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Dopo il referendum/ Come siamo deboli ora che non siamo più massa

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

22
APR
2016
Come la rana di Chomsky verremo prima scaldati e poi bolliti, uno ad uno, con calma. Certo, indietro non si torna. Ma qualcosa che chiuda gli anni '80 e ci riporti al senso della comunità e alla nozione di bene comune, alla consapevolezza della collettività, ci vuole
 
Penso, molto semplicemente, che alla fine il problema non fosse la vittoria del sì o del no. Probabilmente, il nocciolo della questione non era neanche nel fatto che fosse una valutazione sul governo Renzi. Non ve lo diranno mai ma alla maggioranza degli italiani piace ora Renzi come piacevano prima Andreotti o Rumor o Berlusconi. Il problema è più profondo e più grave. Il nostro paese non considera il diritto di cittadinanza come inalienabile e non negoziabile ma come qualcosa che si contratta tutti i giorni a seconda delle convenienze, siano esse individuali, familiari o tribali. Rimpiango l'uomo-massa di quaranta anni fa, che si mobilitò per evitare la cancellazione della legge sul divorzio e poi la cancellazione della legge sull'aborto. 
L'abolizione della società di massa ad opera della società dell'immagine, negli anni '80, ci ha reso tutti sicuramente più belli, più eleganti, ben rasati e truccati e imparruccati e su su fino ad arrivare ai muscoli scolpiti, alle pance a tartaruga (non è il mio caso) e agli orrendi tatuaggi, all'egotismo-egoismo-individualismo-narcisismo patologico. E' il neoliberismo-neocapitalismo che sta portando il pianeta verso la catastrofe. Ma ora che, non più massa, siamo diventati una sommatoria algebrica di individui, siamo tutti debolissimi. Come la rana di Chomsky verremo prima scaldati e poi bolliti, uno ad uno, con calma. Certo, indietro non si torna. Ma qualcosa che chiuda gli anni '80 e ci riporti al senso della comunità e alla nozione di bene comune, alla consapevolezza della collettività, ci vuole.
Nell'ennesima domenica delle salme, hanno vinto le oligarchie e le immagini politiche o mediatiche da cui queste si fanno rappresentare.
Il cittadino ha perso. Ma un terzo di italiani, fra i quali il sottoscritto, possono legittimamente sentirsi più cittadini di voi.
 


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