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Dateci una piazza/E vi solleveremo la città

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

21
SET
2012

 

In un momento di crisi come questo, bombardati da pessimismo mediatico, bisogna andare controtendenza. È di idee formidabili e di giovani positivi che bisogna parlare. Come questi, per esempio
 
Quante volte abbiamo sentito dire che il futuro è dei giovani e su di loro bisogna investire? Tante, davvero tante volte, ma il periodo che stiamo vivendo è talmente incastrato in problemi sociali, economici e culturali che dei giovani si è perso quasi completamente l’interesse, sottovalutando le loro potenzialità. Nonostante le premesse piuttosto negative non bisogna mai perdersi d’animo e bisogna sempre continuare a credere in quello che ci fa sentire vivi, quello che amiamo e che rispettiamo. La storia con i suoi corsi e ricorsi ci insegna che l’intera vita dell’umanità è sempre stata caratterizzata da momenti positivi, momenti di stasi totale e momenti negativi. Ma questi tre  periodi  sono sempre stati in un flusso continuo, perché come diceva Eraclito nel suo famoso aforisma tutto scorre, Panta rhei. Ma la stessa storia,  madre di tutti i tempi, durante i periodi di grandi svolte ha sempre lasciato le scene del suo palcoscenico a grandi eroi, punti di riferimento in grado di smuovere le masse. Ed è per questo, che è necessario tornare a parlare dei nostri eroi o come amo chiamarli, i nostri guerrieri romantici: i componenti del gruppo AMMAZZA CHE PIAZZA .Un gruppo spontaneo e autonomo di giovani volontari accomunati dalla stessa voglia di recuperare le piazze della città che sono i posti maggiormente frequentati, non solo per renderle più accoglienti, ma anche per valorizzare quelle poche aree verdi rimaste a Taranto. Un’iniziativa che nasce con l’obbiettivo di rivalorizzare il patrimonio culturale e ambientale tarantino, per dimostrare, con tutte le difficoltà e gli ostacoli del caso, che Taranto non è una città a vocazione industriale, Taranto, la terra dei due mari, è tanto altro ancora ed  è soprattutto altro. 
Questo gruppo di giovani studenti, disoccupati, precari, nell’arco di un anno è riuscito a imporsi con passione e voglia di farcela in tutte le zone della città soprattutto nei contesti più disagiati. Hanno sempre collaborato in armonia e giustizia basando la loro forza e unità nel confronto pacifico e libero, si sono da sempre autofinanziati e pian piano, nell’arco di un anno non solo si sono fatti conoscere da tutto il territorio ma hanno conquistato anche il cuore della cittadinanza che ama davvero la città, perché è di questo che si tratta: amore per la propria terra. Sono riusciti a trasformare la teoria in pratica, sono riusciti a smuovere le coscienze con la forza della verità.
Tutto ebbe iniziò quando in una serata di fine estate 2011, discutendo sui problemi della tanto amata Taranto, un gruppo di amici, i futuri  fondatori di Ammazza che piazza decisero che bisognava fare qualcosa, qualcosa di concreto.  Armati di tanta forza di volontà, scope e rastrelli, iniziando da piazza Bettolo, posto  di ritrovo per molti giovani della città,  hanno ripulito zone della Salinella, della città vecchia, dei Tamburi, Paolo VI e non solo.  Il momento di pulizia e di riqualificazione  delle piazze è stato solo un punto di partenza che ha visto poi lo sviluppo di svariate iniziative e eventi,  momenti di aggregazione, comunicazione culturale e soprattutto condivisone di spazi della città in maniera pulita, senza alcuna distinzione di età o classe di appartenenza. Con l’autofinanziamento  hanno realizzato eventi musicali in grado di far incontrare diverse generazioni e sono stati tutti dei successi, fino ad arrivare alla festa organizzata per il loro primo compleanno, un evento intitolato “Musica contro le ciminiere”, che ha ospitato artisti locali ormai affermati su scala internazionale: Aldo Cosa (I Vasconnessi), Fido Guido, Sud Sound Sistem, Mama Marjas, Miss Mykela, Kykah, Emmeagi, Zakalicious, Sciamano, Pacefatta, con la selezione di Mad Kid, Roots Inna I mix, Feed your roots, il tutto presentato da Don Ciccio, famoso presentatore di vari festival musicali su territorio nazionale. Oltre all’emozione che la musica trasmette, durante l’evento sono stati tanti i momenti che hanno toccato le anime del pubblico, che ha riempito praticamente tutto lo spazio a disposizione, l’ex palestra Ricciardi, in particolar modo  l’intervento di Angelo Cannata, portavoce del gruppo, che con la voce graffiata dalla forte emozione ha ripercorso questo primo anno di vita di Ammazza che piazza, ricordando inoltre uno dei membri fondatori, Claudio Morabito, tragicamente scomparso la notte del 21 gennaio scorso in seguito ad un incidente stradale. Claudio, oltre ad essere uno dei membri di Ammazza che piazza, è stato un giovane sempre schierato a favore della sua città, ha sempre lottato per  rivalorizzarla e combattere quei mostri che la stanno distruggendo, perché di mostri si tratta.
Cari lettori, Ammazza che piazza ha ripreso la sua attività lunedì 17 settembre dalla stessa piazzetta dove tutto ebbe inizio, piazza Bettolo, per continuare senza paura la loro romantica battaglia. Sentivo il bisogno di parlarvi di loro, di Claudio e di tutti i componenti del gruppo perché è di giovani come questi che si dovrebbe parlare quotidianamente, è di  queste idee positive che dovremmo essere bombardati per sconfiggere il forte periodo di crisi, che non è solo economico ma anche sociale e di valori. Giovani puliti, forti e con una grande voglia di riscatto per la loro città. E in giovani come questi che dobbiamo credere e investire.
Da stasera, quando portiamo a letto i nostri bambini, i nostri fratellini, i più piccoli in genere, raccontiamo loro oltre alle storie  tradizionali ma anche questa contemporanea di Ammazza di piazza, che ha una componente in più rispetto a una favola, quella di non realizzarsi  in un  mondo fatato ma di essere la pura realtà.  È cosi che i nostri bambini diventeranno degli ottimi uomini e cittadini del mondo futuro.
I guerrieri romantici ci hanno dimostrato che credere in un futuro migliore si può e soprattutto senza chiedere aiuto a realtà che hanno le orecchie tappate. Non abbiamo più scuse, Taranto può e deve rinascere.



Commenti:

Erika 22/SET/2012

Facciao i complimenti a chi ha scritto quest'articolo!!!!E' davvero bello!!!!AVANTI TUTTA AMMAZZA CHE PIAZZA!!!!

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