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Giallo in provincia/ Se un omicidio scuote il paese

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

18
MAG
2017

Dolore e sgomento è ciò che ha lasciato all’interno della comunità sangiorgese la notizia dell’efferato delitto del giovane imprenditore Ciro Piccione. Trentenne, molto benvoluto in paese e una vita interamente dedicata alle sue uniche passioni: l’agricoltura e la famiglia. Oltre le lacrime, un giallo ancora tutto da risolvere e lo spazio per una breve riflessione sulla crudeltà della natura umana


Era il primo pomeriggio dello scorso venerdì 12 maggio quando, tra l’incredulità generale della gente, cominciava a diffondersi la notizia attraverso i social network. Ma che era successo qualcosa di preoccupante in paese lo si era già avvertito nell’aria, dato quell’interminabile suono di sirene e quel frenetico sfrecciare per le vie cittadine di veicoli delle forze dell’ordine e mezzi di pronto soccorso.
Certe notizie non le vorresti mai sentire, perchè ti entrano nell’anima e ti lasciano davvero senza parole. Ti turbano. Ti cambiano la giornata. Ma poi devi tornare con i piedi per terra e affrontare la realtà, anche quando la verità non è ancora del tutto venuta a galla.
Ben poco si sa infatti, ad oggi, sulle dinamiche e sulle circostanze del delitto. E gli inquirenti investiti del giallo tanto lavoro avranno da fare nei giorni a venire per far luce sull’accaduto. Quello che è certo, però, è che lo spettacolo agli occhi dello zio del giovane che per primo ha tentato di soccorrere Ciro deve essere stato traumatico, al punto da essere colto anche lui da un malore.
Ma Ciro era steso a terra, in una pozzanghera di sangue, nello spiazzale del suo deposito in via Brunelleschi, sulla statale San Giorgio - Pulsano, utilizzato anche come autorimessa per i suoi stessi mezzi agricoli. Un colpo alla gamba e uno all’addome: e non c’era più nulla da fare.
Insomma. Un giallo tutto da risolvere che ha sconvolto un intero paese e ha lasciato senza parole tutti quelli che almeno una volta l’hanno incontrato per strada, magari al bar davanti a un caffè o tra le poltrone del suo barbiere di fiducia, l’hanno conosciuto e c’hanno scambiato quattro chiacchiere.
Ciro era un ragazzo sempre sorridente, aperto, affabile. Un professionista serio, competente nel suo campo - l’agricoltura - nato e cresciuto sin da piccolo già con la passione della viticoltura e degli automezzi agricoli. Ha sempre costruito tutto dal nulla, giornalmente, con la fatica e con il lavoro umile delle sue mani. Per questo ha sempre lottato per coltivare anche i propri sogni e portare avanti la sua famiglia senza far mancare niente ai due piccoli figlioletti. A detta di tutti era un padre di famiglia esemplare.
E allora cosa mai può essere successo? A chi mai ha potuto fare del male, al punto da ricambiare togliendogli la vita a colpi di pistola? Perché? A molti di questi interrogativi saranno certamente gli inquirenti, nel breve o nel lungo periodo, a rispondere. All’essere umano, in quanto tale, non resta che riflettere sulla sua natura, spesso così crudele, efferata, violenta senza motivo.
La stessa moglie Eloisa insieme a un coraggioso appello alle coscienze, invitando a collaborare senza paura quanti quel giorno hanno visto e sentito qualcosa, dai social network si lascia a una riflessione: ‹‹Mi avete tolto tutto. Mi avete tolto l'amore della mia vita, un marito fantastico, la mia àncora. Avete tolto un padre a due bambini che domani mattina si sveglieranno e avranno davanti a sé una vita diversa... così piccoli, e già capiranno quanto è bastarda questa vita››. E poi: ‹‹Ciro non meritava questo tragico destino, siamo ancora sotto shock. Vi chiedo un'ultima cosa: non lo dimenticate mai, pensatelo, parlategli, ricordatelo, andate a trovarlo ma non lasciate svanire tutto nel nulla››.
Come non comprendere… Intanto nel caldo pomeriggio di domenica scorsa, dallo spiazzale della Chiesa Immacolata di San Giorgio, una folla gremita di parenti, amici e conoscenti ha potuto dare l’ultimo saluto a Ciro tra un applauso e le emozionanti parole di Alessandra Amoroso: “ora invece è tutto lontanissimo, e ci divide un solco profondissimo. Ancora, ancora vorrei vivere intensamente quel sogno insieme… dimmi che quell'emozione ritornerà ancora.”



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