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Inquinamento/Non una molecola in più

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

17
MAR
2016
Se la tutela dell’ambiente è fondamentale per i medici dell’ISDE, probabilmente questo nostro territorio, vittima di un affollamento irragionevole di impianti industriali altamente inquinanti, forse avrà trovato finalmente una chiave di volta diversa dall’unica al momento nota: la magistratura. Dallo stabilimento siderurgico sino al grande business della monnezza che “è giunto fino all’interno dei nostri confini comunali”, una patologia sociale sotto stretta osservazione dell’associazione guidata dal dottor Delio Monaco
 
Un esordio recentissimo quello dell’Associazione ISDE di Massafra che vanta già 85 iscritti e la pone sul podio nazionale per maggior numero di componenti. Il suo scopo prosegue sul principio di ‘Studiare e divulgare i problemi sanitari correlati all'ambiente, a Massafra e nell'area Jonica’. Il presidente della sezione massafrese, dott. Delio Monaco, ha delineato la ragione fondativa durante un incontro con la stampa avvenuto pochi giorni fa. “L’esigenza di unirci è nata per amicizia e per condividere quello che ogni giorno umanamente facciamo: essere a servizio della salute delle persone”;il medico sottolinea l’aver scelto l’ISDE, quale contenitore in cui conferire, perché rappresenta “un’Associazione internazionale, presente in oltre 40 nazioni, con un rapporto consuntivo con diverse altre, tra cui l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Per questo abbiamo deciso di aprire una sezione a Massafra, al fine di affrontare i problemi locali con un’ottica e una cultura globale”. Il dott. Monaco ha inoltre spiegato che “l’ISDE fornisce la possibilità di afferire in ogni campo di nostro interesse, ad ampia letteratura, con documenti scritti da importanti autori che da anni s’impegnano in questa lotta che verte sull’adeguare i nostri stili di vita, la nostra mentalità sul rispetto del binomio “Salute e Ambiente””. Le numerosissime adesioni all’interno del gruppo la dicono lunga sul grande interesse che c’è verso l’ecologia e la salute di questa nostra terra. La componente massafrese si dice proiettata verso il futuro “le nostre prospettive temporali sono molto lunghe” ha sottolineato il dott. Monaco “c’è un filo, ahimè drammatico, che passa dall’industrializzazione al disastro ambientale e tutto questo nell’arco di diversi anni si ripercuote in danno sanitario. Danno che non può essere misurato al momento. Almeno non in terre come questa. A Taranto c’è sicuramente un problema molto, molto grave e ci sono patologie oncologiche e cardiovascolari in certo aumento d’incidenza”. Un’azione, la loro, mirata a prevenire l’irreparabile. Non a caso rivendicano da subito venga applicato quel ‘principio di precauzione’ che rappresenta una grande innovazione dell’attività legislativa negli ultimi anni e permette una più attenta valutazione nel realizzare impianti dannosi per la salute. Quindi primo obiettivo è la prevenzione. I medici sono concordi sulla necessità di “guardare avanti; oltre una campagna elettorale,un prossimo consiglio elettorale o quant’altro. Noi pensiamo alla salute anche delle generazioni future”. Con riferimento alle azioni di Governo, il presidente è dell’avviso che “al di là del fare governativo, ci sono delle criticità che ci trovano perplessi. In particolare le autorizzazioni per le trivelle in mare. E’ sempre bene ricordare il referendum del 17 aprile prossimo, dove ISDE Italia si impegna nella promozione e partecipazione al voto con un ‘SI’ convinto. Per il dovuto rispetto al mare; in particolare quello preso in oggetto, che dista appena 12 miglia dalle nostre coste. Riguardo poi all’articolo 35 del decreto ‘salva Italia’ si delinea una questione complessa. Sentiamo rumors che stanno organizzandosi in una raccolta firme per un referendum. Al momento sono solo ‘voci’, quando e se si concretizzeranno, le valuteremo e,prima di decidere una posizione, ci confronteremo con l’ISDE nazionale”. Se la tutela dell’ambiente è fondamentale per i medici dell’ISDE, probabilmente