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Bella da conquistare

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

29
SET
2016
Puglia. 19500 chilometri quadrati di territorio pregno di storia, personaggi illustri, cultura, bellezze naturali, evidenze artistiche e architettoniche che la rendono spudoratamente incantevole. 800 chilometri di coste dove scogliere si alternano a spiagge, come se una mano superiore avesse sottratto lembi di terra alle Antille come a Dover, per poi ricomporli in un lungo nastro che adorna un dono prezioso.
Tanto bella quanto ricca di contraddizioni. Il progresso in questa regione è stato distribuito con la stessa logica di un mobile IKEA montato senza istruzioni. Tutte le infrastrutture sono presenti come se la Puglia appartenesse a un altro continente e si trovasse annessa all’Italia solo per caso.
I due secoli passati, come per altre regioni del Meridione, hanno apportato profondi cambiamenti alla sua identità millenaria. Come per il resto del Sud Italia, la sua naturale opulenza, ha attratto governanti senza scrupoli che l’hanno depredata e resa inerme, generando un vuoto economico e occupazionale. 
Le ricchezze spontanee sono state sostituite da attività assolutamente avulse al contesto storico e territoriale. In Puglia è possibile ammirare un antico acquedotto romano accostato ad alte ciminiere fumanti o templi greci soffocati da orrendi edifici. Questo non ha apportato benessere se non a pochi imprenditori senza scrupoli e facili alleati d’investitori estranei assetati di conquiste. E’ come se un’attraente popolana fosse stata strappata alle sue danze scalze per essere trasfigurata in una Carmen da iniziare alla strada.
Eppure, la sua bellezza e il suo orgoglio restano ancora forti ed evidenti. Basterebbe scioglierle i capelli, rimuoverle il pesante trucco e spogliarla da quei vestiti, tanto appariscenti quanto pacchiani, per scoprirne la sua vera identità. Perché la Puglia è come una donna addormentata, il cui corpo sinuoso disegna i suoi confini.
E’ vero. La viabilità, la sanità, i servizi, in Puglia sono a livelli bassissimi come se il nostro contributo fiscale non avesse lo stesso peso di quello elargito allo Stato dalle altre regioni. Il tempo necessario per percorrere la Puglia è più che sufficiente per attraversare il Nord Italia e sconfinare negli stati contermini. Le nostre ferrovie sono, ormai, tristemente note per disservizi, disastri ferroviari, mancanze e inadeguatezze. I voli aerei sono presenti solo per la presenza di poche compagnie aeree che si degnano di concedere scali, non prima, però, di aver percepito un lauto contributo regionale spacciato per incentivo turistico. Perfino le nostre infinite coste sono adeguate solo all’attracco di navi commerciali e petroliere al servizio d’industrie inutili quanto nocive. Ammalarsi in Puglia è una sciagura perché, oltre ad essere affetti da una patologia, è necessario patire gli infiniti disagi di una sanità pubblica, ricca di eccellenze professionali, ma gestita dalla politica come se fosse merce di scambio elettorale.
Nonostante queste evidenti discrasie, la Puglia continua ad attrarre, ogni anno, milioni di visitatori che sono ben disposti a subirne i mali pur di conoscerne le sue innumerevoli virtù.
E’ solo da poco tempo che, nella nostra regione, è stata adottata una politica di promozione del territorio. E’ ancora minore il tempo che vede le istituzioni partecipi all’evoluzione dei nostri territori, verso lo sviluppo del turismo, della cultura, dell’agricoltura di qualità, dell’artigianato, della pesca e dei prodotti tipici.
I pugliesi conoscono le realtà della Puglia e sovente lottano per valorizzare le sue tipicità. Chiunque venga in questa regione, apprezza i suoi valori intrinseci, ripudiando gli artefatti stonati e le superfetazioni. Così come apprezza la sua gente apparentemente rude ma realmente capace di offrire calda ospitalità e profondi significati umani. 
Le nostre mancanze, la nostra ingenuità, i nostri governi lontani dalle realtà sociali, hanno permesso e permettono l’arrivo di colonizzatori pronti a occuparne il territorio e insegnarci il progresso e la civiltà.
