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Sos ulivi/Vade retro veleni

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

27
FEB
2015
Pesticidi contro la Xylella? No, grazie. Un’altra cura è possibile. Il territorio si oppone al piano di Ministero e Regione e indica una strada alternativa
 
Imidacloprid. Il Salento rischia di familiarizzare con questa parola. E’ il nome di una sostanza indicata dai tecnici della Regione Puglia per combattere la Xylella fastidiosa. Il batterio ha iniziato a colpire gli ulivi un anno e mezzo fa. Letale il suo effetto: la pianta infatti subisce il disseccamento in poco tempo. Non meno devastanti potrebbero essere però le conseguenze delle misure suggerite dalle istituzioni. Il territorio non ci sta e compatto dice “no” all’utilizzo di pesticidi.
Secondo le linee guida tracciate dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, le zone infestate dalla Xylella dovrebbero essere irrorate con sostanze quali l’Imidacloprid. Così, verrebbe combattuto l’unico insetto che si sa con certezza essere portatore del batterio. Il rovescio della medaglia sarebbe però l’inquinamento delle acque.
“Folle piano” è stata l’espressione utilizzata dall’oncologo  Giuseppe  Serravezza per definire il piano  d’intervento della Regione. Perciò ha chiesto una moratoria. Gli fa eco il Forum Ambiente e Salute. «Bisogna curare l’ecosistema e l’agrosistema salentino con pratiche agro-ecologiche rinaturalizzanti assolutamente senza veleni, né pesticidi, né erbicidi e senza eradicazioni. Le varie sperimentazioni di agricoltura biologica stanno mostrando una buona ripresa degli alberi che hanno presentato sintomi di disseccamento».
Come se non bastasse, gli agricoltori si stanno ritrovando a pagare anche materialmente il costo dell’emergenza. «I 13 milioni e 600 mila euro stanziati per fronteggiare l’emergenza Xylella sono il nostro sangue, non sono altro che la risultanza della riduzione delle dotazioni di gasolio e dall’azzeramento del premio Pac ai produttori con superficie inferiore a 50 are. E ancora non abbiamo i dati delle maggiori spese derivanti dall’applicazione dell’IMU sui terreni agricoli». A dare voce al malessere degli operatori del settore, il comitato “Voce dell’Ulivo”.
La prossima mossa spetta ora alle istituzioni. A loro il compito di provare, dati alla mano, la bontà delle misure proposte. E dimostrare che dietro non ci siano moventi meno lodevoli di quelli di salvaguardia del territorio. 
 


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