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Orgoglio gay/Ma Gesù li avrebbe condannati?

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

22
GIU
2012

 

Orgoglio gay
 
Ma Gesù li avrebbe condannati?
 
Storica seppur simbolica svolta sabato scorso a Torino, dove ben trenta coppie gay-lesbo si sono “unite” in matrimonio. Ma la dura realtà non prevede ancora nessuna tutela legislativa per le coppie di fatto e omosessuali. E il Vaticano gongola (ancora per poco?) ma fa finta di dimenticare il grande messaggio di tolleranza che è alla base del pensiero cristiano
 
Quando lo scorso sabato pomeriggio è partita la fatidica musichetta nuziale, seppur simbolica, quelle 50.000 persone affollatesi da Piazza Arbarello a Corso Cairoli, a Torino, quasi non ci credevano. Eh si, perché finalmente trenta coppie gay-lesbo hanno potuto coronare il sogno, quello classico di chi è pronto ad amarsi per tutta la vita: il matrimonio. Tutto molto strano, se si considera che l’Italia è quel paese ingessato dalla bigotta e omofoba morale della Chiesa Cattolica. Uno “scandalo”, quello di due persone dello stesso sesso che si amano, che Joseph Ratzinger & C. non tollererebbero (?) neanche per il doppio della cifra che intascano, con un sistema di riscossione di dubbia etica, dall’8X1000. La prima coppia gay a presentarsi davanti al consigliere regionale Andrea Stara è stata quella composta da Giovanni Minerba, direttore del festival del cinema “Da Sodoma a Hollywood”, accompagnato dal suo compagno Damiano Andresano. Carlotta e Chiara, invece, hanno formato la prima coppia lesbo convolata a giuste ma, come detto prima, simboliche nozze. Simboliche perché in Italia non c’è ancora nessuna forma di tutela per coppie di fatto né tantomeno per i matrimoni gay. Sembra girare tutto al contrario, basti pensare che alle unioni gay-lesbo di Torino c’erano due consiglieri regionali del centrodestra, mentre Rosy Bindi dimostra ancora una volta la grande coesione del Pd dicendosi contraria alle nozze omo. Oppure il ministro Elsa Fornero, che prima ha aperto verso le coppie di fatto etero e gay, salvo poi essere ripresa da papà Vaticano, fornendo una spiegazione più accorta e distaccata da quella iniziale, ovviamente tendente al violento separazionismo cattolico. E in effetti, dopo questo raid vaticano, ci sarebbe nuovamente da piangere per la Fornero, una abituata alla gaffe. Particolar e negativa menzione merita anche l’attaccante dell’Italia Antonio Cassano, che ha ritenuto l’omosessualità “un problema”. Ecco un valido esempio di uno che ragiona molto meglio con i piedi. Ma per fortuna ci ha pensato il centrocampista juventino Claudio Marchisio a metterci una pezza rifugiandosi in corner, dichiarando di essere a favore dei matrimoni gay. Ovviamente da stendere un velo pietoso sulla tragicomica accoppiata Giovanardi-Buttiglione, che sembrano fare a gara su chi la spara più grossa con le loro cattiverie assortite. E in effetti la sfida è di quelle epiche.
IL CARRO TRASGRESSIVO Ma l’ultimo Torino Pride è stata l’occasione per far sfilare un “peccaminoso” corteo variopinto che mostrava tutte le anime del movimento Glbt (gay, lesbiche, bisex e trans), tutti insieme per dimostrare che la trasgressione non deve far paura né deve allontanare, perché è un modo come un altro di vivere la propria sessualità. Nella folla c’era anche il padre di Daniel Zamudio, ventiquattrenne cileno ucciso durante un raid omofobico di stampo neonazista. Una presenza vista come un forte messaggio alla massa di ignoranza sul mondo gay. Non poteva mancare Cecchi Paone, il centro della bufera delle dichiarazioni di Cassano dopo aver definito Giovinco, Montolivo e Abate “metrosessuali”, ovvero coloro che hanno una cura maniacale del proprio aspetto fisico, sfociando nel narcisismo matto e disperatissimo. Nota a margine, perché proprio di margine si è trattato. Poco più avanti al corteo Glbt c’era anche la “Marcia per Gesù”, ma sfortunatamente per il fan club dell’Altissimo il confronto numerico era impietoso. Si contavano giusto qualche sparuto e poco popolato gazebo. Dispiace. La grande serata torinese è stata conclusa con l’Official Pride Party, durata fino a tarda notte. Gli sposi già si erano dileguati, c’era da festeggiare.
LO STRANO CONCETTO DI “SCANDALO” PER IL VATICANO Angelo Mustazza, parroco siciliano. Nel 1998 ha ammesso i suoi reiterati abusi su minori. Chiede il patteggiamento, perché sa di essere colpevole. Risultato: nei confronti di Angelo Mustazza il Vaticano non ha mai adottato nessun provvedimento. Oggigiorno il buon Angelo è a mezz’ora di macchina dai luoghi dei suoi abusi.
Marcial Maciel Degollado, invece, era un sacerdote messicano di confessione cattolica, morto nel 2008. Fondò il movimento dei “Legionari di Cristo” e quello d’apostolato “Regnum Christi”. Ha avuto ben sei figli (cinque biologici e uno adottivo) da quattro donne diverse. Anche lui abusò su minori, tra questi c’era anche un suo figlio. Risultato: nessun provvedimento adottato dal Vaticano, soltanto qualche “preghiera punitiva”, su ordine di Joseph Ratzinger, uno che a parole è fortissimo sulla lotta alla pedofilia. E come Degollado e Mustazza ce ne sono tanti, ma tanti altri casi.
In Argentina, però, un prelato di nome Fernando Maria Bargallò, è stato caldamente invitato, direttamente dal Vaticano, a dimettersi. Motivo? Ha abbracciato innocentemente una sua amica di vecchia data in acqua, mentre era a mare. Un comportamento ritenuto “inadeguato per il suo ruolo” da Benny XVI e compagnia cantante. Risultato: Fernando Maria Bargallò non è più al suo posto. Curioso e tragico, quindi, il concetto di scandalo secondo il Vaticano. Due persone dello stesso sesso che si amano sono “inconcepibili”. Due persone etero che si abbracciano anche. Ma chi abusa dei bimbi provocando loro un trauma vita natural durante, beh, niente di grave in effetti. Qualche preghiera e via, nel peggiore dei casi. Parola del Signore. Lode a te, o Cristo.
 


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