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Bruxelles sotto attacco/ Primavera di sangue

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

24
MAR
2016
Giorni cupi per l'Europa, colpita per motivi diversi nei suoi simboli: con la morte delle tredici ragazze del progetto Erasmus (di cui sette italiane) e con gli attentati proprio davanti alla stazione della metro della Commissione europea. Eppure, c'è chi a questa Europa tanto minacciata ci crede ancora
 
Eccoci, ci risiamo. Altri morti e centinaia di feriti a Bruxelles e la matrice è sempre la stessa: il terrorismo islamico. L’Isis ha già rivendicato gli attentati sia della metropolitana che dell’aeroporto Zaventem. Mentre scrivo le notizie sono ancora incerte e da confermare, ma sicuro è che si contano già 31 morti e oltre 200 feriti e di questi molti in maniera seria se non disperata.
A tre giorni dall’arresto del terrorista islamico Salah Abdeslam, autore e ideatore delle stragi di Parigi del 14 novembre 2015, due esplosioni hanno devastato l’aeroporto Zaventem di Bruxelles, seguite da tre altri attentati in tre diverse stazioni ella metropolitana della capitale belga e come già riportato, per ora si contano 28 morti e oltre 130 feriti.
E sorvoliamo sul terrore e il dolore che questi attentati hanno provocato tra i presenti e i parenti delle vittime. E poi ci saranno da contare anche i danni materiali e i disagi che questo ennesimo atto ha provocato.
E l’Occidente? E l’Europa? E noi? Cosa fanno e cosa stiamo facendo? Si stanno e ci stiamo chiedendo ancora se reclamare a gran voce più sicurezza e più controlli sia di destra o di sinistra e poi tutto si esaurisce con cortei e sbandieramento di bandiere della pace e, se è sera o notte, con inutili fiaccolate silenziose.
Di quante riunioni a livello europeo e mondiale ne abbiamo contezza e sono state tante, forse troppe e a questo punto sospetto anche inutili. Dagli USA alla Russia, dall’Europa all’Asia e all’Africa, quante parole sono state spese dai politici, mentre cittadini inermi continuavano e continuano a morire per mano di un terrorismo cieco, impossibile da combattere con armi convenzionali.
Saremmo anche tutti fratelli, come dice Papa Francesco, ma se qualche fratello finisse in carcere e ci rimanesse per sempre prima di commettere stragi di innocenti, penso che a nessuno avrebbe da ridire.
Senza polemizzare ora stiamo qui a contare altre vittime innocenti, gente che se ne andava per i fatti suoi e che non torneranno più a casa perché mentre l’Occidente continua a riunirsi e a parlare, il terrorismo colpisce ancora, dove e quando vuole. E se a noi non è ancora toccato non possiamo certo sentirci al sicuro, prima o poi potrà succedere e succederà, se l’inerzia politica continuerà a lasciar spadroneggiare la violenza di chi pensa di risolvere i problemi religiosi con atti terroristici.
Concludo rivolto alle vittime e alle familiari che non vedranno più tornare a casa i loro cari, e che invece saranno chiamate loro per andare ad indentificare il proprio congiunto: moglie, figlio, madre o padre, vittima dell’ennesima strage.
Sincere condoglianze per le vittime, di qualsiasi nazionalità voi siate e alle vostre famiglie che non vi vedranno più.
 


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