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Sindrome da sovraesposizione

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

25
MAG
2017

Contro ogni forma di riservatezza, abbandonando ogni tutela della propria intimità, si rincorre la visibilità attraverso una forma di esaltazione dell’ego che abbatte l’autocritica a favore di certezze non consolidate. Anche - soprattutto - in politica

La promozione è quella branca del marketing che verte alla conoscenza e all’apprezzamento di un servizio o di un prodotto. È una delle componenti fondamentali che influenzano il mercato. In economia è una voce imprescindibile dall’offerta che si serve della comunicazione. Il suo scopo è generare stimoli cui segue una risposta e il relativo effetto. In breve, qualsiasi cosa sia proposta a fronte di un corrispettivo, sarà più apprezzata quanto meglio presentata.
La promozione, quindi, riguarda anche l’opera dell’uomo intesa come stimolo a scegliere fra individui che esercitino una determinata prestazione. Gli elementi sono praticamente illimitati e puntano a un’infinità di target differenti. L’uomo, per il suo sviluppo straordinario delle facoltà psichiche e dell'intelligenza, per l'uso esclusivo del linguaggio simbolico articolato e la conseguente capacità di fondare, trasmettere e modificare una cultura, si propone socialmente attraverso la sua identità. Non ha bisogno di ricorrere alle leggi del marketing purché mantenga la sua capacità di distinguere la sua individualità dalla sua figura economica. È un percorso apparentemente lineare, semplice e logico attraverso il quale ognuno sceglie quanto e come esternare le sue personali caratteristiche che adegua e migliora a suo piacimento. Più sono naturali e spontanei i rapporti umani più divengono sani e duraturi. Piuttosto che imporsi alla società, è auspicabile essere scelti, per quello che si offre o per quello che si diviene attraverso la propria crescita intellettuale, la capacità di condivisione, la tolleranza verso il prossimo e la pacifica convivenza. L’aspirazione di raggiungere traguardi sociali è sicuramente un ottimo stimolo evolutivo a condizione che i target non siano discrezionali ma quanto più calzanti alla realtà. Eppure, esattamente in contrapposizione, si assiste a un nuovo fenomeno sociale in cui prevalgono il protagonismo e l’imposizione degli individui: le leggi di marketing e promozione sono adottate anche nella vita privata dell’uomo come se fosse una parte del mercato anche esternamente al mondo del lavoro. Contro ogni forma di riservatezza, abbandonando ogni tutela della propria intimità, si rincorre la visibilità attraverso una forma di esaltazione dell’ego che abbatte l’autocritica a favore di certezze non consolidate. Risalire ai modi e alle cause di questo trend comportamentale non è così semplice, anche se potrebbe originarsi dalla quasi totale mancanza di riferimenti stabili derivati dal vorticoso cambiamento di eventi che viviamo. Inoltre, il progresso non segue la stessa evoluzione della cultura e della sua diffusione, anche a fronte dell’enorme sviluppo dei sistemi di comunicazione che consentono il rapidissimo inoltro della parola, dell’immagine e del pensiero. L’uso che la popolazione fa di questi mezzi, comunque, è certamente superiore e migliore di quello esercitato dalle istituzioni, trattandosi di eccezionali opportunità non debitamente adoperate per informare e formare.
Internet, perenne imputato, non è responsabile delle involuzioni sociali quanto la televisione che è divenuta il peggiore strumento di trasmissione di messaggi unilaterali. Piuttosto che essere la finestra aperta sul mondo, si è sviluppata su un modello statunitense basato su illusione, marketing e propaganda, dove si divulga l’idea che si possa raggiungere qualsiasi obiettivo desiderato. Per intenderci, lo stesso modello che ha generato e sviluppato personaggi come Donald Trump. Il fatto che sia divenuto presidente degli States non è una conferma ma la dimostrazione di come sia ancora possibile manipolare gli individui attraverso la finzione.
È comprensibile il desiderio di miglioramento che ognuno si pone come obiettivo, a condizione che sia scevro dai miti artificiali che oscurano le reali componenti piacevoli della vita.
