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IL "TARANTO È LUI" DELLA SETTIMANA

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

23
NOV
2017

In pochi minuti il video diventa virale e fa il giro del web: un veicolo a tre ruote che fa testa coda sul pavimento bagnato nella centralissima via d’Aquino, strada vietata al passaggio degli automezzi. Ma il conducente, evidentemente, non ha un futuro da grande pilota…

Non c’è che dire. L’episodio si commenta da solo. A metà tra il tragico e il comico, degno di cronaca è quello che è accaduto giusto qualche sera fa nella via principale del centro di Taranto: una via d’Aquino notturna e desolata, col pavimento ancora umido dalla pioggia dei giorni passati.
Il video è stato postato nel popolarissimo gruppo “Taranto è lui”, che conta già migliaia di followers, da sempre impegnato a documentare e a descrivere – molto spesso con sottile ironia – gli episodi di degrado che accadono nella città culla secolare della cultura magno-greca. Episodi che, di certo, non fanno lustro alla città, che invece molti sforzi sta facendo sul piano dello sviluppo e della attrazione turistica; episodi molto spesso dovuti a mancanza di controlli delle autorità preposte (o forse sarebbe più “politico” dire sviste), a incuria, nonché al declino culturale che sempre più si va diffondendo tra le nuove generazioni, soprattutto nei quartieri periferici più a rischio.
Questa volta però non è andata bene al conducente del famoso treruote che andava divertendosi a fare derapate e testacoda sul pavimento bagnato tra le vetrine commerciali di via d’Aquino - nel tratto compreso tra la scuola Pitagora e la fontana - sotto la lente dell’obiettivo di uno smartphone. Tant’è che al secondo giro, lo Schumacher dei Due Mari, non calcolando a dovere tempi di frenata e velocità, si è letteralmente “accappottato” ribaltando il mezzo, con annessa cattiva figura in diretta facebook.
All’autista vanno sicuramente gli auguri di pronta guarigione. Unitamente ai vari commenti semiseri di migliaia di utenti tarantini che hanno potuto godere della scenetta, però, ci chiediamo come mai possano ancora accadere certe “bravate”. E qualche risposta proviamo anche a darcela.

 



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