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Mentre l'Europa affonda gli euroburocratici ballano

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

25
GEN
2013

 

Siamo sempre stati molto orgogliosi noi italiani, e devo dire a giusta ragione, di aver esportato nel mondo il nostro genio creativo, da cui sono nati alcuni capisaldi della cultura occidentale. Dal Diritto romano da cui deriva tutta la giurisprudenza all’arte del governo con l’esperienza politica dei Comuni e delle Signorie, dal culto per la bellezza e l’arte che discende dall’Umanesimo e dal Rinascimento al melodramma che ha permeato la cultura musicale europea, e quindi mondiale, per tre secoli, dalla genialità dei nostri stilisti e designer alla inarrivabile qualità della nostra arte culinaria e dei nostri prodotti alimentari.
Ma accanto a questi esempi positivi, purtroppo, siamo stati anche portatori insani di una delle metastasi più devastanti per ogni sistema di governo: la burocrazia. E sapete qual è stato l’organismo più colpito? L’Unione Europea! Tra tutte le nostre qualità migliori, l’Unione ha privilegiato l’assimilazione del nostro peggior bubbone.
Il nuovo Eldorado dei burocrati sono le istituzioni europee se pensate che un neo assunto, inquadrato al livello più basso, percepisce uno stipendio base mensile di 4.300 euro. Da lì la scalata può arrivare al 16esimo livello, un direttore generale, con un appannaggio base mensile di 18.000 euro. Ma questo è solo l’antipasto perché alla base vanno aggiunti una quantità industriale di benefit ed indennità. Si va dall’assegno familiare per il funzionario che convive, o che è sposato, o divorziato, o separato legalmente, o anche celibe ma con uno o più figli a carico. Se poi il nostro ha un figlio a carico, che sia legittimo, naturale, adottivo o anche se sono state solo attivate le procedure d’adozione, c’è l’indennità per i figli a cui si accompagna un altro ricco assegno di indennità scolastica che continua ad essere versato fino al compimento del 26esimo anno di età del pargolo. Pensate che sia abbastanza? Sbagliato! Per tornare ai benefit vi è l’indennità di dislocazione, dovendo vivere lontano dalla madre patria, che è pari al 16% dello stipendio base e comunque mai inferiore a 502 euro/mese. Abbiamo poi le spese sanitarie ed assicurative, che vengono coperte dall’Unione per l’80% e valgono anche per la moglie, il convivente, i figli e le persone a carico. Se ancora non siete ubriachi di cifre potete assorbire anche le voci relative ai rimborsi: trasporti, alberghi e benzina tutto a carico dell’Unione. Indicativamente tutti i benefit suddetti incrementano lo stipendio base di circa 2.000 euro al mese. Alla fine di questo lauto pasto non posso esimermi dal servirvi il dessert con la classica ciliegina: lo stipendio dei funzionari UE non sono assoggettati all’imposta sul reddito nazionale ma all’imposta comunitaria, con un’aliquota progressiva che va dall’8% al 45%, che viene riversata nel bilancio dell’Unione.
Due brevi annotazioni: i funzionari comunitari sono 55.000 e chi paga tutto il ben di Dio di cui sopra siamo noi, cittadini europei, con le nostre tasse. Per completezza d’informazione nel periodo 2007-2013 ogni cittadino italiano ha pagato 268 euro l’anno per il funzionamento della comunità, pari a 16 miliardi l’anno!
Cosa abbiamo in cambio di tutto questo? Quali i vantaggi per noi comuni cittadini? Niente e nessuno! Non so cosa ne pensiate, ma io non mi riconosco in questa Unione, non mi piace, non la voglio. A pensarci bene sono convinto che non la vorrebbero neanche De Gasperi, Adenauer, Schuman, Monnet e Altiero Spinelli che l’avevano sognata e creata.
Non questa, però!
 


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