaone 13/FEB/2014

Sono d'accordo con Laddomada

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