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GLI AUGURI DEL VESCOVO: "RICOSTRUIAMO LA NOSTRA CITTA´"

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

4
GEN
2018

Il 5 gennaio prossimo ricorre il sesto anniversario dell’ingresso di Mons. Filippo Santoro nella diocesi di Taranto. Il suo messaggio augurale rivolto ai poveri e ai senzatetto

Era il 21 novembre 2011 quando fu nominato Arcivescovo di Taranto e il suo ingresso ufficiale in Arcidiocesi avvenne il 5 gennaio 2012. Cittadino onorario di Rio de Janeiro, quella di Filippo Santoro è una vita spesa tra Brasile e altri paesi emergenti e del terzo mondo. Tutti paesi che presentano notevoli problemi sociali e ambientali legati al fenomeno della globalizzazione.
E proprio tutta la sua formazione, tutta la sua esperienza di vita, emerge anche dal messaggio augurale che quest’anno, in occasione delle festività, ha indirizzato ai cittadini tarantini: ‹‹Il Centro di accoglienza notturna “San Cataldo Vescovo” è un segno dell’amore gratuito del Signore sorto dal contributo di tutta la nostra diocesi per i senzatetto che sono simili a Gesù, che non aveva una casa dove poter nascere. In ciascuno di noi - dice - c’è una domanda, un grido, un’attesa di giustizia, di verità, di bellezza, di amore. Ecco perché il Natale è la festa del bambino e del povero, del debole, di coloro che attendono il dono e volentieri lo condividono››.
Sono gli “ultimi” allora i protagonisti dei buoni auspici del vescovo metropolita, che rimarca certamente, sulla linea spirituale dettata da Papa Francesco, ‹‹il valore della solidarietà, della gratuità nei confronti di chi ha bisogno, del nostro prossimo››. L’appello è, dunque: ‹‹facciamoci coinvolgere senza paura dal prossimo bisognoso, prendiamoci cura dei nostri poveri››.
Un particolare pensiero, poi, volge alle tematiche dell’ambiente e del lavoro, esprimendo preoccupazione per i giovani tarantini e al contempo speranza e ottimismo: ‹‹Il nuovo anno, ancora una volta è gravido di grandi sfide che devono diventare opportunità. Tutti abbiamo la responsabilità di profondere ogni sforzo perché finalmente si possano concretizzare le aspettative per un ambiente salubre dove si possano crescere i figli senza temere per la salute e l’incognita di non riuscire a garantire loro il giusto sostentamento: questo chiedono le persone che vengono a chiedermi conforto. Per non abbandonarci al facile lamento - continua - riconosciamo però anche i segni di speranza. In quest’ultimo periodo ci sono state nella città di Taranto diverse inaugurazioni di opere, ne cito solamente alcune come  il restauro dell’Ospedale Vecchio nell’antico convento di Santa Chiara per un Centro avanzato per la cura della Salute mentale; il restauro del Convento di Sant’Antonio per la Sopraintendenza ai beni culturali; l’apertura nell’Ospedale SS. Annunziata dell’Oncoematologia Pediatrica con i contributi e l’iniziativa della gente comune. Anche l’arcidiocesi ha inaugurato opere importanti  come il Centro di accoglienza notturna per senzatetto. E poi vorrei citare un’opera di cui poco si parla che è la costruzione del “Nuovo Ospedale San Cataldo” di Taranto che entro il 2018 vedrà l’inizio dei lavori. Sarà l’opera pubblica più importante di Taranto - chiosa - un ospedale tra i più grandi e moderni d’Italia che risponderà al bisogno di vita e di salute, le prime criticità della nostra terra››.
Il vescovo di Taranto è sicuramente una guida spirituale per i tanti cattolici, credenti e praticanti, ma resta anche un punto di riferimento, una autorevole guida “civile” anche per tutti gli altri cittadini tarantini, che spesso tiene ben saldo il timone della città anche quando la politica si dimostra inconcludente, litigiosa, incapace di dare risposte concrete ai bisogni (materiali e non) della gente.
‹‹Guardiamo al futuro con fiducia - conclude - perché siamo tutti impegnati per ricostruire una città che sia in grado di trattenere i suoi ragazzi e le sue ragazze, che dia loro la possibilità di realizzare le proprie aspirazioni e di concorrere al suo sviluppo. Non siamo condannati ad un futuro di schiavitù».



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