Nel periodo storico che stiamo vivendo, carico d’incertezze e alla ricerca di nuove identità comunitarie, le uniche evoluzioni che l’uomo può percorrere sono la condivisione, la tolleranza, la fratellanza, la pace. Tutte prevedono il totale annullamento degli individualismi offrendo le personalità come valore aggiunto a favore della collettività. Esattamente al contrario dei messaggi diffusi da diversi media, sia per la loro vacuità che per il loro effimero contenuto. Laddove non s’incanta la popolazione con scenari fantastici, si diffondono sentimenti di odio e scontro che la disgrega ulteriormente. La bolla illusoria generata dai palinsesti televisivi, ad esempio, divulga frequentemente possibili cambiamenti della propria vita, attuabili con eccessiva semplicità. Vincite milionarie, mutazioni radicali del proprio aspetto, trasferimenti presso remote località del globo, acquisto di abitazioni lussuose alla portata di tutti, esternazioni artistiche improvvisate da comuni cittadini, sono proposte come raggiungibili anche senza talento, preparazione, capacità e mezzi economici adeguati. Questo conduce il popolo, già provato, fragile e alla ricerca di certezze, a un risultato socialmente deleterio: la perdita della visione comune. La classe politica, che ha adottato appieno queste regole, proponendo scenari ideali inattuabili, persegue questo fine, illudendo l’elettorato di partecipare attivamente all’amministrazione del paese. Genera, invece, una sempre maggiore differenzazione delle classi sociali. Ne ha dato conferma l’ISTAT dichiarando la scomparsa della classe operaia e della piccola borghesia, con l’aumento delle disuguaglianze.
È sufficiente osservare i protagonisti della politica italiana per denotare come esprimano contenuti pregni di esaltazione del singolo individuo piuttosto che idee mirate alla valorizzazione, sviluppo e tutela del bene comune, anche all’interno degli stessi schieramenti e contro di quelli che dovrebbero essere comuni obiettivi politici.
Su questa scorta si sta sviluppando anche l’attuale campagna elettorale per le elezioni alle cariche amministrative presso diversi comuni d’Italia. Il numero straordinariamente elevato di candidati presenti in svariati e variegati schieramenti dimostra una notevole volontà di cambiamento e partecipazione sociale offrendo, nello stesso tempo, una maggiore garanzia di attuazione della democrazia. In realtà, è sufficiente verificare la qualità dei contenuti espressi individualmente per comprendere come lo spirito di abnegazione a favore della collettività sia sostituito dalle convinzioni personali spesso prive di riscontro. Fortunatamente è un fenomeno così evidente da permettere ancora l’individuazione delle figure che offrono realmente competenza disinteressata alla collettività. Anche in questo caso, la propaganda politica, intesa come promozione di principi e concetti, è sostituita dall’imposizione personale che, causa la totale assenza di autocritica e riconoscimento dei limiti, assume aspetti grotteschi. La propria sovraesposizione, già eccessivamente adoperata nella vita privata, diviene istrionica.
La certezza di avere tutti i requisiti per proporsi pubblicamente spinge ad affrontare la vita come se si partecipasse a un talk show. Contro ogni etica sociale, religiosa, morale si tenta la singola emersione piuttosto che la partecipazione alla vita sociale per il raggiungimento di scopi comuni.
La pacifica convivenza degrada in competizione con gli altri e se stessi, ignorando che è molto più appagante essere scelti, cercati, richiesti piuttosto che imposti al prossimo.
La totale perdita di uno stile di vita prettamente italiano, ha determinato l’adozione di modelli esteri logori, abusati e inadeguati al nostro paese.
Il senso della vita, però, non è poi così mutato nel tempo e i fenomeni sociali privi di contenuto sono destinati inesorabilmente a estinguersi.
Sebbene la concretezza sia spesso sostituita da un’artata immagine virtuale, come in ogni finzione c’è sempre il ritorno alla realtà.
 



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