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Ernesto D´Eri/E poi toccherà al muraglione

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

19
APR
2013

 

Tanti i progetti per le sette aree cedute dalla Marina Militare alla città: dai parcheggi al teatro, dalle piste ciclabili a un porto turistico. Attraverso un concorso di idee, si dovrà presentare e approvare la fattività in 90 giorni, come spiega il Consigliere comunale con la delega alle aree demaniali 
 
 E’ proprio vero quando si dice che insieme all’Ilva, a Taranto impera la Marina Militare, che oltre ad avere una certa importanza a livello logistico, è padrona di un quarto della città, quasi sconosciuta alla maggior parte dei cittadini. Finalmente poco più di un anno fa, dopo una conferenza stampa a Palazzo di Città , la Marina Militare ha deciso di cedere alla città di Taranto molte delle sue aree inutilizzate ormai da tempo, a patto che il Comune, attraverso le Associazioni di categoria, Enti e privati, le valorizzi conferendo una destinazione appropriata. L’iter è da poco cominciato e per informarmi sulle vari fasi, tra cui tempistiche, progetti in programma e soprattutto, di quali zone potrò esattamente usufruire in quanto cittadina, ho intervistato il Consigliere Comunale Ernesto D’Eri che ha ricevuto dal Sindaco la delega alle aree demaniali.
Qual è l’iter che sta seguendo il Piano di Valorizzazione delle Aree Demaniali in fase di dismissione nel territorio comunale tarantino?
«L’iter è stato molto lungo e complesso, se si considera che sono oltre cento anni che la Marina Militare ha in gestione delle aree demaniali; molte di queste però, non sono utilizzate da oltre 30 anni, in particolare all’interno dell’Arsenale. La decisione è avvenuta quando lo Stato Italiano ha deciso di valorizzare le aree demaniali inutilizzate e di abbattere, almeno in parte, il debito pubblico. Ci sono stati diversi provvedimenti di legge che prevedono la dismissione di queste aree dalla Marina Militare, al fine di venderle a privati o all’Ente Civico».
 Quindi saranno acquistati dal Comune?
«No, questo è previsto dalla Legge, ma per la città di Taranto, trovandosi in una situazione particolare sia per l’inquinamento che ha subito e subisce a causa del siderurgico, che per la marcata importanza che ha sempre avuto per la Marina, molte aree non più in uso, sono state concesse in comodato d’uso, come risarcimento. Ci sono già dei progetti e altri che saranno ancora proposti, si spera nel più breve tempo possibile: a partire dal 27 marzo, ci sono 90 giorni di tempo per presentarli e verificare la loro fattibilità, quindi approvarli. Si sta cercando di attuare un concorso di idee, per capire cosa si vuole realizzare».
Quali sono esattamente le aree in questione?
«Sono sette per ora: Baraccamenti Cattolica, che coinvolgono l’intero isolato da via Crispi a via Leonida, l’area “Sterrata” di via ammiraglio Pacoret da Saint Bon dove ci sono dei campi da calcio che saranno convertiti in parcheggi, l’ex caserma dei carabinieri in via lago di Pergusa, tre palazzine con 15, 18 e 2 alloggi, rispettivamente in via Cuniberti, in via di Palma 162 e in via Acton,  l’ex caserma Fadini, ovvero quell’area adiacente alla caserma Fadini, dove insiste il CRAL (circolo ricreativo aziendale) e alcuni siti archeologici.  