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"Pizzi" e pazzi

Pubblicato da: Categoria: EDITORIALI

11
MAG
2012

 

Il ricordo più piacevole legato a un politico in questa campagna elettorale è quello di Rocco Buttiglione che, in visita ad Alberobello, mi ha dedicato una poesia di Goethe: l’ha declamata in tedesco, non ho capito nulla tranne la parola “rosa” e l’ho gradita molto. Poi, dai trulli fioriti già dotati di sindaco (Longo) ai ballottaggi in corso a Taranto e Martina la distanza è ahimè breve, con un’altra settimana abbondante sulla graticola di speranze incerte e prospettive di governo ancora informi.
È stata una campagna elettorale feroce, dove non si sono risparmiati i colpi bassi, anzi infimi: quel che è peggio non è stato il ricorso alla scorrettezza, al ricatto e al totale ribaltamento della verità, quanto piuttosto la nonchalance con cui questo modo di fare è stato tollerato e anche legittimato dai più, anche se, vivaddio, non da tutti. Gli innumerevoli appelli fatti dai cittadini ai vigili urbani affinché facessero rispettare le regole vigenti in materia di annunci con altoparlante, comizi ambulanti e manifesti in vetrina sono stati puntualmente ignorati, così come anche indolente si è dimostrato ancora un volta e ancora di più il Commissario straordinario di Martina di fronte all’anarchia di questi giorni. Mancava solo di sentirlo dire: “fatti vostri, tanto io me ne vado”. D’altronde, se il malcostume, la prevaricazione, e altre forme più o meno esplicite di degenerazione sociale non vengono punite, aumentano in maniera esponenziale e contagiano tanti altri che a comportarsi onestamente non solo non ci guadagnano nulla ma ne risultano anche svantaggiati. I cittadini ormai non si rivolgono più alle autorità se di prima mattina c’è un altoparlante che invita al voto per il tale candidato o se nei giorni di silenzio imposto viene distribuito impunemente del materiale elettorale o peggio ancora se c’è chi chiede il “pizzo” mediatico: sanno che è più proficuo e meno frustrante rivolgersi a un muro. Non c’è da stupirsi poi se, di fronte non solo alle scorrettezze ma anche ai reati più evidenti, molti – anche fra coloro che ora sprizzano entusiasmo di cambiamento da ogni poro - fanno spallucce e commentano: “be’, ma  si sa che è così…”.
A oggi nessun pronostico di vittoria sarebbe valido, almeno a Martina, anche perché ci sono tali e tante variabili che i risultati del primo spoglio possono essere di fatto ribaltati. Ruolo importante avranno adesso i candidati consiglieri, quelli certi e quelli in equilibrio precario: sta a loro non abbassare la guardia e lavorare ancora più di prima, non solo per amore di causa, ma anche per il ragionamento più egoistico e spicciolo che è meglio fare il consigliere di maggioranza che non di minoranza. Tanto di cappello a chi deciderà di non apparentarsi con altre forze politiche: il compromesso, e questo non vale solo in politica, sarà anche più comodo, ma costringe a stare fermi, immobili nella necessità di accontentare tutti. Non è con il compromesso che si cambia il mondo, non è con la logica del “vabbe’, tanto è così”, non è foraggiando gli atteggiamenti paramafiosi, né con il voler essere amici di tutti, anche di chi non lo meriterebbe. Il mondo si cambia con la follia, che non è insania, non è pazzia, ma è piuttosto il contrario del conformismo, con molto coraggio, opposto della paura e dell’omertà,  e con molta forza di volontà, per darsi una risposta alla domanda: “ma chi te lo fa fare?”.
ale che� l x"�Ni democratici il primo partito a Martina Franca. Basta sommare le preferenze dei candidati a lui “vicini” e il gioco è bello che fatto. Mal sopportato dall’area più a sinistra del PD, che sempre lo ha etichettato come un “vecchio democristiano”, Pentassuglia ha perso sì il primo round, quello della scelta del candidato Sindaco, ma alla fine ha vinto il match perché, in caso di vittoria al ballottaggio di Ancona, i suoi consiglieri saranno più che determinanti e con il quadro politico in continuo movimento non c’è da dormire sonni tranquilli. Infatti se in caso di vittoria al ballottaggio Michele Marraffa, che ha escluso a priori qualunque tipo di apparentamento nel pieno rispetto dell’elettorato e dei candidati delle liste a suo supporto, potrà contare su di una squadra di area ma soprattutto finalmente coesa, il suo concorrente avrà qualche grattacapo da lenire. Franco Ancona innanzitutto dovrà fare i conti con l’IDV di Antonio Martucci, che non le ha mai risparmiate a nessuno, vedi amministrazione Conserva a Martina Franca e Florido in provincia a Taranto, ma soprattutto non ha un buon feeling con i partiti di centrosinistra (con il PD martinese in particolare); poi dovrà destreggiarsi a tenere insieme le varie anime del Partito Democratico, che vanno dai vecchi Democratici di Sinistra ai Margheritini, dai Pentassugliani ai nuovi battitori liberi rappresentati di se stessi e ancora in cerca di tessera. Tutto questo con molto più clamore si trasferirà, nell’ipotesi di vittoria finale, al momento della spartizione di assessorati e incarichi. Che la posta in palio è elevata lo si capisce dalla tensione che già da adesso serpeggia nel centrosinistra dove la differenza di una manciata di voti determinerebbe l’assegnazione di un consigliere in più al PD a discapito dell’IDV. E con tre Dipietristi in consiglio per Ancona sarebbero davvero dolori. Resta alla finestra, per ora apparentemente fuori dai giochi, Michele Muschio Schiavone che ha preso in mano le redini dell’UDC portandolo a un lusinghiero tredici per cento con un risultato personale da candidato a Sindaco che ha superato il sedici percento. Al momento, prima dei dati definitivi della commissione elettorale, sembra non sia bastato solo il tema “turismo” a Leo Cassano, che pure ha portato “La Destra” a uno dei migliori risultati raggiunti in Italia, per tornare in Consiglio Comunale, come a Franco Mariella a nulla è servito insistere su tasse e legalità. Evidentemente ai martinesi piace pagare. Le chiacchiere e le calunnie invece, sono rimaste chiuse dentro a un baraccone mobile che ora, anziché verso Palazzo Ducale, viaggia in un silenzio spettrale verso il classico lido post elettorale.     


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