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Penta Rossa/Si accettano scommesse

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

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LUG
2014
Dopo l'Ilva, la cui crisi è ben lontana dal risolversi, il progetto Eni-Total è un momento di verifica per comprendere quali siano gli scenari che si prospettano sul piano di un nuovo sviluppo socio economico del territorio ionico. Tanti i no al progetto ma… 
 
Quella di Penta Rossa è una vicenda che si presenta come una scommessa sul futuro di Taranto e della sua provincia. Taranto confermerà la sua "vocazione" industriale? Saranno ancora Ilva ed Eni a dispensare qualche migliaia di posti di lavoro, a fronte di una disoccupazione giovanile vicina al 50%, e qualche appalto, o meglio subappalto, a qualche impresa locale? O, invece, si porrà finalmente fine alla sudditanza della nostra provincia e si avrà il coraggio di scommettere (termine che ricorrerà ancora nel nostro racconto) sulle reali vocazioni, e tornerà a essere quella grande fucina di intelligenze, di arte, di cultura, testimone di una grande storia, che merita di essere rinnovata? Un territorio che abbia il coraggio di rinunciare alle "certezze" di qualche migliaia di stipendi (di certo non da favola!) e provare per una volta a rischiare in proprio. Ciò che un imprenditore dovrebbe avere nel proprio DNA. Sta di fatto che proprio gli imprenditori locali, che notoriamente lamentano la crisi economica, sono i primi a non voler rischiare! Tifano per l'Ilva, vogliono l'ampliamento di Eni e oggi chiedono al governo regionale di intervenire per neutralizzare il no del comune di Taranto al progetto Tempa Rossa. Continuando a parlare di scommesse c'è proprio da scommetterci che, alla fine,  il progetto si farà. L'ultimo consiglio comunale a Taranto si è svolto in un clima surreale: tutti d'accordo! (tranne Cataldino che coerentemente continua a esprimere il suo parere favorevole, con tanto di motivazioni ovviamente); applausi a scena aperta da parte di maggioranza, opposizioni e perfino qualche ambientalista presente in aula, dopo il discorso dell'assessore all'ambiente dott. Enzo Baio: "Non siamo dunque disposti a barattare la salute dei nostri concittadini a nessun prezzo", questa la sua chiosa ad effetto! Del resto il consiglio comunale aveva già in passato bocciato l'idea di realizzare nel porto di Taranto due mega depositi destinati ad accogliere il petrolio estratto in Basilicata (appunto in località Tempa Rossa). Una operazione che vedrebbe sul piatto della bilancia circa 300 milioni di euro di investimenti (sicuramente destinati a grandi imprese del nord che subappalterebbero qualcosa ai nostri imprenditori, come la recente vicenda autotrasportatori insegna), qualche (pochi!) posto di lavoro, e soprattutto un aumento di traffico navale pari a circa 100 petroliere in più rispetto alle 45 attuali. Insomma un bel problema per una città che è già circondata da ciminiere e serbatoi. Secondo la relazione letta da Baio in consiglio, l'Eni non avrebbe risposto alle ripetute richieste di chiarimenti e nulla avrebbe aggiunto rispetto a quanto già conosciuto sul progetto. Infine il consiglio ha approvato un odg presentato dal consigliere, leader nazionale dei verdi, Angelo Bonelli. Penta Rossa non s'ha da fare! E qui ci sia consentita qualche perplessità. E' vero che anche Forza Italia, per bocca del suo coordinatore provinciale, Gianfranco Chiarelli, ha chiaramente dichiarato il proprio no al progetto, senza le necessarie garanzie su sicurezza e ricadute occupazionali, anche se si è levata la voce fuori dal coro dell'ultra industrialista Lospinuso, di fatto isolato. E' vero che gli unici a schierarsi apertamente a favore sono gli industriali, mentre il sindacato sembra essere in stand by. Ma alla fine la storia insegna che a dettare legge non è l'opinione pubblica ma i soliti poteri forti.  Qualcuno giura che quei rumori misteriosi che si sentivano in sottofondo durante l'ultimo consiglio comunale venivano dalle  trivelle che scavano per realizzare la condotta che porterà il greggio a Taranto! L'orientamento del governo, quello attuale come i precedenti, è quello di mantenere gli asset industriali del Paese; non vi sono dubbi a riguardo. Vendola, che  finora ha sempre cercato il compromesso con la grande industria giustificando il suo atteggiamento "morbido" con l'obiettivo di salvaguardare la occupazione (di fatto obiettivo mancato!), potrebbe continuare sulla stessa strada. Di mezzo ci sono le prossime elezioni regionali e, si sa, in campagna elettorale si è portati ad essere più ambientalisti. E proprio a Vendola, udite udite!, si rivolge la Confindustria tarantina. Bloccate chi blocca il progetto Tempa Rossa! Questo l'appello al governatore pugliese. Non si vuole rinunciare a quella parte (non ben quantificata) di investimenti che cadrebbero come manna dal cielo su Taranto. In un momento di profonda crisi come non comprendere? Ma è come la storia della cicala e della formica, o, se vogliamo, come l'irrisolto quesito sulla tempistica che riguarda l'uovo e la gallina! Qui si tratta di lavorare per un futuro nuovo, diverso, sicuramente più compatibile con la salvaguardia della salute, e, dal punto di vista economico, più stabile. Occorre avere una visione del futuro più ampia e proiettata oltre la crisi che prima o poi dovrà pure finire. E per questo occorre scommettere, rischiare, sopratutto tirare fuori idee. Bene il no a Tempa Rossa da parte del consiglio comunale, ma l'amministrazione ora cambi passo, cominci a disegnare il futuro della città, a cui è legato quello della intera provincia. E qui, pensando al sindaco Stefàno, che nel frattempo guarda oggi al futuro del nuovo ente Provincia e alle prossime elezioni del 28 settembre, ci viene da scommettere che questo futuro non sarà quello che tutti ci aspettiamo. 
 
 


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