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Vendola/Non ha capito una "Mazza"

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

8
MAR
2013

 

Sbatte la porta Patrizio Mazza che lascia la Regione Puglia dopo aver recapitato al Presidente una lettera di fuoco nella quale esterna tutto il suo malessere
 
Era prestato alla politica Patrizio Mazza e ogni volta che varcava il portone di via Capruzzi, forse lo faceva nella speranza di tornare al più presto dai suoi pazienti al “Moscati” di Taranto dove riveste il ruolo di primario di ematologia. Due i motivi che lo hanno spinto a entrare in politica: promuovere l’idea di un’alternativa economica alla grande industria e la necessità di introdurre in sanità un modello meritocratico sulla professionalità. Ma la gente non lo ha capito e alle scorse amministrative a Taranto, dove Mazza era candidato Sindaco a capo di una lista civica, ha raggranellato appena l’1,16% dei voti. Da allora il disamoramento con la conseguente presa d’atto   che ha portato Patrizio Mazza a ritenere conclusa la sua esperienza politica. E per chi preferisce “il contatto con la gente approfondendo cosa ci possa essere di buono dietro ognuno”, o mollare baracca e burattini per tornare “dai miei pazienti che mi reclamavano nel mio reparto di ematologia”, la strada era inevitabilmente segnata.  Ma prima di rassegnare la proprie dimissioni a Onofrio Introna, Presidente del Consiglio Regionale pugliese, Patrizio Mazza prende carta e penna e il 5 febbraio invia una lettera di fuoco a Nichi Vendola. Il contenuto della missiva, che potete leggere nel box di fianco, non lascia dubbi a interpretazioni e più di qualcuno sostiene che la mancata risposta di Vendola sia il motivo reale che ha indotto Patrizio Mazza a dimettersi e a far posto al martinese Antonio Martucci che gli subentra in quanto primo dei non eletti alle elezioni del 2010. Sono parole pesanti, pesantissime quelle rivolte a Vendola il quale ha continuato tranquillamente la sua campagna elettorale, iniziata in pratica da due anni fa, e che lo ha portato comunque a un risultato molto al di sotto delle aspettative, incapace di ascoltare quel grido di dolore che dalla Puglia e da Taranto in particolare si levava per bocca proprio di Patrizio Mazza. “Resto a guidare la Puglia. Continueremo fino a fine legislatura a fare del bene a questa terra” ha dichiarato Vendola e a questo punto sarà interessante sapere che senso e che seguito avranno le parole di Mazza: “Presidente solo per tre motivi si può parlare come fai: o per estrema incapacità ad espletare il proprio ruolo, e nel qual caso per coerenza ci si dimette, o per estrema ignoranza circa tutte le pagine scritte dalla magistratura di Taranto per il caso ILVA, e comunque non saresti scusabile perché per queste c’è un dovere di conoscenza, o per atteggiamento ancora oggi remissivo nei riguardi degli inquinatori, dei poteri forti”. Non si è conclusa nel modo sperato la parabola di Vendola. Il Governatore pronto a ricoprire un ruolo ministeriale nel caso di netta vittoria del centrosinistra, con conseguente abbandona di baracca e burattini, ha subito cambiato idea non appena capita la “malaparata” di una legislatura dalla non lunga vita. Anche lui è stato travolto dall’onda anomala di Grillo, che prima di ogni altro ha investito chi doveva incarnare le esigenze della gente in difficoltà. Vendola, e la sinistra tutta, avrebbe potuto intercettare quel malcontento ma ha avuto solo la capacità di farne “poesia”. E Taranto ne è esempio su tutti: Movimento 5 Stelle 24.854 voti – Sinistra Ecologia e Libertà 4.050 voti. 
 
La lettera
Non è difficile prendere decisioni quando sai quali sono i tuoi valori caro Presidente. Il problema semmai è proprio questo: in questi otto anni di governo in Puglia i tuoi valori quali sono stati? E ancora adesso che parli di ecocompatibilità di ILVA con Taranto e provincia: su cosa si basano i tuoi principi visto che imponi il concetto di eco compatibilità di una industria come ILVA con Taranto che altro non è se non un falso ideologico, una bestemmia? Resto sbalordito dalla leggerezza con cui rilasci dichiarazioni come quelle al video forum dell’ANSA in cui riferisci che “la chiusura di Ilva sarebbe una catastrofe”; semmai non aver creato alternative economiche fino ad oggi è stata una scelta deleteria!
Come resto sconcertato  per l’altra risibile dichiarazione in cui lamenti che nei riguardi dell’azienda che ha provocato un immane disastro ambientale e sanitario ti sentivi : “abbandonato come il bambino di io speriamo che me la cavo”. Presidente solo per tre motivi si può parlare come fai: o per estrema incapacità ad espletare il proprio ruolo, e nel qual caso per coerenza ci si dimette, o per estrema ignoranza circa tutte le pagine scritte dalla magistratura di Taranto per il caso ILVA, e comunque non saresti scusabile perché per queste c’è un dovere di conoscenza, o per atteggiamento ancora oggi remissivo nei riguardi degli inquinatori, dei poteri forti.
Presidente ti ricordo che non sei mai stato solo, anzi eri con tutti gli altri d’accordo in  tutti i  tavoli istituzionali organizzati per discutere di ILVA, con rappresentati istituzionali e sindacali nazionali, regionali e di comparto, con i nostri onorevoli, con Confindustria, tutti d’accordo con ILVA, e semmai in due anni e mezzo di esperienza politica IO ERO SOLO come sempre “SOLO” sono stato in regione a promuovere per Taranto e la sua provincia prima una Commissione speciale ambientale e sanitaria e poi la necessità di sviluppare alternative economiche alle industrie inquinanti, perché come ci ricordano gli operai nelle interviste in tv “ a parte le industrie inquinanti NON C’è ALTRO dove andare a lavorare”, e “ SOLO” sono stato ad invocarne la chiusura per via dei malati e dei morti che ho visto in venti anni di operato da medico svolto a Taranto.
Ero “SOLO” già quando nel 2008 accompagnandomi con Paola D’Andria Presidente dell’AIL di Taranto ti snocciolai alcuni dati sull’aumento delle leucemie e delle malattie scaturenti da inquinamento ambientale e  ci rispondesti che c’erano poteri forti ai quali non potevi sottrarti. Quei poteri forti li abbiamo conosciuti, perché quel potere economico ha sostenuto politica, sindacati, chiesa, mezzi d’informazione, ed ancora adesso cambia pelle ma resta drammaticamente in vita. Ad oggi non posso che ringraziare la magistratura, la Procura di Taranto, un Giudice per le Indagini preliminari come la Todisco che ha operato con coraggio e determinazione, posso auspicare che la cittadinanza e gli operai, la provincia ionica siano grandemente sensibilizzati ma proprio non posso condividere la dichiarazione rilasciata dell’essere rimasto solo di fronte decisioni importanti.
 
 
 
 


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