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Commercianti, fruttivendoli e la legalità del PD

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

3
MAG
2013

 

Botta e risposta tra Popolo della Liberta e Partito Democratico sulla questione delle multe a fruttivendoli e commercianti poco rispettosi di leggi e regole. Intanto da Palazzo ducale non partono buoni esempi.  
 
La fine di aprile, ha segnato una sorta di guerra tra vigili urbani e commercianti poco ossequiosi, diciamo così, delle norme in materia di commercio e occupazione di suolo pubblico. Il “conflitto” si è poi trasferito nelle sedi di partito, PdL e PD ante-inciucio, che si sono affrontati a colpi di comunicati stampa. Il primo è del  Popolo della Libertà che, per “penna” di Pino Pulito, Mario Caroli e Martino Bruno, accusava l’Amministrazione Ancona di “una politica amministrativa di repressione, piuttosto che di sostegno e di facilitazione.” Pronta la risposta della segreteria cittadina del Partito Democratico che a sua volta, difendo i suoi uomini e donne a Palazzo ducale, dopo aver ricordato con uno stantio refrain ciò che “il centro destra non è riuscito a fare in dieci anni”, mette nero su bianco due concetti chiariarissimi: “Assistiamo da anni alla tutela di pochi a discapito dell’interesse generale di una città che soffre il malcostume e la slealtà commerciale. Quando inizieremo a difendere quanti pagano regolarmente e si attengono alle regole e che, silenziosamente, con il loro lavoro sostengono complessivamente l’economia del nostro territorio?” Considerazioni e domande sacrosante, solo che la segreteria cittadina del partito Democratico, dovrebbe prima di tutto rivolgerle al Sindaco e ai suoi assessori in giunta perché quello che si sta verificando a Martina Franca, da qualche mese a questa parte, non può di certo essere imputato ai “dieci anni” precedenti. Esempio? La indiscriminata concessione di Ortolini, a titolo gratuito o dietro il pagamento di pochi spiccioli, per la realizzazione di fiere e sagre (se ne è appena conclusa una e ne sono previste altre due per giugno) aiuta i commercianti della città che regolarmente, mese dopo mese, pagano affitto, luce, TARSU, e balzelli vari? La concessione gratuita di una cosa pubblica a una iniziativa che ha carattere commerciale, con qualche sbuffo pseudo culturale, è leale o sleale nei confronti di chi “silenziosamente, sostiene complessivamente l’economia del nostro territorio”? Dalle parti del Partito Democratico conoscono la legge regionale n. 11 del 1 agosto 2003 “Nuova disciplina del commercio” e se sì, sanno se questa viene applicata correttamente? Sanno dell’esistenza dell’art. 13 (Dotazione di aree a parcheggio) e se le attività commerciali, con una superficie di vendita superiore ai 250 mq., sono dotate delle previste aree a parcheggio? Forse dovrebbero dare un salto dalle parti delle attività produttive, anche se non ce ne dovrebbe essere bisogno visto che l’assessore al ramo è proprio del PD, e farsi raccontare la storia interessante, costellata da una serie di esporti e che va avanti da alcuni mesi, di un supermercato dal garage “estemporaneo” e dalla superficie di vendita a “soffietto”. Al Partito Democratico sanno che prima di iniziare qualunque tipo di attività (commerciale, artigianale, culturale, medica, ludica) il locale che si vuole adibire a tale iniziativa deve essere dotato del certificato di agibilità in assenza del quale non è possibile fare alcunché oppure, se l’attività viene avviata ugualmente, è d’obbligo la chiusura con pesanti sanzioni amministrative? Allora perché se queste norme valgono per i privati cittadini, non devono valere per l’Amministrazione Comunale? Con la Determina n. 212 del 17 aprile scorso, il dirigente del settore patrimonio, l’ingegnere Giuseppe Mandina, Impegna la spesa di €. 276,00 oltre spese postali “per diritti parere igienico sanitario da parte della A.U.S.L. TA/1 ai fini del rilascio del Certificato di Agibilità, di cui all’Art. 24 del DPR 380/2001, per le strutture “ex Tennis Club” e “Casa Cappellari”. Questo vuol dire che tutte le attività che si sono svolte finora in quei locali, sono state fatte in assenza proprio di quel documento essenziale per l’inizio di una qualunque attività. Chi se ne è assunto la responsabilità e, nel malaugurato caso di un incidente, chi paga? Come si può parlare di legalità, quando con i fatti ci si comporta esattamente all’opposto? “Quando inizieremo a difendere quanti pagano regolarmente e si attengono alle regole”? Ecco iniziate ora, iniziate da quì.
 
 
 


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