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Melucci e il volemose bene a tutti i costi

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

23
APR
2018

Il Sindaco di Taranto visita la comunità islamica tarantina. Tante le promesse e i gesti distensivi.  Come al solito impazza la retorica mondialista e la politica delle pacche sulla spalla. Ma i temi scomodi non sono mai in agenda

Una volta c’erano gli Atleti di Dio come l’ex milanista Kakà mentre adesso il nostro Sindaco fuoriclasse “Ronaldo” Melucci si è ufficialmente consacrato come atleta di Maometto.
In una delle pochissime uscite pubbliche ha infatti pensato di andare a rendere omaggio alla moschea per ossequiare la comunità islamica cittadina che ha sede in Via Cavallotti (l’auspicio è che la sede sia in regola con tutte le leggi ma sicuramente sarà così).
Ad attendere Melucci c’era l’Imam Hissen Chiha e decine di fedeli musulmani che il nostro “Ronaldo” non ha certo deluso spargendo miele con le sue dichiarazioni.
“Qualsiasi persona abbia una moderata intelligenza e sia moderatamente moderna, troverà sempre interessante confrontarsi con culture diverse; non trovo nulla di sorprendente nel fare visita alla comunità islamica: sono nostri concittadini, dunque, al pari di come visitiamo i luoghi di culto cristiani, non vedo per quale motivo non si possa fare visita a una moschea”.  
Ma quanto è moderno e rispettoso il nostro Sindaco. Peccato che – a sentire le testimonianze dei cultori delle tradizioni tarantine – pare che il nostro Ronaldo non abbia usato la stessa attenzione in occasione dei Riti della Settimana Santa a dimostrazione di quanto certi mondialisti radical chic siano rimasti anacronisticamente ancorati all’equazione sessantottina “esotico uguale molto figo” o, se vogliamo, “peloso compiacimento della diversità uguale sfoggio di cultura”.
Ma non è tutto: ai “volti conosciuti ai più” presenti all’incontro, gente che sbarca il lunario vendendo per le strade della città ombrelli, prodotti da bancarella e chincaglierie, il nostro Sindaco ha parlato di impresa e di quanto essi possano contribuire alla crescita economica della città.
Poi ovviamente ha usato la parolina magica “legalità” dopo essersi accorto di trovarsi al cospetto di una buona parte di venditori improvvisati o comunque di soggetti a cui era forse esagerato parlare di business plan o di progetti di crescita.
Magari forse certa vicinanza sarebbe più utile che il Sindaco la riservasse agli autotrasportatori dell’indotto Ilva che da mesi non vedono il becco di un soldo dal loro cliente o alla miriade di imprese ioniche in crisi.
Ma ci rendiamo conto che era estremamente più cool la passerella alla moschea, bella dimostrazione di modernità e di apertura, una sbrodolata molto “prog” di cui Mario Capanna sarebbe stato molto fiero.
Non poteva nemmeno mancare la promessa di reperire fondi per la nuova moschea di Taranto (senza alcun cenno a ciò che succede ai Cristiani nel mondo in Regioni ove le moschee la fanno da padrone) così come non poteva mancare l’idea di un nuovo assessorato all’accoglienza (di cui non si sente proprio il bisogno) con a capo un cittadino straniero (che chiuderebbe il cerchio dopo gli assessori venuti in massa da Bari).
Tutto ciò premesso, non ci troviamo nulla di male sul fatto che un Primo Cittadino faccia visita a una realtà che – comunque la si pensi – è espressione del territorio.
Ci saremmo però aspettati da “Ronaldo” uno slancio di coraggio, una certa alternanza tra dolce e salato che, a valle del miele, avesse riservato al rispettabilissimo Imam una serie di temi scomodi buttati lì giusto per chiarire un paio di cose che ci stanno sulla punta del gargarozzo e faticano a scendere.
Sì, perché troppe volte in Europa abbiamo fatto la gara a chi era più dialogante con le comunità islamiche onde poi ricevere in cambio atteggiamenti di condanna non troppo convinta verso il radicalismo declinato in ogni sua accezione (che si tratti di violenza contro le donne che si vogliono occidentalizzare e vengono brutalizzate piuttosto che di omertà verso le cellule ISIS che vengono tollerate negli edifici di culto).
Poi scoppia il bubbone e siamo tutti Charlie Hebdo e cicaliamo con i gessetti colorati o con le fiaccole mentre un attimo prima (e un attimo dopo) eravamo intenti a giocare al dialogo deferente con chi – spesso – non ha alcuna voglia di integrarsi ma vede nel nostro mondo un nemico da combattere al suo interno o un satanasso da convertire.
L’Occidente brucia (non se ne cianci solo in occasione degli attentati) e noi parliamo di integrazione proprio adesso che essa appare un sogno fallimentare (non per colpa nostra) a partire dalla civile mittel europa la quale ha sperimentato per prima quanto una certa categoria di soggetti rifiuti il nostro modo di vivere.
L’occidente è invaso e noi spesso non riusciamo a comprendere quale sia la reale differenza tra i musulmani moderati e quelli radicali: la pensano allo stesso modo ma divergono sul solo uso della violenza? Se fosse così sarebbe un problema. Se non fosse così bisognerebbe che i moderati prendessero posizioni più nette altrimenti sono conniventi.
Ecco, dopo essersi occupato dei problemi dei tarantini, avremmo gradito che Melucci avesse visitato la comunità islamica affrontando queste tematiche.
Per i salamilecchi ed i “volemosebene” ci erano bastati gli anni di Stefàno e della Boldrini.



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