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Multimedia/Non solo film

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

15
MAR
2013

 

La Mediateca regionale pugliese, dopo un oblio di anni, viene restituita alla collettività, e vanta numeri di tutto rispetto  
 
 
Doveva avere in mente le biblioteche pubbliche, il poeta scozzese Alexander Smith, quando disse nel 1863 "La memoria é l'unico possedimento concreto dell'uomo, perché non fa differenza fra la ricchezza e la povertà", giacché lo spirito con cui nasce una biblioteca pubblica è proprio questa sorta di democrazia del sapere, della conoscenza e della memoria, che sono, o dovrebbero essere, valori a cui tutti gli essere umani hanno diritto.
Sotto gli stessi auspici è ri-nata la Mediateca Regionale Pugliese, che, inaugurata lo scorso giovedì 7 marzo, nella centralissima via Zanardelli, 30-36 a Bari, è un esempio cristallino di democrazia del sapere e della cultura. Una sede non grandissima, ma ben organizzata, arredata sobriamente con sedie, divani e librerie di design. Vanta numeri di tutto rispetto: 1 sala proiezioni con 48 posti a sedere, 33.000 manifesti e locandine di film, il più antico del 1914, 409 fra film e video, 27 titoli in pellicola, 3100 fra libri e riviste, 9 postazioni multimediali, sistema wifi gratuito in tutti gli ambienti, 1 area Kids con postazioni multimediali studiate per i più piccoli,1 area wii game dedicata al mondo dei videogiochi. La Mediateca è inoltre collegata al sistema MLOL (Media Library On Line) che consente di consultare gratuitamente un network di librerie on line che dà accesso a musica in streaming, ebook e oltre 2000 quotidiani in 40 lingue diverse.
Noi di Extra Magazine, presenti all'inaugurazione, abbiamo avvicinato alcuni dei protagonisti di questa riapertura.
"Una forte continuità col passato glorioso - ci dice l'Assessore al Mediterraneo, Cultura e Turismo della Regione Silvia Godelli - nell'ambito del quale erano stati raccolti 33.000 manifesti che tornano alla fruizione e disponibilità del pubblico ma poi, in un’ottica che guarda al futuro, questa grossa iniziativa multimediale con tantissime possibilità di collegamento on line, sia con grandissime cineteche che con tantissimi giornali, addirittura in 40 lingue straniere. Quindi con una possibilità di accesso al mondo dei media, al mondo del cinema, al mondo della musica letteralmente illimitato. I veri padroni della Mediateca saranno i cittadini che decideranno di impadronirsene, ovvero di fruirne e frequentarla, dagli anziani, magari per la nostalgia di un vecchio film, ai bambini, a cui sono dedicati degli spazi specifici, dunque un luogo di tutti e per tutti".
"Per noi di Apulia Film Commission, che gestiamo la Mediateca Regionale, è un risultato eccezionale la riapertura dopo dieci anni di un luogo che andava assolutamente riaperto e riconsegnato non solo alla città di Bari ma a tutta la Puglia - ci racconta la dott.ssa Antonella Gaeta, presidente della Apulia Film Commission - [...] il modello che seguiamo è quello delle Public Libraries americane che sono aperte, condivise e partecipate, dove la gente non solo viene a cercare e prendere contenuto, ma lo porta e deposita. Non proponiamo solamente laboratori, rassegne, visioni, ma accettiamo le proposte di chi vuole fare le proprie rassegne ed i propri laboratori. Ovviamente siamo aperti ad accogliere archivi, riviste, libri e film di quanti vorranno condividere il sapere in questo luogo che, mi permetto un termine borgesiano, diventa un Aleph, un punto d'incontro dei saperi e delle volontà per condividere e mettere in circolo idee e conoscenza".
Per ultimo abbiamo sentito il coordinatore generale della Mediateca Angelo Amoroso D'Aragona (che vede nello staff anche Claudia Attimonelli e Andrea Carpentieri) che ci ha confidato: "Questo lavoro per me inizia da tempo, perché faccio il documentarista, questa è una regione che non ha una trasmissione trans-generazionale dei saperi, ossia le nuove generazioni non sanno cosa si è elaborato negli anni precedenti, questo non consente al territorio di creare una propria identità, che invece in altri luoghi esiste ed è molto forte. [...] Stando qui, poi, scopro tanti pezzi di memoria, ad esempio ho scoperto che esisteva un circolo di cinema all'ITALSIDER negli anni '70, sarebbe importante fare memoria di queste esperienze qui in Mediateca, realizzando dei quaderni delle pubblicazioni dove raccogliere queste memorie, organizzandole in modo scientifico, ed è giusto farlo per il presente. Allo stesso modo è giusto che le associazioni presenti sul territorio abbiano un luogo dove depositare le memorie della propria attività, sappiamo che  tutte le associazioni già archiviano, per ragioni legali, rendicontazioni e fatture che però non interessano nessuno e che nulla dicono delle iniziative che rappresentano; invece questa Mediateca è un luogo dove raccogliere e depositare la memoria viva delle associazioni. Inoltre la Regione ha giustamente fatto di questa luogo la sede del Deposito Legale delle produzioni editoriali per la Puglia: la Mediateca Regionale è il posto dove depositare film, audiovisivi e materiale sonoro".
Perché abbiamo bisogno di memoria? Perché dobbiamo evitare l'oblio? Perché dobbiamo per forza ricordare?
Rispondere a queste domande non è affatto semplice: le possibili risposte, fra le tante, sono che ricordiamo ed abbiamo bisogno di memoria innanzitutto per una questione di sopravvivenza, perchè i nostri ricordi e le nostre esperienze passate ci permettono di affrontare meglio il futuro. Un altro motivo è che esercitando la memoria esercitiamo una delle potenzialità più evidenti della nostra intelligenza. Un altro, forse più importante, motivo è che i nostri ricordi, piacevoli o spiacevoli che siano stati, sono i mattoni e la calce con cui edifichiamo la nostra personalità. Per dirla con le parole che la grande scrittrice francese Marguerite Yourcenar mette in bocca all'Imperatore Adriano: "Fondare biblioteche è come costruire ancora granai pubblici, ammassare riserve contro un inverno dello spirito che da molti indizi, mio malgrado, vedo venire". Parole potenti che si addicono a ogni realtà e nazione ma che sembrano pronunciate per il nostro Paese, così inchiodato al suo eterno presente da non avere né memoria del suo passato, né una visione di un qualsivoglia futuro.
 
 
 


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