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Martina Franca/Arrivederci capitano

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

20
GEN
2015

 

Il 13 gennaio scorso si è spento a Taranto il dottor Michele Lauria, direttore didattico della Giovanni XXIII dal 1978 al 1997.
A ricordare il dottor Lauria e a lanciare contemporaneamente un appello, affinché la sua figura e la sua storia non vengano dimenticate, è l'insegnante Maria Carmela Basile  

"Uno slogan alquanto insistente  in prossimità del 27 Gennaio, Giornata della memoria, è: Per non  dimenticare.

E' proprio questo monito che mi spinge a ricordare il Dott. Michele Lauria, venuto a mancare a Taranto, martedì 13, Direttore Didattico del II Circolo di Martina, dal 1978 al '97, affrontando il  periodo più critico del Circolo dovuto al crollo di un soffitto, per fortuna in piena estate, che costrinse la popolazione scolastica a peregrinare tra diversi plessi: Sant'Eligio, Ateneo Bruni, Marconi, Asilo Nido Primavera.

La peregrinatio fu dura ma lui, il capitano, riuscì, non senza problemi e difficoltà, a mantenere viva la sua ciurma (come egli stesso ebbe modo di affermare).

Sento di doverlo ricordare perché proprio in un preciso periodo storico, il nostro, in cui si parla tanto di buona scuola e di scuola come luogo da cui deve rinascere la nazione.

L'assurdo é che un uomo di scuola, che tanto ha dato in passato alla scuola, se ne vada in assoluto silenzio e che non sia ricordato almeno da quelle persone, quei professionisti che hanno lavorato o lavorano, in quella scuola che lui ha diretto.

Credo che sia un dovere, da parte di chi ha qualche anno in più e l'ha conosciuto, di ricordarlo e di farlo conoscere alle nuove generazioni,  alunni e docenti, in quanto anche lui ha fattivamente contribuito all'affermazione, sul territorio martinese, di una giovane scuola, allora, la Scuola Paolotti.

Come ha contribuito, in passato, il direttore Lauria all'affermazione di quella scuola? Stimolando attivamente e costantemente il personale scolastico o meglio, la comunità scolastica, come egli preferiva dire, ad aggiornarsi costantemente per migliorare, in un processo di educazione permanente, la propria capacità di insegnamento. La sua attenzione era rivolta non solo alle discipline predilette, la Lingua italiana e la Storia, ma anche a tutte quelle educazioni che con i diversi linguaggi potessero facilitare l'apprendimento di tutti i ragazzi, anche i più svantaggiati, profondamente convinto del valore della scuola pubblica.

Pertanto, negli anni ottanta, promosse, coadiuvato anche dalla spinta innovativa dei Nuovi Programmi dell'85 di cui fu  formatore, una serie di attività di aggiornamento su nuove tematiche: psicomotricità, comunicazione circolare, attività teatrali, espressive, grafiche e manuali.

Per questo motivo aveva anche partecipato attivamente alla nascita e alla cura di una rivista “Cultura ed Innovazione”, insieme ad altri dirigenti ed ispettori di quel tempo, in servizio al Provveditorato di Taranto.

Era una persona, come già accennato, molto attenta al pianeta handicap  in quanto convinta che anche il diversabile, con gli opportuni interventi di tutte le Agenzie educative e con l'utilizzo dei linguaggi cosiddetti “alternativi” potesse effettuare un minimo percorso perciò accanito sostenitore della famosa Legge 517.

Altri aspetti importanti della sua personalità professionale  furono  la spinta verso l'intercultura, quando il fenomeno era agli albori,   e la ricerca.

Era un uomo di scuola ,alla ricerca non solo di nuove soluzioni per essere al passo dei cambiamenti  ma anche alla ricerca del bello  e dell'Assoluto. Lui che, inizialmente, si definiva agnostico era sempre alla ricerca dei perché della vita, della storia dell'umanità, del perché gli altri avessero il dono della fede.

Negli ultimi anni, andato in pensione, prima nella tanto amata campagna martinese dove viveva con la sua signora  e dopo, nella sua Taranto, dove i figli avevano esatto che tornasse, aveva continuato a ricercare, stimolato anche dai problemi di salute, un confronto  dialettico e sempre più positivo tra fede e ragione, aiutato dalla lettura degli scritti di Sant'Agostino e raggiungendo una notevole serenità.

Arrivederci capitano e...grazie !"



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