Ultimo esponente di questa tipologia rampante è Flavio Briatore. Lo stesso che ha cominciato la sua carriera negli ambienti di Michele Sindona, che ha determinato il crollo di diverse società, quello che lucrava sulle bische clandestine, per poi scappare all’estero sfuggendo alla cattura, per ritornare in Italia solo a seguito di un’amnistia. Briatore, che deve la sua fortuna all’amicizia con la famiglia Benetton e la vicinanza con alcuni esponenti della destra politica. L’imprenditore che ha fatto delle debolezze dell’alta borghesia italiana e straniera, la sua fortuna. La sua principale fonte di reddito sono i nuovi ricchi, tanto bravi a guadagnare denaro sull’illecito e lo sfruttamento, quanto capaci di sperperarlo nei suoi locali, Bilionaire e Twiga, disseminati nel mondo. Lui stesso non nasconde il giudicarli cafoni. Briatore stima Donald Trump e apprezza le sue idee politiche.
Una vita vissuta lambendo il confine con l’illegalità e valicandolo spesso, tanto da essere perennemente oggetto d’inchieste giudiziarie. Questo è l’illuminato imprenditore che qualche giorno fa è stato ospite a Otranto, nel Salento, di un convegno sulle prospettive della Puglia. Ospite d’onore di qualche pugliese ambizioso di diventare un membro della sua cerchia quanto entusiasta di collaborare all’impianto di un altro Twiga.
Briatore, nel suo intervento condito da espressioni colorite, ha mirato a screditare la nostra regione in merito alla qualità ricettiva e al target di presenze che la visitano. Sempre secondo il suo parere, l’arricchimento della nostra terra si può ottenere esclusivamente con attività come le sue, permettendo ai pochi abbienti internazionali di fruire del nostro territorio a uso esclusivo. Il tutto dotando le nostre località turistiche di appositi attracchi per natanti di lusso. Ha, chiaramente, espresso disprezzo verso la nostra volontà di conservare territorio e tradizioni, considerandoli ininfluenti ai fini delle esigenze turistiche dei nuovi ricchi. Il suo unico mezzo di confronto è stato il denaro speso e spendibile dalla sua clientela abituale.
Non ha risparmiato una pesante critica alle infrastrutture pugliesi, evidenziandone l’insufficienza e l’inadeguatezza. Ma, evidentemente, non avevamo bisogno delle sue osservazioni per esserne consci. Il nostro concetto d’infrastrutture, però, differisce notevolmente dal suo, che mira esclusivamente a piste di atterraggio e moli iperaccessoriati, nelle immediate vicinanze dei suoi luoghi di svago, realizzati in deroga a qualsiasi normativa di salvaguardia e tutela del territorio. Basterebbe chiedere alla popolazione sarda quali e quanti scempi abbia causato questo imprenditore alla loro isola.
Il team principal della formula 1, come risposta alle miriadi di critiche ricevute, ha solo ribadito che l’intero Sud Italia “fa schifo” e che se non vogliamo lui e i suoi ricchi clienti, è solo peggio per noi.
Noi possiamo solo rispondergli che la Puglia è scelta da migliaia di visitatori per quello che è, anche con i suoi disagi e i suoi difetti, che ben si tollerano pur di fruire delle sue immense risorse. Per restare sul suo stesso piano, agevolando così la sua capacità di comprensione, assicuriamo Briatore che tra i nostri ospiti annoveriamo anche chi è così economicamente agiato, da far apparire lui, un piccolo e insignificante venditore di fumo, senza temere di distaccarsi troppo dalla realtà. 
Come nelle nostre abitudini, lo ringraziamo per il suo eccelso contributo, ma respingiamo la sua proposta. Noi siamo già impegnati a educare i nostri ricchi alla cultura, al buon gusto e alla legalità. Sarà, comunque, sempre benvenuto così come i suoi clienti, ma solo come noi pugliesi amiamo fare.
Con il tempo e la perseveranza che ci contraddistingue, risolveremo i nostri problemi, ma al solo scopo di migliorare la vita di tutti e non solo di quelli che vivono a sei zeri. 
foto: www.turismo.it
 


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