Effettueremo dei sopralluoghi con i due dirigenti, Silvio Ruffolo dell’Urbanistica e l’ingegnere Di Bari del Patrimonio, insieme all’assessore alla Pianificazione Urbanistica Francesco Cosa, per verificare le condizioni di queste strutture; facendo dei rilievi su calcestruzzo si potrà riconoscere la loro agibilità o meno, cosa eventualmente si potrà realizzare, quindi se avranno bisogno di piccola o grossa manutenzione. La consegna delle chiavi degli edifici in questione ci è stata fatta solo pochi giorni fa; ora dobbiamo sbrigarci a lavorare bene e in fretta, per dimostrare alla Marina Militare e al Demanio che abbiamo realmente valorizzato ciò che ci è stato consegnato. Solo dopo aver rilevato questi sette siti, si potrà  procedere con gli altri; lo storico muraglione dell’Arsenale, almeno la parte che affaccia su via Magnaghi e via Cugini, potrebbe essere abbattuto e sostituito da archi, da permettere a tutti i passanti di visualizzare Mar Piccolo. Ancora, attribuire un uso civile all’ospedale militare,  riappropriarci delle Isole Cheradi, dell’isola amministrativa della Marina di Lizzano e della Banchina Torpediniere in villa Peripato, situata sul Mar Piccolo». 
Esiste un progetto specifico per Mar Piccolo?
«Per il momento è tutto sospeso a causa delle bonifiche. Esiste comunque un progetto dell’Autorità Portuale che prevede un molo turistico nella Banchina Torpediniere. Sicuramente su tutta la costa del Mar Piccolo ci sarà una pista ciclabile  che attraverserà tutta la città, dal parco Cimino alla Città Vecchia. All’interno dell’Arsenale, su tutto il lato che affaccia sul Mar Piccolo, ci sono i binari della ferrovia che venivano utilizzate per il trasporto di armi, quindi esiste già un tracciato per una futura pista ciclabile, che può agevolare e velocizzare il progetto».  
Come saranno finanziati?
«I finanziamenti vanno in parallelo con la tipologia di progetti, è ancora da capire. Bisogna valutare se il Comune o le associazioni che li presentano sono disposti a finanziare, oppure se è il caso di autofinanziarsi attraverso i parcheggi. Si è pensato di rivendere i parcheggi ai privati e di investire i soldi guadagnati, negli altri progetti». 
E quali progetti ci sono per questi siti,  oltre i parcheggi?
«All’interno dei Baraccamenti Cattolica, situati immediatamente sulla sinistra uscendo dall’Arsenale,  che comprende l’intero isolato che sta tra via Crispi e via Leonida, c’è l’intenzione di ripristinare tutte quelle aree ricreative che un tempo erano dei dipendenti dell’Arsenale: il teatro che sembra esser rimasto in buono stato, un bocciodromo, l’area bigliardi, una zona al verde, laboratori dove praticavano scuola di addestramento professionale. L’Università ha avanzato richiesta per uno studentato, la Asl per un laboratorio di analisi approfondite». 
Come si svolgerà la presentazione e l’approvazione di questi progetti?
«Dobbiamo farli noi come Comune di Taranto, raccogliendoli e decidendo cosa fare, in base ai desideri cittadini che si dimostreranno. E’ chiaro che qualcuno potrà essere esaudito, qualcun altro no. In seguito dovranno essere presentati al Demanio che darà il suo parere. Sicuramente rappresenteranno un riscatto della città nei confronti di quella urbanizzazione selvaggia diffusa negli anni ‘60; saranno aree riservate alla musica, alla cultura e al tempo libero dei tarantini». 
Una domanda sul personale: lei ha avuto la delega per le aree demaniali e poi le è stata ritirata? E’ stata fatta un po’ di confusione in merito…
«Assolutamente! La delega mi è stata conferita 20 giorni fa dal Sindaco e non è stata mai ritirata. Ci sono stati solo un po’ di problemi e incomprensioni all’interno del PD. Durante i 90 giorni concessi, ho il compito di attuare un concorso di idee per verificare quali siano i desideri e i bisogni dei tarantini, come immaginano la loro città nel futuro». 
Chiunque può presentarli?
«Sì, non ci sono alcune restrizioni, anzi, vorrei che fossero principalmente i giovani a farlo». 
A chi vanno presentati?
«Al Comune, che provvede a inviarmeli,  o all’Urbanistica, settore coinvolto,  o al Patrimonio a cui appartengono i dirigenti competenti. E’ un lavoro che non posso fare da solo, è necessaria una squadra. Se siamo bravi ci sarà spazio per tutto, le emergenze sono tante, ma dobbiamo intervenire in modo capillare, 


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