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Basta con gli onnipotenti

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

27
MAG
2016
La richiesta di mantenere fede ai patti elettorali e il non voler per forza votare provvedimenti ingiusti e dannosi per la città alla base della presa di posizione del consigliere comunale del Partito democratico, Franco Basile che, per la prima volta dall’inizio della crisi amministrativa al comune di Martina Franca, chiarisce la sua posizione in una intervista esclusiva per Extra Magazine.  
 
Franco Basile, dopo le vicende degli ultimi consigli comunali e il documento del Partito democratico, divulgato di recente, con il cui ti vengono chieste "spiegazioni", come possiamo definire la tua attuale posizione ? 
In riferimento al comunicato di qualche giorno fa, per giunta non firmato,  mi viene spontaneo chiedere se a Martina il Pd non sia diventato un contenitore che trascura i naturali processi di confronto democratico. L’aggressione Politica, non dovrebbe rientrare nella dialettica di un partito, ma del resto basti guardare al percorso “politico” di certi soggetti per capire quanta differenza di base può esserci; mi riferisco, in particolare a qualche nuovo arrivo con alle spalle un percorso personale di centrodestra o a qualche componente della maggioranza formatosi politicamente nelle fila del Movimento Sociale Italiano. 
 
Come va interpretata l’espressione del tuo voto con le opposizioni? 
Credo che l'involuzione di questa esperienza amministrativa, nata per rinnovare metodi e persone, sembra aver preso una strada che, al netto della propaganda e delle “foto opportunity”, riproduce uno schema in cui il Consiglio è ormai ridotto ad un organismo che si limita a ratificare quello che il sindaco e il suo staff hanno deciso. Tra i consiglieri l'insofferenza verso questa situazione  è molto più diffusa di quanto si voglia far credere.
Le ragioni sono tante e in parte sono state richiamate nell’ultimo documento, firmato con il cosigliere Antonio Carriero, in cui i riferimenti a fatti precisi non mancano. Vogliamo parlare del contenuto del documento sottoscritto a seguito della mia autospensione, insieme a Vittorio Donnici, del novembre 2014? Le questioni erano le stesse: assetto del partito,  rapporti tra giunta e gruppo consigliare, punti programmatici. 
Come si era chiusa quella fase? Con un solenne documento di indirizzo politico-amministrativo sottoscritto da tutti che apriva la strada a un lavoro di razionalizzazione della spesa e dei rapporti tra organi amministrativi. Risultato? Per la gioia di Stefano Coletta, abbiamo contribuito a incrementare la raccolta differenziata della carta. Un documento firmato e cestinato un attimo dopo. 
 
Quindi è una questione di rispetto dei ruoli?
Non solo; è una questione di azioni tese a  rimodulare le spese, evitando di continuare a spendere soldi pubblici che potrebbero essere  destinati verso utilizzi più consoni al drammatico momento economico e sociale che Martina sta vivendo. 
 
Ma in concreto?
Il documento di indirizzo indica dei punti su cui lavorare: riduzione delle spese per sagre e manifestazioni; razionalizzazione del servizio trasporti che al momento vede pulman tristemente vuoti girare per Martina; una gestione del patrimonio degna di questo nome e una efficace azione per il contenimento del contenzioso derivante da richieste di risarcimento.
Non dimenticherei, inoltre, la questione della riorganizzazione del personale, sollevata con forza dal consigliere Vittorio Donnici.
 
Queste affermazioni non sembrano la migliore premessa per una ricomposizione delle diverse posizioni all'interno della maggioranza. Si sussurra che tra le richieste del duo Basile-Carriero c'è quella di una rappresentanza in Giunta.
Credo che discutere di postazioni sia quanto di più lontano da quello per cui abbiamo lottato nel 2012. Ci interessa avere risposte concrete a problemi concreti. Se per questo si dovrà congedare qualche assessore non credo sia un dramma, siamo tutti al servizio di un progetto. O no? L'azzeramento può essere un percorso per evitare personalizzazioni che non hanno senso.
 
