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Categoria: ATTUALITA'
Su Rai3 la drammatica storia di Domenico, un tarantino rimasto ingiustamente in carcere 15 anni
Nella serata di ieri il programma di Rai3 “Sono innocente”, condotto da Alberto Matano, ha raccontato l’incredibile storia di Domenico Morrone, un pescatore subacqueo tarantino rimasto in carcere ben 15 anni da innocente. Questa la sua drammatica vicenda, terminata poi fortunatamente con un lieto fine. Morrone vive nel quartiere Tamburi insieme all’adorata madre e ha 27 anni quando nel 1991 ha degli screzi con alcuni vicini di casa, tra cui un ragazzo di 17 anni, Giovanni Battista. A causa di questo litigio, il 10 gennaio viene sparato da un uomo non identificato e rimane ferito. 20 giorni dopo il 17enne e un suo amico, Antonio Sebastio di 14 anni, vengono ammazzati a colpi di pistola davanti alla scuola media “Grazia Deledda”. Per questo duplice omicidio Morrone è arrestato perché ritenuto colpevole di aver ucciso i ragazzi per vendetta, ma il presunto killer nei minuti in cui si consumano gli omicidi è a casa di altri vicini per aggiustare un acquario. Nonostante questo, i dirimpettai non vengono creduti e per Morrone si “aprono le porte dell’inferno”, come dichiarato da lui stesso nella trasmissione Rai. Dopo 4 anni di processi, è condannato in via definitiva e soltanto nel dicembre 1999 riesce ad uscire dal carcere per un permesso premio di tre giorni. Morrone non demorde e alla quinta richiesta di revisione la Corte di Appello di Lecce la dichiara ammissibile il 1° ottobre 2004. Fondamentali per la vittima della giustizia italiana le testimonianze dei pentiti, che il 10 maggio 2005 riferiscono che l’assassino non è Morrone bensì un pregiudicato che aveva deciso di vendicarsi di uno scippo subito dalla madre. Il 21 aprile 2006, 15 anni dopo l’arresto, Morrone è finalmente un uomo libero. Nel suo racconto televisivo, Morrone dichiara di aver ricevuto 4 milioni per l’ingiusta detenzione, ma nessuno potrà più ridargli indietro gli anni di vita “non vissuti”.
