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Come castelli di carta / La spina dorsale fragile dell'Italia

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

1
SET
2016
La placca africana spinge verso l’Europa contro quella euroasiatica e il punto di accumulo di energia coincide proprio con la dorsale appenninica dell’Italia centrale. È per questa ragione che tutta l’edilizia di queste regioni dovrebbe essere antisismica. Per il futuro sarà di certo così, ma il vero problema sono le costruzioni già esistenti.
E’ impossibile contenere o imbrigliare l’energia scaturita dai terremoti, ma è possibile limitarne i danni in termini di vite umane e tutela del patrimonio storico e architettonico.
Per i nuovi edifici, le attuali tecniche costruttive e le norme antisismiche vigenti, rendono i fabbricati, pubblici e privati, assolutamente sicuri, pertanto non vi sono giustificazioni tali da motivarne la rovina o il crollo a seguito di eventi sismici o altre calamità, se non la scarsa competenza o la speculazione senza scrupoli operata da committenze, tecnici e maestranze impiegate.
Per il patrimonio edilizio esistente deve essere fatta la distinzione fra edifici la cui qualità e l’importanza storico-architettonica giustifichino o meno interventi preventivi di consolidamento e adeguamento alle norme antisismiche.
L’esistenza di un’ingente presenza di centri storici e di edifici di pregio, rende l’Italia unica ma, affinché questo sia considerato un valore esclusivamente positivo, sono necessari la costante conservazione di detti beni e il relativo adeguamento degli stessi, perché resistano a terremoti così come a tutte le altre calamità naturali.
L’adeguamento degli edifici in muratura, non può che scaturire da una completa mappatura dello stato di fatto, seguita dall’analisi puntuale e individuale dei fabbricati. Gli immobili storici hanno caratteristiche differenti, pertanto è fondamentale che i trattamenti da eseguirvi, siano individuali, specifici e mai seriali. Solo con la precisa lettura della condizione statica e dello stato fessurativo, è possibile tracciare serie progettazioni. Per questo è necessaria la sinergia fra tutte le competenze tecniche, esclusivamente d’eccellenza, che devono curare nel minimo dettaglio ogni aspetto di tutti gli interventi.
A questo deve essere unito il monitoraggio temporale degli edifici, in concerto con gli enti preposti alla tutela dei vincoli e alla salvaguardia del territorio. E’ fondamentale che norme e vincoli imposti siano calzanti alla realtà e vicini alle necessità di recupero e adeguamento.
Lo snellimento delle procedure burocratiche, la priorità della manutenzione e dell’adeguamento sulla conservazione fine a se stessa, la reversibilità degli interventi eseguiti, la competenza delle figure impiegate, possono permettere l’uso sicuro, la salvaguardia dei beni e la certezza per l’incolumità, all’interno dei centri storici e degli edifici di valore storico-architettonico-artistico-ambientale.
Solo con l’impiego di contributi statali e comunitari è possibile far fronte all’enorme impegno economico necessario, oltre il quale gioverebbero la defiscalizzazione a tempo indeterminato degli edifici sottoposti a intervento e l’obbligo d’uso abitativo o produttivo di reddito. 


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