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13 novembre 2015/ Quanti morti ancora

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

20
NOV
2015
Su Extra del 16 gennaio scorso ebbi modo di scrivere una mia personalissima riflessione dopo l’attentato avvenuto a Parigi il 7 gennaio u.s. al giornale satirico Charlie Hebdo, dove si contarono 12 morti e sottolineai che il successivo 11 gennaio, oltre due milioni di persone erano scese in piazza per manifestare contro la violenza estremista islamica e mi chiedevo se: “c’è bisogno di scendere in piazza e manifestare in assemblee oceaniche per dimostrare che siamo tutti contro il terrorismo?, contro la violenza cieca e becera, contro il fanatismo intollerante? Credo di no. Penso che in un Continente democratico come il nostro, non ce ne sia bisogno. Dovrebbe essere insito, esplicito, radicato e riconosciuto da tutti che il terrorismo, il fanatismo e la violenza cieca, vanno contro ogni logica democratica di libertà d’espressione e di pensiero: I sacrosanti diritti dei cittadini, che i francesi conoscono bene: Liberté Egalité Fraternité. Se non interverranno precise risoluzioni governative, né 2 né 3 e nemmeno 100 milioni di manifestanti, potranno mai fermare il terrorismo e il fanatismo violento. Invece i Grandi del Mondo cosa hanno fatto? Si sono indignati, questo si. Poi? Poi si sono messi tutti in posa, stretti stretti, per non sfuggire agli occhi attenti dei media e, in prima fila, hanno sfilato insieme a milioni di cittadini. Nonostante manifestazioni di piazza, cortei celebrazioni, fiaccolate, siamo e restiamo sempre sotto scacco. E Parigi ne è l’orribile conferma.”
Ed eccoci giunti a venerdì 13 novembre, 11 mesi dopo quell’attentato, Parigi si ritrova a contare ancora altri morti, molti più morti, forse più di 130 e sempre causati dal terrorismo estremista islamico. Sono state uccise persone alla cieca: allo stadio, in un teatro, gente seduta ai tavoli di un ristorante e per strada hanno trovato la morte in un normale fine settimana. E i politici? I politici tornano in televisione a promettere a tranquillizzare la Nazione e a sentirsi per telefono tra loro. 
Ma io mi chiedo se una risoluzione che metta fine a tutto ciò sia possibile attuarla? Dalla Russia agli Usa, Dall’Europa alle all’Asia, tutti sono concordi nel dire di voler combattere il terrorismo, ma di fatto è il terrorismo che tiene sotto scacco il mondo. E allora cosa ci dobbiamo aspettare ancora prima che trovino un accordo internazionale contro questa violenza cieca e senza limiti? Ormai siamo in guerra e lo ha detto anche Papa Francesco. Una guerra diversa, segmentata e distante, ma che all’improvviso ce la troviamo nelle nostre strade, nei posti più impensati e a farne le spese sono sempre le persone meno interessate alla politica, come coloro che vanno a vedere una partita allo stadio, chi va ad un concerto o chi si siede a dei tavoli di un ristorante.
 


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