questo nostro territorio, vittima di un affollamento irragionevole di impianti industriali altamente inquinanti, forse avrà trovato finalmente una chiave di volta diversa dall’unica al momento nota: la Magistratura. Una ‘patologia sociale’ che s’innesta nel tessuto rurale nostrano sin dagli anni ’60 con la collocazione dello stabilimento siderurgico e a seguire gli impianti di raffinazione, il cementificio, sino al grande business della monnezza che, come evidenziano i clinici “è giunto fino all’interno dei nostri confini comunali”. “Quindi nell’immediato non una molecola in più. Frase non nostra, bensì dell’Arpa. Frase che è stata ribadita dal dirigente, dr Giorgio Assennato, durante un recente consiglio comunale massafrese, in cui il nostro collega era ospite”. Effettivamente, a proposito di un eventuale raddoppio di un inceneritore su Massafra e l’aggiunta di altri impianti correlati, “Non una molecola di più”, “Non nuovi impianti sul nostro territorio” ebbe a dire il dott. Assennato durante un recente Consiglio Comunale massafrese. A tal proposito, pochi giorni or sono, il Tar di Lecce ha rigettato il ricorso presentato dalla CISA (accreditata smaltimento rifiuti) in riferimento alla richiesta di realizzare un nuovo impianto di trattamento rifiuti liquidi (160.000 mc da scaricare successivamente nel Patemisco). A settembre 2015 la Provincia di Taranto aveva chiesto di istruire un nuovo procedimento perché il vecchio si era concluso con parere negativo nel 2014. Quindi la CISA deve ripresentare il progetto e ripercorrere tutto il procedimento amministrativo. Con le nuove normative appare praticamente impossibile ottenere l'autorizzazione. Proprio il governatore di Puglia, Michele Emiliano, in occasione della visita della Commissione bicamerale di inchiesta sul ciclo dei rifiuti e dei reati ambientali, nell’ambito delle audizioni in Puglia, ha affermato che “noi avremo un’ unica strategia regionale con un’unica autorità per il ciclo dei rifiuti regionale, limitando le possibilità di intercettare i flussi di denaro connessi al ciclo dei rifiuti da parte di chicchessia, anche delle organizzazioni criminali”, sottolineando sia indispensabile l’avvento di una nuova politica sulla gestione dei rifiuti. Chissà se i nostri amministratori attueranno concretamente la raccolta Porta a Porta che offre la possibilità di recupero di materiale da reimpiegare ed è vantaggiosa anche dal punto di vista occupazionale. I cittadini avranno tutti la ‘schiena dritta’? si spera! Purtroppo, la Puglia, ancora oggi, ha raggiunto solo il 40% di RD. Un’inezia. Ciononostante, il presidente commissione d’inchiesta Bratti asseriva che, in Puglia “il ciclo dei rifiuti non è chiuso, mancano gli impianti, quelli esistenti sono in parte sotto sequestro, in parte non a norma o chiusi. Per cui la situazione è complicata. Il rischio di una emergenza ci può essere”. La dr.ssa Maria A. Perniola, infatti, invita ad essere molto cauti a proposito del rigetto del TAR di Lecce sul ricorso Cisa. “E’ di certo una grande conquista,ma nulla è ancora concluso. A noi da carica, per proseguire con maggiore entusiasmo e il movimento che stiamo creando,noi come associazione e tanti altri movimenti cittadini, non sta passando inosservato”. “Per me è una festa “ha esordito il dott. Stefano Colapietro, tra i primi a spendersi a tutela dell’ambiente e della salute civica ed aver coinvolto tantissimi colleghi per informare compiutamente i cittadini per difendersi da patologie da inquinamento. Del resto, sottolineava la dott.ssa Maria Rosaria Nardelli “da medici, il nostro maggiore interesse è rivolto ai pazienti dell’intera popolazione. Per questo auspichiamo incontri, scambio di opinioni, suggerimenti che vengono dalla nostra quotidianità; anche con la classe politica di adesso e futura; con gli imprenditori, perché continuiamo a pensare che si possa investire e dare lavoro anche in maniera pulita”. L’ISDE di Massafra chiede con forza agli amministratori locali di applicare il Principio di Precauzione. Norma europea, già adottata in molti Paesi dell’Unione. 
 


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