La segreteria del Partito democratico ti accusa di fare squadra con il centro-destra. In una parola di tradire il mandato elettorale. 
Su queste affermazioni permettimi di fare alcune considerazioni e riflessioni che ritengo importanti: come fatto storico, decidendo di fare politica si chiede ai cittadini di essere rappresentati da te, sentendo una passione per queste cose, per la gente, per l’ascolto, per i problemi, per la concretezza. Si spera di poter dare un contributo reale a cambiare la vita, le situazioni, la gestione delle cose attraverso dei ruoli che possono essere quelli anche semplici di consigliere comunale ma che sono dei ruoli importanti per la città e per le istituzioni di cui ho profondo rispetto. 
Io sono un uomo del popolo, sto fra la gente, sto nel popolo e ascolto e vedo le loro problematiche da quelle più semplici a quelle più gravi e disperate a cui naturalmente va tutta la mia solidarietà. I miei elettori sanno che io sono un uomo semplice, che mi attivo, che cerco di capire, che approfondisco le questioni, che cerco di dare un seguito alle parole. Un uomo dei fatti. 
Non ho bisogno di andare a scaldare le sedie in consiglio o di avallare le ambizioni altrui senza essere partecipe. 
La politica,  poi, di per sé vede dei momenti, delle situazioni, dei passaggi importanti, a volte inaspettati, ma che prevedono che chi ne fa parte compia delle scelte, prenda delle decisioni, si faccia carico delle aspettative e della volontà degli altri per andare avanti nella direzione in cui crede che sia giusto andare: la trasparenza, la serietà, la coerenza, la concretezza. Tante volte questi sono fattori che mancano, per quanto nelle campagne elettorali chiunque si fregi di queste belle parole. Un po’ nella concretezza mancano gesti e atti comuni, concreti che avallino questi valori, queste idee, per cui io sono sereno nei confronti del mio elettorato perché so che la fiducia che ha riposto in me, fino a ora, non è stata mai tradita, anzi, posso dire che loro sono la forza e il motore che mi fa andare avanti anche nei momenti più difficili in cui, appunto, bisogna scegliere cosa fare e naturalmente questo può essere anche pericoloso per la persona stessa, ma io so di poter contare sulla loro energia, sulla loro fiducia. So che il loro giudizio sarà sereno in questo senso e quindi sinceramente tradire il mio elettorato significherebbe innanzitutto tradire me stesso e questo proprio non mi va. 
Poi, vorrei aggiungere, nessun consigliere può essere sequestrato nel suo giudizio dal fatto di appartenere a uno schieramento. Pretendere che si votino provvedimenti che si ritengono ingiusti e dannosi per la città è sbagliato e contraddittorio con i principi di democrazia, trasparenza e partecipazione che abbiamo professato nel 2012. Non siamo in Corea del Nord anche se a qualcuno, temo, la cosa non dispiacerebbe.
 
Tra le voci in circolazione ci sono anche quelle che vogliono  un collegamento tra le vostre posizioni e l'attività di associazioni che si richiamano all'esperienza di "Martina Libera e Solidale". Parliamo, per esempio, di Luca Conserva, Franco Convertini e di "Liberi e Solidali". 
A quanti fanno circolare queste voci rispondo citando un politico della prima repubblica: "la dietrologia è l'ultima risorsa dei cretini". 
 
Non te la cavi con una battuta.
Non è una battuta. Liberi e Solidali è una associazione di cui non faccio parte. Le mie posizioni di oggi non sono determinate da nessun altro che non sia io stesso. Capisco che chi è abituato a eseguire ordini altrui abbia difficoltà a credere all'esistenza del pensiero autonomo e libero. 
Ma per quanto mi riguarda, è così.
Se poi vuoi conoscere  la mia opinione sulle dimissioni di Franco Convertini, non mi tiro indietro. In quell'occasione il PD tutto non fece una bella figura. In fondo Franco Convertini diceva allora, da assessore, le stesse cose che più di qualche consigliere dice ora. Tutti fecero finta di niente. 
Così una persona che ha lavorato vent'anni nel e per il centrosinistra è stato trattato dal PD come un corpo estraneo. E in effetti, visto cos'è diventato il PD, lo era. 
 
Insomma, non sembri proprio disponibili a una ricomposizione.
Tutt'altro. Sono solo consapevole che questa volta non ci si può accontentare di chiacchiere. Non possiamo vantarci di incassare il 95% delle tasse e avere persone che aspettano i rimborsi TARSU, IMU ecc. da quattro anni. Non possiamo dire che siamo i migliori e avere la S.S.172 bloccata dalla cacca. Non possiamo pretendere di insegnare la trasparenza agli altri e comportarci in modo opaco.
La volontà di cercare una ricomposizione da parte nostra c'è sempre stata e ci sarà ancora. Ci si aspetta che il Pd di Pentassuglia e il sindaco accettino l'idea che non sono onnipotenti e che riflettano su quante volte hanno disatteso gli impegni presi in questi mesi.
 
E se poi, alla fine, Martino Miali o altri spezzoni del centrodestra decidessero di sostenere l'amministrazione ?
Rispetterei la posizione di Miali ma chiederei al Sindaco se anche questo era previsto nel patto generazionale. Ho già detto che qualunque consigliere è libero, anche di cambiare idea. Temo per il PD che questo valga anche per gli elettori.
 


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